Tutto tra noi è infinito - Abbiamo letto - ilRecensore.it
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TUTTO TRA NOI è INFINITO – NICOLA CAMPIOTTI 

Tutto tra noi è infinito

UNA STORIA COMMOVENTE SUL DIFFICILE PASSAGGIO DALL’ADOLESCENZA ALL’ETÀ ADULTA E SULLA FORZA INSPIEGABILE DELL’AMORE

Nato qualche mese dopo il felice naufragio del matrimonio dei genitori, Teo Luci cresce in una grande e originale famiglia, educato da due poli opposti: sua madre, del Sud, allevata a balie, collegi e bugie; suo padre, del Nord, cresciuto tra i boschi e il cattolicesimo. Oltre al figlio, l’unica somiglianza nelle vite slegate dei suoi è la passione per il cinema: il motivo per cui si sono trasferiti a Roma, il mestiere che stanno imparando, la febbre che hanno tutte le persone di cui si circondano. E che presto finisce per contagiare anche Teo.

Quando, al liceo, lui incontra Vera, se ne innamora perdutamente, di un amore puro e innocente, nuovo e travolgente, che dura un lampo, eppure gli cambierà la vita per sempre. Così, dopo che la loro storia finisce tragicamente e inspiegabilmente, Teo si ritrova a lottare con un dolore assoluto e, toccato il fondo, l’unico modo per continuare a vivere è cercare di risalire. Per ricucire quella cicatrice insanabile scoprirà di dover affrontare i traumi più spaventosi perché certe ferite, incredibilmente, già gli appartenevano. L’esordio letterario di Nicola Campiotti è un romanzo di formazione coraggioso e toccante, un viaggio emozionante attraverso il significato di una vita, liberamente ispirata alla sua.

Nicola Campiotti esordisce con un’opera potente e profonda, Tutto tra noi è infinito, che si distingue immediatamente per la sua intensità emotiva e per la delicatezza con cui tratta temi universali come l’amore, la perdita, la solitudine e la resilienza.

Il romanzo si impone fin dalle prime pagine come un’esperienza di lettura che coinvolge intimamente, trascinando il lettore in una riflessione profonda sulla vita e sui suoi molteplici significati.

La narrazione si sviluppa attorno alla figura di Teo, un personaggio complesso e ricco di sfaccettature che sembra prendere vita dalle pagine. Campiotti costruisce il protagonista con una tale precisione psicologica e narrativa da rendere impossibile al lettore non empatizzare con lui. Teo diventa un compagno di viaggio, una figura con cui dialogare e attraverso la quale esplorare le proprie esperienze personali. La sua vita si srotola davanti agli occhi del lettore come un lungo cammino, segnato da sofferenze profonde e da momenti di inaspettata gioia, offrendo una lente privilegiata per indagare la condizione umana.

Lo stile di Campiotti è riflessivo e meditativo, ma mai pedante o eccessivamente filosofico.

Al contrario, la sua prosa scorre con una leggerezza sorprendente, accompagnando il lettore in una sorta di respiro zen, capace di offrire una pausa dalle frenesie quotidiane. Questo equilibrio tra profondità e accessibilità è uno dei punti di forza del romanzo, che si fa portatore di un messaggio universale senza mai risultare didascalico o moralistico. L’autore non si erge a maestro di vita, ma invita il lettore a condividere un percorso di scoperta e di riflessione, accogliendo tutti senza giudizio.

La struttura del romanzo è sapientemente articolata in tre parti: Bambino, Ragazzo e Uomo. Ogni sezione rappresenta una fase cruciale della vita di Teo, descrivendo in maniera dettagliata e vibrante le esperienze che lo plasmano e lo trasformano.

Nella prima parte, Bambino (sottotitolata “i bambini sono tutti a giocare”), Campiotti ci racconta la nascita di Teo e i primi traumi che segneranno profondamente la sua infanzia. L’evento centrale è il furto dei regali matrimoniali dei suoi genitori, un atto simbolico che porta alla disgregazione del nucleo familiare e alla separazione dei genitori. Questa frattura iniziale getta una lunga ombra sulla vita di Teo, delineando il suo percorso di crescita come una costante ricerca di un equilibrio perduto.

Nella seconda parte, Ragazzo (“i ragazzi si innamorano”), assistiamo all’entrata di Teo nell’adolescenza, una fase caratterizzata dalla scoperta dell’amore e del desiderio. È qui che incontriamo Vera, una figura femminile che assume un ruolo centrale nella narrazione. Vera è più di una semplice “prima cotta” adolescenziale; è una ragazza misteriosa, che dietro ai suoi sorrisi nasconde segreti torbidi e complessi.

Il rapporto tra Teo e Vera diventa simbolico delle contraddizioni di questa fase della vita: l’entusiasmo e l’ingenuità dei primi amori si scontrano con l’oscurità di verità non dette e di emozioni represse. Campiotti descrive con grande maestria questa fase di transizione, catturando l’essenza dell’adolescenza come un periodo di esplorazione ma anche di vulnerabilità estrema.

La terza parte, Uomo (“gli uomini cercano un senso nel loro cammino”), segna il passaggio definitivo alla maturità, ma non è una transizione priva di sofferenze.

Qui, Campiotti pone Teo di fronte a una serie di rivelazioni sconvolgenti che gettano nuova luce sul suo passato.

Le bugie che hanno segnato la sua vita vengono progressivamente svelate, una dopo l’altra, conducendo a un evento traumatico che scuote profondamente il lettore. È in questa parte che il romanzo raggiunge il suo climax emotivo e narrativo, con Teo che deve confrontarsi con la realtà dura e spesso incomprensibile della vita adulta. Il tema della ricerca di senso diventa centrale: Teo, ormai adulto, si trova a dover fare i conti non solo con le sue scelte, ma anche con quelle delle persone che gli sono state vicine, in un viaggio interiore che è al contempo personale e universale.

Nicola Campiotti dimostra una straordinaria abilità nel trattare i temi della sofferenza e della speranza senza mai scadere nel sentimentalismo.

Il suo stile è lirico e musicale, con parole scelte con estrema cura e precisione, capaci di evocare emozioni profonde e di rendere palpabile la complessità dei sentimenti umani. Le sue frasi, dolci come una melodia ma anche taglienti come lame affilate, risuonano con una forza vibrante che cattura il lettore e lo costringe a confrontarsi con le proprie esperienze di vita. Il contrasto tra dolcezza e durezza è uno degli elementi più affascinanti del romanzo, che riesce a bilanciare momenti di grande delicatezza con altri di cruda verità.

Tutto tra noi è infinito non è solo un romanzo di formazione, ma un’opera che esplora i limiti e le possibilità dell’esistenza umana.

Il titolo stesso suggerisce una riflessione sul concetto di infinito, inteso non solo come un riferimento all’amore che lega i protagonisti, ma anche come una metafora della vita stessa: un viaggio imprevedibile, talvolta doloroso, ma che vale sempre la pena di essere vissuto. Il finale del romanzo, che lascia il lettore con una domanda aperta, è emblematico di questa visione: fino a che punto dobbiamo lottare per rimanere fedeli a noi stessi, e quando è giusto lasciarsi andare alla forza del destino? 

Nicola Campiotti firma un debutto letterario straordinario, un’opera che colpisce per la sua maturità e per la sua capacità di toccare corde intime e universali.

Tutto tra noi è infinito è un romanzo che non si dimentica facilmente, un viaggio emotivo e intellettuale che lascia il lettore arricchito e trasformato.

Un debutto da dieci su dieci, un libro che merita di essere letto e riletto, per scoprire ogni volta nuove sfumature e significati.

Il finale di Tutto tra noi è infinito arriva con la forza di uno schiaffo, improvviso e devastante, lasciando il lettore senza fiato. Se fino a quel momento Campiotti aveva accompagnato il suo pubblico attraverso un crescendo emotivo, con momenti di riflessione e intima connessione con il protagonista, è nell’ultimo atto che la narrazione esplode in tutta la sua potenza. Il plot twist è un colpo narrativo magistralmente orchestrato, che arriva quando il lettore meno se lo aspetta, ribaltando ogni aspettativa.

Le rivelazioni finali sono sconvolgenti, tanto da costringere il lettore a riconsiderare l’intero percorso di Teo sotto una luce completamente nuova.

Le bugie accumulate nel corso della vita del protagonista si svelano tutte insieme, con una brutalità che non lascia spazio a compromessi. È come se l’autore avesse trattenuto fino all’ultimo il colpo più duro, per poi liberarlo con una precisione chirurgica, lasciando il lettore stordito, come dopo un pugno in pieno volto. La maestria di Campiotti sta nel costruire un finale che non si limita a sorprendere, ma scuote profondamente, obbligando a fare i conti con verità che fanno male.

Quel senso di sospensione, di attesa, che permea tutto il romanzo trova qui la sua piena realizzazione, in un evento che toglie il respiro. È come se il vento della tempesta, che per tutto il libro sembrava in procinto di placarsi, si alzasse improvvisamente con una furia incontenibile, travolgendo tutto e tutti, senza pietà. E così, proprio quando il lettore pensa di aver capito tutto, di aver trovato una bussola per orientarsi, la realtà cambia di colpo, lasciando dietro di sé solo macerie emotive.

Il lettore si trova costretto a fare i conti con un finale amaro ma dolce, c’è solo la consapevolezza che, proprio come Teo, siamo tutti chiamati a lottare contro il vento della tempesta, per non essere inghiottiti dagli abissi della vita.

Nicola Campiotti è nato a Roma nel 1982. Laureato in Filosofia, lavora come regista per il cinema e la televisione. Tra i suoi lavori più recenti, ci sono il documentario Sarà un paese, patrocinato da Libera e da Unicef, i film Il mondo sulle spalle, interpretato da Beppe Fiorello, e La stoccata vincente con Flavio Insinna.

Ha partecipato alla regia delle serie Rai Braccialetti rossi 3 e A un passo dal cielo 4. Collabora con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite – UNDP per raccontare e dare voce alle ragazze e ai ragazzi che nel mondo si occupano di fronteggiare i cambiamenti climatici proponendo soluzioni concrete. Tutto tra noi è infinito è il suo primo romanzo.

Autore

  • Gabriel Uccheddu

    Gabriel Uccheddu nasce a Roma in una caldissima giornata di agosto. Nel 2020 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Mancavi solo tu’’ ispirato alla sua attività di volontariato di clownterapia che conduce negli ospedali di Roma; a questo è seguito un breve racconto pubblicato in self-publishing: “L’anima salvata’’. Attualmente sta concludendo gli studi del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università di Tor Vergata (Roma Due), dove ha modo di approfondire tematiche importanti sotto ogni punto di vista. Le sue passioni sono i libri, la scrittura e il cinema. Ama il contatto con il pubblico e gestisce un blog Instagram dove intervista autori e promuove la lettura. Ama stare a contatto con la natura e cucinare ottimi piatti della tradizione romana mentre sorseggia un calice di vino rosso. Seguimi su Instagram https://instagram.com/bribooks.ufficiale?

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