Trudy di Massimo Carlotto
SINOSSI
Un ex commissario ai vertici di un’agenzia di security, una giovane di provincia il cui marito è scomparso. Due persone che vengono da mondi lontanissimi e che si ritrovano al centro di un intrigo di potere. Un gioco dove ognuno fa le sue mosse nell’ombra, mentre la posta sul tavolo diventa sempre più alta. Dopo aver letto “Trudy”, camminando per strada ti verrà voglia di guardarti le spalle. Ludovica Baroni era una commessa. Poi un matrimonio che sembra quello giusto e la sua vita cambia.
Quanto e come non l’avrebbe mai immaginato. Da un giorno all’altro l’uomo che ha sposato, uno dei più importanti commercialisti di Lecco, sparisce. Né la polizia né lei stessa – che fra lo sconcerto generale se ne va in vacanza sulla riviera romagnola – paiono molto interessati a cercarlo. Strano, perché invece c’è chi è disposto a pagare un sacco di soldi pur di sapere che fine ha fatto, a ingaggiare una società che si occupa di sicurezza e a richiedere l’attenzione speciale di Gianantonio Farina, che nella ditta i soci chiamano il Grigio e i dipendenti il Dottore. Lui è il responsabile delle «indagini non autorizzate».
Tipo questa, così riservata che in pochissimi ne conoscono la ragione. Farina fa spiare Ludovica, la fa pedinare, intercettare. Le assegna anche un nome in codice: Trudy.
Tutto è sotto controllo. O forse no.
RECENSIONE
La prima cosa che mi ha colpito, leggendo Trudy, è che si tratta di un noir che suona come una inchiesta giornalistica.
Da una parte pesa senz’altro una certa vicinanza, anche geografica, ad alcune delle vicende che fanno da sfondo e premessa ad una parte degli avvenimenti narrati con una maestria quasi profetica.
Da un’altra c’è che Carlotto è uno che fa ricerca sul campo e si documenta fin nei minimi particolari.
Infine c’è da considerare che certe dinamiche di potere sono ormai tanto consolidate che in nessun momento si avverte la minima incredulità, tantomeno quindi il bisogno di sospenderla.
Fatto sta che leggendo date e nomi viene spontaneo chiedersi chi sia l’alter ego reale del tal personaggio o quale fatto di cronaca resti mimetizzato dall’artificio letterario.
E il risultato è che si chiude il libro molto meno tranquilli di quando lo si era aperto.
Al recensore spetta adesso motivare questa inquietudine senza cadere nello spoiler, cosa che proverò a fare accennando appena ad alcuni dei tanti temi che Trudy affronta, in una narrazione concisa ma decisamente stratificata.
Senza spiegoni inutili ma attraverso una vicenda che l’autore rende semplice da seguire, Carlotto ci mostra come il business della sicurezza sia ormai indirizzato verso una privatizzazione che ricalca, per dinamiche e moventi, quella in atto ormai da decenni nel settore della salute.
Le dimensioni di questo mercato spaventano, ma non quanto la permeabilità che organizzazioni private inevitabilmente presentano ad interessi diversi.
Imprenditori che pretendono sia garantita la continuità del business con ogni mezzo necessario, servizi segreti stranieri che intendono aumentare la propria sfera di influenza, politici in cerca di informazioni, malviventi. Chiunque abbia interesse al potere militare o di intelligence su un territorio è potenziale cliente delle agenzie di security cui la politica ha regalato nel tempo un’ampia zona grigia su cui esercitare un controllo.
Grande assente, in questa trama di interessi e reciproche garanzie, è lo Stato inteso come istituzione testa a tutelare gli interessi della collettività.
Eppure i grandi giochi di potere che lasciano sconcertato il lettore, sollevando interrogativi legittimi sulla società in cui viviamo, sono soltanto lo sfondo davanti al quale si snodano le vicende personali e concretissime di due donne solo apparentemente diverse.
Una è Serena, moglie di un sindacalista vittima di un pestaggio commissionato da un imprenditore.
L’altra, il cui nome in codice regala il titolo al romanzo, è una donna a cui la vita ha offerto l’orizzonte massimo delle possibilità cui, per ambiente e condizioni, potesse legittimamente aspirare e che, messa di fronte al prezzo del privilegio, riesce a trovare in sé il limite che non è disposta a superare.
Entrambe combattono una battaglia in cui sono coinvolte dalla nascita, ognuna coi propri mezzi, la propria cultura e il proprio grado di consapevolezza. Ognuna costretta in un mondo in cui, per genere e classe, non è prevista come soggetto ma solo come oggetto al servizio di un potere, economico e/o sociale.
Alla fine, sorprendentemente, si rivelano entrambe capaci di sfuggire in qualche modo al percorso che altri avevano previsto per loro.
Gli altri, gli uomini, sono figure quasi unanimamente sgradevoli sia che si tratti di manifestazioni di quella stupidità del male che caratterizza tanti villain di King, come Alex e la sua esigenza di confermarsi continuamente omo vero, sia che si tratti di cani da guardia del potere come Farina.
Oltre questo binomio di un bene e male mai tanto sfumati resta la schiera di coloro che per denaro non si fanno alcun pensiero nel ricorrere alla violenza, siano questi “onesti” imprenditori che ormai vedono la legalità come valore teorico e non come base della convivenza civile, oppure manovali della violenza come i colombiani, per i quali uccidere qualcuno è semplicemente un altro giovedì.
Trudy è un libro che si fatica a posare e le 216 pagine sono volate via in meno di due giorni. Eppure lascia il palato con la sensazione di certe radici, un gusto amaro a cui non siamo abituati e di cui paradossalmente vorremmo ancora un assaggio.
Titolo: Trudy Autore: Massimo Carlotto Editore: Einaudi Pagine: 216 Anno: 2024
AUTORE
Massimo Carlotto è nato a Padova, dove vive. È considerato uno dei migliori scrittori di noir e hard boiled a livello internazionale. I suoi romanzi sono tradotti nelle principali lingue. Per Einaudi ha pubblicato, con Francesco Abate, il bestseller Mi fido di te (2007 e 2015), Respiro corto (2012), Cocaina (con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo, 2013), con Marco Videtta, i quattro romanzi del ciclo «Le Vendicatrici» (Ksenia, Eva, Sara e Luz; la serie è stata ripubblicata nei Super ET nel 2014) e Trudy (2024).