Ritorno a casa: la ridondanza descrittiva affossa la trama
SINOSSI
Adelaide Hills, Vigilia di Natale 1959. Non si registra un’estate così calda da decenni. Strizzando gli occhi verso il sole, tutti si chiedono quando quel caldo torrido li lascerà in pace. È il tramonto della vigilia di Natale, quando Percy Summer, il fattorino del paese, si avventura tra le colline e fa una scoperta agghiacciante.
Nei pressi di una sontuosa tenuta di campagna, una donna e i suoi bambini si sono appisolati dopo un picnic. O almeno questo è quello che Percy ha creduto a una prima occhiata: in realtà sono tutti morti. La polizia apre un’indagine e la piccola città di Tambilla sprofonda in uno dei casi di omicidio più sconvolgenti della storia dell’Australia Meridionale. Londra, dicembre 2018. Jessica Turner-Bridge è una giornalista in cerca di una storia.
È stata licenziata e ha un disperato bisogno di lavorare. Una telefonata improvvisa, però, la richiama nella sua città natale, Sydney. L’amata nonna Nora è ricoverata in ospedale in seguito a una caduta e, quando Jess va a trovarla, sembra non sia rimasto nulla della donna coraggiosa che conosceva. Incuriosita dalle parole incomprensibili che la nonna le sussurra, Jess inizia a scavare nella polvere di Darling House, la casa della sua infanzia, e quello che scopre è sconcertante: il terribile omicidio della vigilia di Natale del 1959 è rimasto irrisolto per decenni e pare abbia inquietanti collegamenti con la famiglia di Jess, che cercava una storia, ma non immaginava di imbattersi proprio nella sua.
RECENSIONE
Le promesse di un romanzo non sempre vengono mantenute. Ritorno a casa, vista la sinossi, si presentava con un buon potenziale, promettendo rivelazioni e colpi di scena inaspettati.
Il classico “Whodunit” con un’intera famiglia avvelenata, fra cui il probabile sospetto, è un escamotage narrativo che grandi maestri, più della Morton, hanno magistralmente sfruttato in molti romanzi.
Il titolo, la trama, l’ambientazione (e la Morton non è nuova ai ritorni e alle dimore) sembravano entusiasmanti. Purtroppo, rimane solo il sembravano!
La mia opinione? Un incubo lungo 590 pagine.
Sembra che la Morton ci inviti ad una seduta spiritica letteraria, promettendoci un’esperienza noir irripetibile ne Ritorno a casa. Purtroppo, la seduta degenera rapidamente in un lungo e tedioso incubo.
Il passato che ritorna e una stirpe di donne si sussegue, ma ognuna è priva di una propria identità, difficile trovare i loro punti di forza o peculiarità.
Alla mancanza di ritmo narrativo e di suspence troviamo importanti i momenti di stallo, manca di dinamismo, e le descrizioni a gogò …
Un esempio?
“Gli uccelli volavano nel cielo. Le lucertole si riscaldavano sulle rocce poco lontane. I serpenti strisciavano tra l’erba alta e secca del paddock più in là. Tutt’intorno i rumori dell’estate australiana si intensificarono fino a formare una melodia pomeridiana profondamente soporifera, fatta di grilli che cantavano, foglie che sussurravano, uccelli che cinguettavano tra le cime dei giganteschi eucalipti”
L’autrice sembra aver confuso la ricchezza descrittiva con la ridondanza, affogando il lettore in un mare di narrazioni faticose.
A tal proposito vorrei ricordare Donna Tartt: Il Cardellino è un romanzo corposo di novecento pagine, ma la sua narrativa è talmente limpida e scorrevole da rendere la lettura estremamente gradevole, crea un mondo ricco e sfumato; K. Follett, I pilastri della terra (solo per citare il primo della serie), oltre 1000 pagine di una storia indimenticabile!
Non mi dilungo nella descrizione dei personaggi: tre donne, tre generazioni di donne. Jess, la più giovane, in guerra con la madre ma adora la nonna. Si propone come deus ex machina, ma viene travolta da sé stessa. Anzi, la Morton la travolge e diviene una figura come tante, ora vanno di moda le giovani giornaliste investigatrici
“l’istinto investigativo che aveva affinato negli ultimi vent’anni lavorando come giornalista si mise in allerta. Dovevo scoprire di più su Isabel Turner, la donna della foto e precisamente cosa avesse preceduto quel pomeriggio in riva al torrente”
Polly, madre di Jess, è descritta come un’emarginata, ma le motivazioni del suo allontanamento da Nora, nonna di Jess, rimangono vaghe e poco convincenti.
Nora è invece la nonna, un buon esempio di donna calcolatrice e manipolatrice.
Il restante parterre di personaggi, seppur numerosi, risulta poco incisivo, con figure difficilmente memorabili.
La storia non è solo ciò che viene narrato, ma anche il modo in cui viene narrato.
L’espediente narrativo utilizzato dalla Morton di inserire il libro “Come se dormissero” (Dan Miller, uno dei personaggi, è il giornalista autore del libro) all’interno del romanzo, è una tecnica affascinante e complessa. Ma va saputa usare e dosare. Un omaggio forse a Thilliez? Poteva essere accattivante offrendo, oltretutto, ampi margini di manovra. Tuttavia, un impianto così ambizioso si scontra con una narrazione che, in alcuni punti, risulta eccessivamente dispersiva. Un inutile espediente per allungare il brodo di una trama già debole e non nuova.
Esempi degni cui poteva far riferimento, a parte il grande Thilliez, “Il nome della rosa” di Umberto Eco, J. Grisham (I fantasmi dell’isola), due esempi in cui il tutto si amalgama creando un effetto di continuità.
Le ultime cento pagine di Ritorno a casa rappresentano un punto di svolta narrativo che, purtroppo, non riesce a risollevare le sorti di un’opera finora caratterizzata da un ritmo piuttosto lento.
L’autrice sembra infatti precipitare gli eventi verso una conclusione affrettata, in c.a 20 pagine sembra riscrivere l’intero libro, accumulando una serie di rivelazioni e colpi di scena che, sinceramente, poteva diluire nel corso della narrazione a scapito delle amate digressioni paesaggistiche.
Nonostante le indubbie capacità della Morton le consiglierei, da lettrice, LESS IS MORE!
TITOLO: Ritorno a casa
AUTORE: Kate Morton
EDITORE: HarperCollins Italia
TRADUZIONE: Roberta Zuppett
GENERE: thriller psicologico
Autrice
Kate Morton è un’autrice australiana. A 29 anni scrive il primo romanzo, Ritorno a Riverton Manor, pubblicato in Italia da Sonzongo nel 2007 e in una nuova edizione nel 2017; ma è con Il giardino dei segreti (Sperling & Kupfer 2010) che si afferma definitivamente sulla scena letteraria mondiale.
Affascinata dall’Ottocento, si è laureata con una tesi sulla tragedia nella letteratura vittoriana e ha svolto ricerche per un dottorato sul gotico nel romanzo contemporaneo.
Nel 2011 Sperling & Kupfer pubblica Una lontana follia, mentre nel 2013 esce L’ombra del silenzio. Nel 2016 è la volta di I segreti della casa sul lago. Tra gli altri titoli, Ritorno a casa (HarperCollins Italia, 2024).