Le sorelle di Lisistrata
Sinossi
Italia, domani, anzi oggi.
Era nell’aria da un po’ e alla fine è successo: il neonato governo di destra, guidato dal presidente del Consiglio Diego Cederna, ha approvato la cosiddetta “Legge della Buona Vita”, che spazza via la storica Legge 194 del ’78 sull’interruzione volontaria di gravidanza: in Italia l’aborto diventa reato.
Tra le tante voci che si levano in protesta, c’è quella di Gaia Zavattini, giovane parlamentare dell’opposizione, che, impotente e amareggiata, posta sui social uno sfogo che suona come una chiamata alle armi. Rievocando l’antica ribellione di Lisistrata, la protagonista della più celebre commedia di Aristofane, invita le donne a sottrarre il loro corpo al desiderio degli uomini, a fare un vero e proprio sciopero del sesso fino a quando quella mostruosa legge, che proprio sul corpo delle donne agisce, non sarà cancellata.
Quello di Gaia è uno slancio impulsivo figlio di rabbia e frustrazione, ma l’iniziativa diventa inaspettatamente virale, attirando un numero enorme di adesioni femminili, che cresce di giorno in giorno. È l’inizio di una feroce battaglia che vedrà il paese spaccarsi a metà, diviso tra il movimento delle Sorelle di Lisistrata, guidato dalla pacifica ma risoluta Gaia, e i sostenitori della Legge della Buona Vita, capeggiati dal cinico premier e da un esagitato ministro della Famiglia.
Le conseguenze sociali e politiche dello scontro saranno più assurde e violente di quanto chiunque avrebbe potuto prevedere.
Federico Baccomo sfodera la sua penna più brillante, caustica e dissacrante e inventa una geniale provocazione letteraria: un romanzo che risuona come un’inquietante profezia.
Recensione
« In seguito si disse che nessuno avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe successo »
Un incipit che promette di abbattere ogni scetticismo apre questo volume che, sin dalle prime pagine afferra alla gola e costringe a portarne avanti la lettura.
Non importa che siate lettori cinici e disincantati, o, al contrario, pronti a farvi rapire nei gorghi delle narrazioni, Baccomo riuscirà a convincervi velocemente dell’opportunità di quella strana didascalia, “romanzo profetico”, di piccole dimensioni, ma ben visibile in copertina.
È un gioco di finzione sottile, quello messo in campo dall’autore, una commedia satirica separata dalla realtà da un finissimo velo: il primo elemento che permette di presagire la vicinanza al nostro presente è l’uso che viene fatto del linguaggio. Riconoscibile già dalle prime righe, frutto di una scelta estremamente funzionale al dipanarsi della vicenda, essa viene narrata mediante l’impiego di un registro giornalistico.
Esattamente come un lungo articolo che ricopre una vicenda durata mesi, Le sorelle di Lisistrata, segue le vicende del Paese, articolato, come nella migliore tradizione di cronaca in “reale” e “legale”.
Il punto di partenza è il percorso mediatico e burocratico di approvazione di una nuova legge, che riflette gli interessi di un ipotetico governo spiccatamente rivolto a destra, che non esita a definirsi ultracattolico e ultraconservatore
La Legge della Buona Vita mira a smantellare i diritti sanciti dalla legge 194 del 1978, sull’interruzione volontaria di gravidanza, arrivando a dichiarare tale procedura illegale in ogni sua forma.
Tale provvedimento non lascia indifferente il Paese (o almeno la sua ipotetica minoranza), che esprime la propria contrarietà. Al centro del ciclone, in modo del tutto involontario all’inizio, la giovane deputata Gaia Zavattini, membro senza alcun ruolo cardine tra le fila dell’opposizione democratica.
La parlamentare, memore degli studi in Filologia, letteratura e storia dell’antichità, lancia dal proprio profilo instagram una provocazione: dal momento che il campo di battaglia è il corpo delle donne, invita le stesse a metterlo al centro della lotta, sottraendolo dal desiderio degli uomini mediante un vero e proprio “sciopero del sesso”, come Lisistrata e le ateniesi dell’omonima commedia di Aristofane.
Proprio come alcuni fenomeni della rete, l’appello di Gaia viene inaspettatamente rilanciato da un numero crescente di seguaci, «donne folli e ridicole che accoglievano l’invito a combattere un’improbabile e scriteriata battaglia».
Una serie di riscontri intimistici, ben presenti per chi vive una certa realtà fatta di conflitto sociale e azioni politiche, rende ancora più reale il racconto di Le sorelle di Lisistrata: da una parte Gaia, partita piena di dubbi e determinazione, che, di fronte a un’opinione pubblica divisa, ignora gli sfottò e si chiede invece come ampliare il fronte dello scontro, come coinvolgere altri gruppi di donne, necessariamente escluse dallo “sciopero sessuale”, come evitare di replicare i meccanismi oppressivi all’origine della protesta.
Dall’altra parte, il punto di vista di Enrico, il suo compagno, offre al lettore la possibilità di vivere le contrastanti emozioni di chi, spesso impreparato, si trova accanto a qualcuno che vive per una causa, ovvero «quella donna sempre più chiusa nei propri ideali, sempre più coinvolta dalla sua battaglia, sempre più preoccupata e assente, sempre più combattuta e stanca».
La commedia, talvolta surreale, non tarda a evolvere in tragedia, e riesce a farlo senza perdere i propri toni satirici e scanzonati, quel riferimento al reale che fa sorridere e, a un tempo stesso, preoccupare.
L’intreccio narrativo, raccontato in una cronaca serrata, fatta di brevi capitoli da leggere tutti d’un fiato, contiene l’analisi puntuale di alcuni fenomeni che interessano su base quotidiana il nostro Paese.
La piccolezza dei giochi di potere di una maggioranza arrogante e ignorante e di un’opposizione miope e paternalista, giornalisti e opinionisti senza scrupoli e senza pudore, fatti di cronaca che influenzano la politica e fatti politici che influenzano la cronaca, e, sullo sfondo, la folla che protesta e dileggia, scende in piazza e odia sul web: tutti gli elementi si sommano in una fotografia della situazione italiana che risulta più attuale della vera attualità.
Perfino la descrizione della protesta di piazza, e la sua cattiva gestione, progettata a tavolino, sembra l’onesta riproposizione di fatti accaduti e che accadono ogni giorno, in Italia.
L’analisi accurata e impietosa dei venti che spazzano questo Paese: «una nazione fondata sull’emotività, geneticamente incapace di assumersi una responsabilità che fosse una, una nazione che non voleva, non credeva, mai si sarebbe aspettata che», insieme alla vicenda raccontata, basata sulla messa al centro del discorso il corpo delle donne, sul quale, troppo spesso, tutti si sentono in diritto di pontificare (a scapito delle dirette interessate), rendono questo libro – Le sorelle di Lisistrata – una sorpresa inaspettata, inedita nel panorama narrativo italiano e per questo imperdibile.
Titolo: Le sorelle di Lisistrata
Autore: Federico Baccomo
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Autore

Federico Baccomo è nato a Milano nel 1978. È autore di diversi romanzi, tra cui Studio illegale (Marsilio, 2009) e Woody (Giunti, 2015). Per Mondadori ha pubblicato Che cosa c’è da ridere (2021) e Sull’isola (2023). Oltre ai romanzi, scrive per il cinema, il teatro e la televisione. Ha sceneggiato, tra le altre, la serie tv Call my agent – Italia, per la quale ha vinto il Nastro d’Argento.