Volver. Ritorno per il Commissario Ricciardi
Sinossi
Serve coraggio quando si parte, ma a volte ne serve ancora di più quando si torna. È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lì, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece, mentre in città il fido brigadiere Maione cerca di salvare un comune amico da morte certa, tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare.
Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia. Del resto è questo, quasi sempre, il destino di chi torna.
Recensione
“Tornare... un verbo che conteneva tutto il senso di quel rischio”
Tornare per chiudere un cerchio, tornare per affrontare il proprio dolore, per richiudere quelle ferite mai rimarginate, per cercare risposte …torna il Commissario Ricciardi a incantare i lettori.
Siamo nel fragilissimo 1940, all’orizzonte la catastrofe mondiale e nel presente una sola possibilità: ritornare a casa, alle proprie radici, alla sostanza dei giorni passati, per portare al sicuro la figlia Marta e i suoceri dalla persecuzione delle leggi razziali.
A Fortino, nel Cilento, Ricciardi ripercorre i passi che hanno determinato tutta la sua esistenza, a partire dal primo incontro con la vittima di un omicidio, avvenuto proprio nel vigneto di famiglia.
“Tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia”
Inizia così la sua personale indagine, quella più importante.
A Napoli, nel frattempo, il brigadiere Raffaele Maione fatica a riconoscere la sua città, i suoi concittadini, persino i suoi stessi figli, che esultano alla notizia dell’entrata in guerra dell’Italia, ciechi, inconsapevoli.
Il suo passo si fa pesante, insicuro, sempre più straniero nella sua terra, sempre più solo nei suoi pensieri.
“Maione rifletteva sulla capacità del popolo dei vicoli di resistere alla guerra. [...] I vicoli... sono in realtà una trincea. Un fronte comune contro il nemico.”
Nei vicoli scuri di una Napoli attonita, c’è chi pensa invece che si debba agire, opporsi alla dittatura fascista e pianificare un atto dimostrativo e letale.
Perso in una solitudine annichilente, il dottore Bruno Modo intreccia il proprio destino alla ruota impazzita della Storia, alla deriva di una umanità allo sbando e orfano della presenza salvifica dell’amico Ricciardi vota la sua intera esistenza alla follia di un ideale.
Tutto si ferma, si cristallizza sull’orlo del baratro, tutti in attesa di precipitare…
Ma il mondo va avanti, incosciente e anestetizzato, trovando altre strade, altri percorsi dove mimetizzarsi, farsi ombra e, come Bambinella, sbeffeggiare il fato nel tragico gioco del trasformismo.
« La vedete la gente brigadie'? - Non ci pensano. Fanno come se tutto fosse uguale prima, come se le soluzioni le mandasse il padreterno dal cielo. Hanno sempre fatto così »
C’è un sorriso che scalda le pagine, c’è l’attenzione di una bambina di sei anni che all’ombra di un ulivo secolare ascolta una novella, una storia antica che solo Zi’ Filumena può raccontare. Vecchissima e sordomuta, o almeno è quello che tutti credono, Filomena raccoglie le memorie della famiglia Malomonte e Marta è un’ascoltatrice particolarmente ricettiva.
Volver, tornare…il tango risuona languido, malinconico a dirigere i passi dei protagonisti di questa triste danza del destino.
Ognuno a rincorrere la propria ombra, a tornare alla radice della propria essenza, cercando un senso in quello che è il tempo della follia. Un microcosmo di personaggi davanti allo specchio di una umanità che sta implodendo.
Sono trascorsi diciotto anni dalla sua prima apparizione e il Commissario Ricciardi mostra in Volver tutta la sua maturità narrativa, concedendosi un racconto lento, personale, intimo.
La voce si fa profonda, terrosa e calda, consapevole che nulla torna, può solo cambiare e bisogna arrivare dall’altra parte della tempesta.
Volver chiude la trilogia del tango, iniziata con Caminito e proseguita con Soledad, e lo fa tornando alle origini di ognuno dei grandi protagonisti di questa serie, regalando al lettore una verità preziosa e una dolce musica da portare con sé.
Il ritorno è un viaggio coraggioso, in noi stessi, nei nostri ricordi, nei nostri incubi e quando tutto l’universo viene stravolto, allora il ritorno è la nostra unica áncora di salvezza, ma attenti a ciò che si crede di trovare, perché nulla rimane indelebile nel tempo…
“ Chissà se si può davvero tornare, rifletté. O se quello che ci illudiamo essere un ritorno è soltanto una triste, patetica illusione ”
AUTORE
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia,Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il purgatorio dell’angelo, Il pianto dell’alba, Caminito, Soledad e Volver (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze, Fiori, Angeli e Pioggia, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea.
Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembe(2021).
Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali. Dai suoi romanzi, sempre in vetta alle classifiche, sono state tratte fortunate fiction televisive. È tradotto in tutto il mondo.