In viaggio con samanta verso Catania
In viaggio con samanta verso Catania

In viaggio con Samanta verso Catania e i suoi borghi

In viaggio da Catania verso i suoi borghi

In viaggio con Samanta verso Catania - ilRecensore.it

Catania, terra di contrasti e bellezze, tra mare e montagna, strutture antiche, barocco nero e liberty, fiumi segreti, sabbia nera, ombrelli colorati, case intagliate nella pietra lavica, santi, teatranti e scrittori.

Mi capita di soffermarmi ai tanti romanzi ambientati a Catania e agli scrittori che sono stati ispirati proprio da questa terra.

Una leggenda vuole che la città sia stata distrutta sette volte e sette volte ricostruita.

Molti sono convinti che, la vecchia città, sia stata seppellita dalla colata lavica ma è, anch’essa, una legenda, dall’epoca romana a oggi Catania è stata solo sfiorata dalla lava.

L’ultima volta nel 1669: la lingua di fuoco coprì solamente una parte della città che si difese sia grazie alle vecchie mura di cinta ma anche grazie all’esperienza delle persone dei paesini che avevano dovuto lottare contro la lava mesi prima.

Nel 1693 invece fu il terremoto a distruggere la città e, nel 1700 la ricostruzione con uno stile tardo Barocco utilizzando soprattutto la pietra lavica del 1669.

Molte zone della vecchia città che sono riemersi grazie agli scavi degli archeologi, sono state coperte da nuove costruzioni, quindi dall’uomo, così come è avvenuto in altre città italiane.

Nel medioevo si pensava che le vecchie costruzioni fossero poco importanti così venivano coperte o distrutte. Ecco perché sotto il duomo di Catania ci sono le terme Achilliane e, sopra il vecchio teatro greco romano, costruirono case a partire dal medioevo fino all’Ottocento.

Teatro romano Catania - ilRecensore.it
Figura 2italyra.com teatro romano Catania

L’ultima volta che la città è stata distrutta non è stata a causa della natura e dell’Etna, ma dell’uomo: parliamo dei vari bombardamenti che subì la città a partine del mese di aprile del 1943 fino al più tremendo, quello dell’8 luglio 1943: molta gente, ironia del caso, si salvò grazie alla città sotterranea che per secoli era rimasta segreta, nelle viscere di Catania.

Oggi vi presento un mini tour letterario sui luoghi dove scrittori hanno vissuto e che hanno ispirato alcune pagine dei loro romanzi partendo da Catania verso borghi e paesi dell’etneo.

Giovanni Verga tra Barocco e Faraglioni

Casa del Nespolo

Verga non nasce a Catania ma qui rimase per tanto tempo, soprattutto gli ultimi anni della sua vita. La via dove lo si poteva incontrare molto spesso era la via Etnea. Giovanni Verga abitava in via Sant’Anna dove ancora si può visitare la sua casa e conoscere le abitudini di questo ecclettico uomo. La strada è una traversina di via Garibaldi, una delle vie simbolo del barocco siciliano che inizia da piazza Duomo e termina a Piazza Palestro con la Porta Garibaldi o Arco di Trionfo costruita per celebrare un secolo dalla distruzione della città a causa del terremoto.

Acitrezza
Acitrezza

Il libro che consiglio è I Malavoglia, ambientato ad Acitrezza, frazione di Acicastello.

Qui possiamo visitare la casa dei Malavoglia (un piccolo museo che custodisce anche foto del film di Luchino Visconti ispirato ai romanzi di Verga) e fare una piccola gita in mare tra gli scogli o faraglioni che, secondo una leggenda, sono quelli che il povero Polifemo lanciò a Nessuno, alias Ulisse.

Federico De Roberto tra Monasteri e Zafferana Etnea

Piazza Dante

Cominciamo col sottolineare che De Roberto, come suggerisce il cognome, non è del tutto siciliano, ma ha origini napoletane. La madre proveniva da un’importante famiglia siciliana, gli Asmundo che hanno lasciato tracce un po’ in giro per il centro storico catanese. Il palazzo Asmundo Gisira che ha i suoi balconi su piazza Mazzini è visitabile solo nei giorni del FAI; invece una parte del palazzo è diventato un albergo. Un altro palazzo degli Asmundo, nascosto in una traversina è stato scelto per delle scene del film Il Bell’Antonio.

Gli Asmundo contribuirono anche alla costruzione dell’Università di Catania, la Centrale di piazza Università!

Federico De Roberto era molto influenzato da Verga, anzi, provava per lui un’ammirazione incondizionata, purtroppo il verismo di Verga, quando De Roberto pubblicò I Viceré, non andava più di moda e, il romanzo, secondo molti critici, uno dei più bei romanzi sulla Sicilia mai scritti, passò in sordina. Forse parlare di nobili che, a causa di matrimoni consanguinei, sono un po’ deformi e tanto folli, non era l’argomento più gettonato in quel periodo. Sta di fatto che ne I Viceré Catania è descritta nella sua maestosità così come maestoso è il Monastero dei Benedettini che molti, sia nel passato che anche nell’epoca moderna, hanno paragonato alla reggia di Versailles.

In viaggio con Samanta - Zafferana etnea
Zafferana Etnea

Accanto al monastero si trova la chiesa di San Nicolò la Rena da cui si può accedere al belvedere e ammirare la città. A un tratto i personaggi grotteschi de I Viceré si trasferiscono a Zafferana Etnea come fece lo stesso De Roberto per problemi di salute.

Zafferana è un piccolo comune alle pendici dell’Etna e ha rischiato più volte di essere ingoiata dalla lava, soprattutto nei primi anni del 1990: è visitabile un percorso dedicato alla scia della lava e di alcune case sepolte. Dalla piazza di Zafferana Etnea si può ammirare tutto il golfo di Catania, l’Etna sembrerà più grande e si potranno assaggiare molti piatti tipici.

Brancati, luoghi scomparsi, la celluloide e la Plaia.

Piazza Duomo

I luoghi delle sue storie e la strada dove è cresciuto Vitaliano Brancati (è nato a Pachino in provincia di Siracusa ma già ragazzino viveva in un quartiere storico della città Etnea), sono scomparsi a causa della rivoluzione edilizia degli anni 50-60.

Per fortuna Brancati scriveva anche per il cinema e il cinema di quegli anni ha, in parte, immortalato alcune zone della città che purtroppo non esistono più.

Altre sono semplicemente state modificate, come la discesa Alessi che adesso è diventata la scalinata Alessi (la si vede in una scena del Bell’Antonio e in una scena di Paolo il caldo, film tratto dal romanzo postumo dello scrittore). Altri luoghi che possiamo ammirar sono la via Crociferi (gioiello dell’architettura barocca), Piazza Duomo, e Piazza San Placido.

Brancati viveva per tanti mesi all’anno in montagna, soprattutto nella già citata Zafferana Etnea, dove trovava ispirazione per scrivere i suoi romanzi. Adorava anche andare a mare, con precisione alla Playa di Catania

L’infanzia di Goliarda Sapienza

Palazzo Manganelli

Goliarda Sapienza è nata a Catania in piazza Cappellini, oggi Piazza Giovanni Falcone, a due passi dalla stazione centrale della città.

Tra le varie case (non avevano una casa di proprietà, l’affollata famiglia Sapienza-Giudice girovagò nel centro storico della città) visse da bambina in Piazza Manganelli proprio di fronte il grande Palazzo Manganelli.

Palazzo particolare nella sua costruzione (la prima costruzione è del XV secolo), adesso si presenta come un’imponente edificio in stile tardo barocco ornato con figure apotropaiche che andavano a trovare la piccola Goliarda nei suoi sogni (o incubi).

Il giardino pensile del palazzo è invece appoggiato nelle antiche mura di cinta della città che furono distrutte durante il grande terremoto del 1693. Come si legge nelle prime pagine di Lettera Aperta, la piccola Goliarda impara a nuotare a Ognina grazie al fratello Carlo. Ognina e il suo porticciolo è un piccolo gioiello della città, pieno di scogli in pietra lavica e casette sul mare, le tipiche casette dei pescatori. Qui, vivono anche le papere che si sono ambientate benissimo con l’acqua del mare. Altro luogo dell’infanzia di Goliarda è la Playa che frequentava da piccola col padre che la portava di notte a pescare con i pescatori della zona.

Playa Ognina
Ognina – foto web

Cristina Cassar Scalia e la Muntagna

Teatro Massimo - Catania
Teatro Massimo

Una delle cose che accomuna Cristina Cassar Scalia agli altri scrittori qui citati (a eccezion fatta per la Sapienza) è che non è nata a Catania ma la metropoli etnea è diventata la sua grande musa.

Dalla villa Bellini al Teatro Massimo (dove sono ambientate molte scene del telefilm ispirato alla serie di Vanina) si passa per i vari borghi della Muntagna, così come vien chiamata a Catania l’Etna.

ChiamatA, perché qui, per molti, l’Etna è fimmina ribelle.

A Sant’Alfio si trova il Castagno dei 100 cavalli che dà il titolo al suo ultimo romanzo. L’albero, secondo alcuni studiosi di botanica, sarebbe il più antico d’Europa, oltre a essere il più grande in Italia. Poi, tra i paesini dell’Etna, ci rechiamo nel paese più virtuoso d’Italia, Aci Bonaccorsi, chiamato anche “piccola Svizzera”. Nei romanzi della Scalia, Vanina vive in una villa proprio nei pressi di questo paese. Ma, dato che spesso si parla di vulcano e di Sabbia Nera, ci spostiamo sull’Etna.

Vanina si muove sul versante sud e anche noi andiamo sul versante sud, esattamente al Rifugio Sapienza da dove si può ammirare tutta la costa orientale della Sicilia.

Si può salire con la Funivia fino ai crateri e, dato che siamo in Sicilia e Vanina sarebbe d’accordo con questo consiglio, gustare dei prodotti tipici siciliani.

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Panorama golfo di Catania dall’Etna

Buona lettura e… buone vacanze.

Autore

  • Samanta Giambarresi

    Siciliana con la predilezione per gli scrittori siciliani. Ho scoperto la passione per la lettura quando mia sorella mi ha letto la novella La Giara di Pirandello. I libri sono mondi da scoprire, dove una storia bellissima, segreta, si svela pagina dopo pagina. Ho iniziato a scrivere recensioni nel 2006 per una rivista letteraria. Ho collaborato con varie riviste letterarie e case editrici. Scrivo e leggo ascoltando musica. Adoro accompagnare la lettura con bevande calde (che spesso si raffreddano mentre sono immersa nella lettura!)

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