INCASTRATI
INCASTRATI

INCASTRATI. John Grisham – Jim McCloskey

INCASTRATI Storie vere e incredibili di condanne ingiuste

Molte persone passano gran parte della vita in carcere senza aver commesso alcun crimine. Quello dell’ingiustizia è un tema centrale in tutte le opere di John Grisham, che in questo libro ha deciso di raccontare dieci casi sconvolgenti insieme a Jim McCloskey, da molti anni in prima linea per restituire la libertà agli innocenti. Si tratta di storie tragiche, talvolta assurde, che lasciano con l’amaro in bocca e un senso di profonda incredulità. Drammi umani che svelano aspetti crudeli e altrettanto coraggio. Coloro che finiscono in questa situazione si ritrovano in trappola e sacrificano decenni della loro vita e tutto ciò che hanno di più caro in prigione, rischiando la pena capitale mentre i veri colpevoli restano fuori. Da cosa nascono queste condanne ingiuste? Razzismo, negligenza, collusione, testimonianze false e corruzione tra le forze dell’ordine e nelle aule dei tribunali rendono difficilissima la scarcerazione di persone condannate all’ergastolo o a morte senza ragione, e spesso contro ogni evidenza e ogni logica. Documentato impeccabilmente e narrato in modo avvincente, Incastrati descrive l’ingiustizia subita dalle vittime del sistema giudiziario americano e le dure battaglie per ottenere la loro assoluzione e salvare le loro vite.

“E vorremmo che fosse anche uno stimolo allo spirito d’iniziativa politico di cui la società avrebbe bisogno per cambiare le leggi, le prassi e le procedure inique che sono alla base di ogni condanna ingiusta”

Per recensire, o meglio, per commentare Incastrati dovremmo usare le parole dei due autori, noi non possiamo aggiungere niente. Questa premessa non è un’ammissione di impotenza critica, ma piuttosto un’indicazione precisa della natura dell’opera. Incastrati non cerca artifici retorici o abbellimenti narrativi; la sua forza risiede nella nuda e cruda esposizione dei fatti. Il valore dell’opera risiede proprio nella sua capacità di far parlare i fatti.

Questo ci porta a considerare Incastrati non come un romanzo, ma come un atto di testimonianza, un “libro-documento”. Questa definizione è cruciale perché sposta il focus dell’analisi. Non ci troviamo di fronte a una finzione, ma a una raccolta di storie vere, di vite spezzate da errori giudiziari. 

Incastrati si configura quindi come una testimonianza potente della fallibilità del sistema giudiziario, un’opera di denuncia sociale che invita alla riflessione e all’azione.

Un’affermazione che riassume il senso di questa recensione atipica. 

Incastrati non è un libro da giudicare secondo i canoni tradizionali della critica letteraria; è un libro da leggere, da meditare e, soprattutto, da cui trarre spunto per un impegno civile a favore di una giustizia più giusta.

Non un semplice resoconto di errori giudiziari, ma una denuncia di un sistema che, per diverse ragioni (errori investigativi, testimonianze false, pregiudizi, inadeguatezza della difesa), condanna degli innocenti. 

La sua forza risiede nella verità delle storie che racconta e nella competenza dei suoi autori. 

La veridicità delle storie è il fondamento su cui si basa l’intera opera. 

Incastrati è scritto a quattro mani, J. Grisham e Jim McCloskey, fondatore di Centurion Ministries, un’organizzazione che si batte per la liberazione di innocenti condannati ingiustamente. Il libro presenta dieci casi esemplari di errori giudiziari, offrendo uno spaccato inquietante di un sistema che troppo spesso fallisce nel suo compito di garantire giustizia.

Grisham e McCloskey un connubio efficace. Il ritmo narrativo è eccellente, nonostante la natura non-fiction dell’opera, le storie sono raccontate con empatia e senza sensazionalismi. L’obiettivo non è intrattenere, ma informare e sensibilizzare. 

Incastrati non è una lettura facile. Tuttavia, è una lettura necessaria, un monito.

Uno degli aspetti più significativi del romanzo è la sua capacità di trascendere il contesto americano. Sebbene le storie narrate siano ambientate negli Stati Uniti, le dinamiche di ingiustizia che emergono – la discriminazione, la corruzione, l’inadeguatezza del sistema di difesa – sono purtroppo riscontrabili in molti altri paesi, rendendo il libro una denuncia di portata universale.

Il concetto “la giustizia è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri” (resa celebre da George Orwell in “La fattoria degli animali”) denuncia la profonda discrepanza tra l’ideale di giustizia uguale per tutti e la realtà dei fatti. Questa critica non mette in discussione il principio di uguaglianza di fronte alla legge, ma la sua concreta attuazione.

Questo non significa necessariamente che ci sia una volontà esplicita di discriminare, ma che i pregiudizi inconsci e le dinamiche sociali possono creare un sistema iniquo (concetto ampiamente esplorato nella letteratura, nel cinema e in altre forme d’arte. Da segnalare letture come “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee o “La fattoria degli animali” di George Orwell).

Detto questo, la domanda conclusiva che dobbiamo porci è “cosa possiamo fare?  

Perché la legge per alcuni è più uguale che per altri’?

Non ci sono risposte semplici a interrogativi così complessi, ma possiamo delineare alcuni punti chiave, come la presa di coscienza del problema. Sicuramente promuovere una maggiore attenzione alla deontologia professionale con particolare considerazione ai temi dei diritti umani e della presunzione di innocenza, un maggiore controllo sull’operato della magistratura

Questo non significa mettere in discussione l’indipendenza della magistratura, ma garantire che il suo potere sia esercitato in modo responsabile e trasparente.

Non esiste quindi una soluzione unica e definitiva alla “mala giustizia”. Si tratta di un problema complesso che richiede un approccio multidimensionale, che coinvolga le istituzioni, la società civile e i singoli cittadini. 

Incastrati ci offre una testimonianza preziosa e ci invita a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie. Il cambiamento è possibile, ma richiede un impegno costante e una volontà condivisa di costruire un sistema giudiziario più giusto ed equo per tutti.

John Grisham

“E’ di capitale importanza che il lettore creda all’accuratezza di ciascun racconto. Io, scrivendoli, ho fatto del mio meglio per non tradire né violare la sua fiducia”

FOCUS

Inserto fotografico

Note finali

L’inclusione di inserti fotografici rappresenta una scelta editoriale di grande impatto.

Le immagini dei protagonisti delle storie narrate umanizzano le vicende, rendendo le ingiustizie subite ancora più tangibili e commoventi. Vedere i volti delle persone che hanno trascorso anni in carcere per crimini non commessi crea un legame emotivo con il lettore, amplificando la portata del messaggio di denuncia. Le fotografie non sono semplici illustrazioni, ma diventano parte integrante della narrazione, testimonianze visive di una realtà spesso ignorata.

Gli autori citano le fonti utilizzate per la ricostruzione delle vicende, fornendo riferimenti a documenti processuali, articoli di giornale e testimonianze. Vengono menzionati i nomi di avvocati, giornalisti e persone che hanno contribuito alla revisione dei casi, offrendo un quadro completo del contesto in cui si sono svolti i fatti. Questa precisione e trasparenza rafforzano la credibilità dell’opera, dimostrando l’impegno degli autori nella ricerca della verità e nella corretta informazione.

JOHN GRISHAM 

Scrittore statunitense. Laureatosi in legge, per anni è stato avvocato penalista. Ha ricoperto incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives. Con il romanzo Il socio (Mondadori 1992, adattato per il cinema nel 1993 da Sydney Pollack), ha rinnovato le fortune del genere legal-thriller, o più precisamente del courtroom-thriller, cioè il romanzo giallo d’ambientazione giudiziaria. A questa formula l’autore è rimasto fedele anche nei molti romanzi successivi, spesso all’origine di popolari film: Il rapporto Pelican  (1992), la cui versione cinematografica venne realizzata nel 1993 da Alan J. Pakula; Il momento di uccidere (1992); L’uomo della pioggia (1995), portato sullo schermo nel 1997 da Francis Ford Coppola; La giuria (1996); Il partner (1997). Tra i romanzi pubblicati recentemente in Italia si ricordano: Il professionista (2007), Io confesso (2010), I contendenti (2011), The Racketeer (2013), I segrety di Gray Mountain (2014), Theodore Boone. Il fuggitivo, L’avvocato canaglia (entrambi del 2015), L’informatore (2016), Il cliente (2016), Il caso Fitzgerald (2017), La grande truffa (2018), La resa dei conti (2018), L’avvocato degli innocenti (2019), L’ultima storia (2020), Il tempo della clemenza (2020), Il sogno di Sooley (2021), Lo scambio (2023), I fantasmi dell’isola (2024). Dal L’editore italiano di riferimento è Mondadori. Nel 2002 vince il prestigioso Raymond Chandler Award, il premio letterario istituito da Irene Bignardi nel 1996 in collaborazione con il Raymond Chandler Estate dedicato alla scrittura noir che ogni anno laurea un maestro del genere.

JIM MCCLOSKEY

Jim McCloskey è il fondatore di Centurion Ministries, la prima organizzazione al mondo a battersi per la scarcerazione delle vittime condannate ingiustamente a morte o all’ergastolo. A tutt’oggi l’associazione ha liberato settanta persone condannate per crimini commessi da altri.

Prima di fondare la Centurion nel 1983, McCloskey è stato consulente di aziende americane e giapponesi. Ha poi conseguito un dottorato in Teologia al Princeton Theological Seminary. Nel 2020 ha pubblicato la sua autobiografia When Truth Is All You Have.

Autore

  • Nico

    Socia fondatrice della rivista Il Recensore.it, LA NEMESI nella redazione di IlRecensore.it è un po' il cane sciolto. La parte cattiva e sarcastica, se vogliamo dirla tutta. Non tollera gli scopiazzatori letterari! Oltre ai libri, tra le sue passioni, ci sono i ferri circolari.

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