Ciao Giulia, innanzitutto voglio darti il benvenuto su questa nuova rivista letteraria che vuole fornire contenuti di alta qualità ai propri lettori e voce a tutti coloro che compongono la filiera dell’editoria.
Editori, autori, editor, agenti, traduttori, illustratori, promoter, uffici stampa, influencers, librai: una intera filiera che svolge un lavoro nascosto e indispensabile per tutti coloro che amano i libri. Confrontarsi con le loro storie, la loro visione, è ciò che ci piace.
Ma veniamo a noi.
Giulia Ciarapica: book influencer, collaboratrice giornalistica, scrittrice, ideatrice del progetto scolastico Surfing on books, insegnante di critica letteraria alla Scuola Passaggi, collaboratrice con le Scuderie del Quirinale per il gruppo di lettura “Il filo nascosto”.
Nel 2018 pubblichi il saggio “Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché ”, nel 2019 esce il tuo romanzo d’esordio, “Una volta è abbastanza ” e nel 2022 “Chi dà luce rischia il buio ”.
1 – Da queste poche battute emerge un ritratto di te molto esplosivo, fai tantissime attività. Ma se dovessi rifare oggi la carta d’identità alla voce ‘Professione’ cosa metteresti?
Non c’è un termine che può condensare tutto quello che faccio; infatti, io dico sempre che sono una libera professionista nel mondo dell’editoria.
Ci sono tanti aspetti che compongono il mio lavoro. I corsi ora hanno un’importanza capitale, non solo per la mia formazione professionale personale, ma anche per avere il polso della situazione per quanto riguarda gli interessi, spesso anche di persone molto giovani, rispetto al mondo dell’editoria.
2 – Da grande cosa vuoi fare?
Voglio fare esattamente quello che sto facendo, la mia via spero che resti questa dell’editoria.
Continuare a scrivere per i quotidiani, a organizzare festival ed eventi, scrivere altri libri miei e insegnare.
Secondo me sto tracciando una via che potrebbe essere quella definitiva. Il mio lavoro, che mi permette di viaggiare tanto, di conoscere posti e di essere in contatto con tante persone, non cambierei per nulla al mondo. Sono in perfetto equilibrio.
3 – Cos’hai sul comodino da leggere in questo momento?
Sono una delle poche persone che non legge mai prima di andare a dormire.
Sulla mia scrivania in questo momento ho Ottiero Ottieri, uno scrittore del Novecento italiano che sto leggendo e ristudiando, e poi fra le novità ho appena concluso Le chiavi di casa di Paolo Ricchiuto edito da Giunti che è un thriller ad alta tensione che mi ha molto sorpreso. Libri sulla scrivania in attesa di essere letti ci sono L’amante fedele di Massimo Bontempelli che è una raccolta di racconti e Lo scoiattolo sulla Senna di Fabio Gambaro, un saggio su Italo Calvino.
4 – Oltre a essere bookstagrammer, bookblogger e giornalista sei anche – o forse sei innanzitutto – una scrittrice. Attiva nei social, sempre pronta a buttarti in qualche progetto che ti permetta di condividere la passione che hai per la lettura, FrontWoman di un movimento letterario che scardina gli orizzonti del bookstagram. Dal Social alla pubblicazione del tuo libro: rappresenti la meta a cui agognare. Ne sei consapevole?
In realtà, non ne sono consapevole perché tastando il terreno del mondo bookinfluencer oggi è molto più semplice arrivare alla pubblicazione grazie ai social e a quel tipo di esposizione.
Credo che la meta sia agognata ma credo che sia più raggiungibile grazie ai social.
Semmai è un utilizzo dei social corretto che fa la differenza e non sempre parliamo di grandi numeri – certo i grandi numeri fanno gola a tutti – ma è anche vero che poi bisogna controbilanciare con un’offerta che si dà al lettore che sia all’altezza delle storie che si vogliono raccontare.
Nel mio caso specifico, Rizzoli è arrivata a me ma io in realtà non avevo di sicuro il seguito che ho oggi, però forse l’interesse per una persona che aveva qualcosa da dire ha fatto sì che loro si rivolgessero a me.
5 – Tu insegni anche ai ragazzi delle scuole. Come si può far avvicinare i ragazzi ai libri, visto il ruolo predominante nella loro vita dei social? O meglio… i Social diventano il grimaldello per coinvolgere i più giovani a leggere? Il Booktok, portale magico di ogni adolescente, ha il potere di smuovere le vendite dei libri. È la nuova frontiera a cui mirano tutte le case editrici? Pronostichiamo… quanto durerà?
Il discorso è abbastanza complesso. Io sono sicura che i ragazzi ben stimolati dalla scuola, dalla famiglia e da persone che spieghino loro le cose in un modo coinvolgente, non noioso, e, soprattutto, trasmettano loro la bellezza di quello che studiano, possa essere un modo per avvicinarsi alla lettura.
Poi è chiaro che non a tutti può piacere leggere, non sono così intransigente. Questo, secondo me, oggi manca un po’ anche perchè i professori sono sempre messi in condizioni assurde a insegnare, non solo per gli stipendi bassi che tolgono la voglia di portare un entusiasmo in più, ma anche per via di orari e impegni collaterali che forse non permettono loro di approfondire certe cose.
Persone che creino contenuti utili anche su tik tok ai ragazzi per avvicinarsi alla lettura è molto auspicabile, però si deve essere coscienti del fatto che si parla a ragazzi molto giovani e si deve ricalibrare il linguaggio e non pensare che si possa avere la stessa velocità di instagram o facebook, che sono un altro mondo.
6 – Parliamo di Riviste letterarie. Che sia sul web, così come su qualsiasi giornale cartaceo, quale articolo attrae subito la tua attenzione e perché?
Gli articoli che in generale attraggono la mia attenzione sono quelli di opinione, in cui, in questo momento particolare, si parla di tematiche di genere o di violenza contro le donne. Io non sono una che ne scrive molto perché sono più portata a leggere e farmi una mia opinione.
7 – I Social propongono titoli che sono perlopiù novità editoriali. La CE si affidano ai BookInfluencers per dare visibilità ai libri che vogliono pubblicizzare. Siamo all’interno di un meccanismo consumistico, che trita titoli su titoli a discapito dei grandi Classici. Come sopravvivere a questo circolo ben poco virtuoso?
Il punto non è tanto il meccanismo trita-tutto, ma è il fatto che si pubblica troppo.
Se ne è parlato anche molto recentemente, ne hanno parlato Paolo Di Paolo e Loredana Lipperini.
Io sono d’accordo sul fatto che si pubblica troppo e che non possiamo stare dietro a tutto perché non è umanamente possibile e, soprattutto, perché concedere la giusta attenzione ai libri significa impiegare del tempo e io questo tempo devo spenderlo bene per veicolare il messaggio giusto.
In realtà sui grandi classici, però, io ho una posizione diversa. Non è vero che i grandi classici soccombono perché ci sono tante case editrici medio-piccole che ripubblicano classici in una nuova veste e su Instagram il classico sta tornando di moda. Per esempio, Utopia Editore che sta ripubblicando tutte le opere di Bontempelli, Deledda, Ottieri, secondo me, quindi, non è così giusto dire che i classici soccombono. Ci sono, per esempio, bookinfluencer come Ilenia Zodiaco o Emanuela Sorrentino che, invece, pubblicano contenuti che riguardano i grandi classici inglesi e russi. Ecco, io direi che è vero che si propende per la novità ed è normale che si cerchi di stare dietro al contemporaneo, ma non è totalmente vero che i grandi classici soccombono.
Grazie proprio a Tik tok è tornato in classifica Follia di Patrick Mc Grath che è considerato un classico contemporaneo. Qualcuno parla anche dei classici come Jane Austen o Dostoevskij, in quest’ottica intendo dire anche i grandi classici ti vengono a noia perché te li presentano non in maniera appetibile, al netto di questo non credo che ci sia una moria così forte.
8 – Il lato oscuro delle recensioni. Tanti sono i modi d’intendere il giudizio su un libro letto. IlRecensore.it ha nel suo DNA una feroce propensione per la verità. Quanto è difficile dare al lettore un #ConsiglioDiLettura veramente onesto? La dinamica che si instaura tra Influencer e CE corrode l’imparzialità necessaria per costruire una recensione equa?
Sul giudizio onesto o meno, in realtà non credo che sia così difficile.
Di sicuro il meccanismo CE che ti offre il libro in omaggio per recensirlo un po’ condiziona, però, secondo me, condiziona meno rispetto agli albori.
Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma soprattutto vedo molto un mood che io sposo: oggi, essendoci tantissime novità e avendo la possibilità di influenzare positivamente qualcuno, io scelgo di non portare neanche a termine la lettura di un libro che non mi è piaciuto e preferisco dire in separata sede alla casa editrice che preferirei non parlarne. Credo che questo sia un atteggiamento comprensibile.
Aggiungo un altro elemento.
Noi abbiamo la presunzione di saper fare tutto e schermandoci dietro al fatto che il giudizio è un’opinione personale ci sentiamo in diritto di dire la qualunque su qualunque cosa anche con dei modi che di garbato hanno poco.
Invece, non solo il fattore gentilezza, ma entra anche in gioco l’intelligenza intellettuale di capire che dietro un libro c’è una persona e quindi di non fare un tutt’uno fra persona e libro, di saper scindere le due cose e di capire la critica al testo non deve travalicare i confini del bon ton e farci andare di mezzo l’individuo non lo comprendono in tanti: si può fare una stroncatura degna di nota utilizzando le armi dell’ironia o un garbo che oggi hanno in pochi, ci vuole molto allenamento e leggerne tante come quelle di Manganelli per capire come si dice il vero su un testo senza trascendere nel grottesco.
9 – I Progetti per il futuro di Giulia Ciarapica?
Tanti. Il primo è tra qualche mese quando uscirà la mia prima graphic novel disegnata da Michela Di Cecio e uscirà per l’editore Round Robin ed è il mio primo racconto trasformato in fumetto, a cui tengo tantissimo perché era un piccolo grande sogno, ed è una storia ambientata sempre a Casette d’Ete con un mood tutto gotico e molto dark.
Dopo spero di portare avanti il gruppo di lettura con le Scuderie del Quirinale e anche progetti che non sono strettamente narrativi, ma magari di tornare alla forma del saggio che mi piace molto.
10 – Definisciti con un libro o con un autore e dicci quale è, secondo te, un autore/autrice da leggere assolutamente.
Di sicuro per indole caratteriale mi rivedo molto in Elsa Morante. Mentre come desiderio letterario, sebbene sia decisamente fuori dalla mia portata, mi ispira molto Dino Buzzati, in assoluto il mio scrittore preferito insieme a Massimo Bontempelli.
Un libro da leggere assolutamente è Stoner di John Williams, che dovrebbe essere letto da chiunque ami la letteratura (Giulia concordiamo appieno!), ma nella mia top five è entrata una scrittrice americana molto giovane che proviene dall’Ohio e che si chiama Tiffany McDaniel e pubblicata in Italia da Atlantide Edizioni, ho letto tutta la sua opera ed è una delle autrici più poetiche, dure, severe nella scrittura, ma anche così piene di speranza che io abbia letto negli ultimi anni: consiglierei Il caos da cui veniamo.
11 – Giorgio Manganelli, scrittore italiano (so a te caro) una volta ha detto “Tentiamo una definizione: lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura.” Tu sei scrittrice di un saggio e di due romanzi ‘familiari’, sei anche un’insegnante di critica letteraria e collabori con testate giornalistiche. Come si concilia questa citazione nella tua vita, professionale?
In realtà la parte della mia vita che è focalizzata sulla scrittura è minore rispetto all’attività che faccio sui libri degli altri e, quindi, mi verrebbe da dire che in effetti è così.
Lo scrittore puro, secondo me, è quello che poi di fatto è portato a ragionare meno sul senso della letteratura con una visuale lucida.
Forse chi resta fuori da quella soglia, ha questa lucidità che gli permette di contemplare gli universi letterari in modo più esaustivo. Credo che sia una cosa molto vera.
12 – Concludiamo questa intervista con questa frase. Poniti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Perché resto ancora a vivere a Casette d’Ete nonostante abbia un lavoro che mi porta spesso in giro? Sono rimasta qui, non solo perché le mie radici sono molto forti, ma perché sono in grado di controllarle o mi illudo di saper controllare.
Come ho scritto spesso nei miei romanzi, la provincia è una molla, è una madre che ti dà quello slancio per andare altrove pur richiamandoti a sé e questo gioco a me piace molto, me lo sento mio e mi rassicura.
Soprattutto rimanere qui significa avere una grande ispirazione e concentrazione perché qui non c’è niente e quel niente è sempre stata la molla per realizzare grandi cose, per me, e rimanendo qui mi darebbe ancora più soddisfazione.
Grazie mille Giulia per la tua gentilezza 🙂
Un Consiglio ben accetto
Tiffany McDaniel è nata in Ohio, dove vive, nel 1985. Ha esordito con il romanzo rivelazione “L’estate che sciolse ogni cosa” a cui hanno fatto seguito “Il caos da cui veniamo”, “Sul lato selvaggio” e la raccolta di poesie “Queste voci mi battono viva”.
“L’eclisse di Laken Cottle” viene pubblicato da Atlantide in prima edizione mondiale assoluta.
“Una ragazza diventa donna davanti al coltello. Deve imparare a conoscerne la lama. La ferita. A sanguinare. A portare la cicatrice senza smettere, in qualche modo, di essere bella e con le ginocchia abbastanza forti da poter strofinare il pavimento della cucina ogni sabato…”
Il nuovo potente romanzo dell’autrice de L’estate che sciolse ogni cosa.
Vincitore del premio FNAC 2020 e del Prix America 2020.
Indimenticabile, lirico, estremo, sconvolgente, il secondo romanzo dell’autrice rivelazione de L’estate che sciolse ogni cosa, idealmente ispirato alla vita di sua madre (nel libro Betty Lazarus) e alla famiglia di lei, conferma Tiffany McDaniel come la scrittrice americana più originale e coraggiosa della sua generazione.
Pubblicato ne I libri di Atlantide in anteprima mondiale a fine 2018, Il caos da cui veniamo è in continua crescita grazie al passaparola dei lettori e Tiffany McDaniel sempre più una grande autrice di culto per i lettori italiani.