Federica De Paolis
Federica De Paolis

Federica De Paolis e quella carezza speciale

FEDERICA DE PAOLIS

Buongiorno  Federica e benvenuta tra le pagine de ilRecensore.it, la rivista letteraria pensata per tutti i protagonisti di questa meravigliosa passione che è la lettura.

Federica De Paolis

Federica De Paolis è una dialoghista cinematografica e autrice italiana.

Ha insegnato all’Istituto Europeo di Design. I suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

Tra i titoli ricordiamo, Le imperfette (DeA Planeta Libri) vincitore del Premio DeA Planeta 2020, Le distrazioni (HarperCollins), Premio Selezione Bancarella 2023. Nel 2024 Federica De Paolis pubblica per Feltrinelli Da parte di madre ( QUI la nostra recensione )

1 – Rompiamo subito il ghiaccio con una domanda che racchiude mille possibilità:Perché scrivi? 

«Quando scrivo non sento lo scorrere del tempo, la pace scende su di me, le ore volano, le giornate sono sempre una nuova avventura.

Quando mi siedo la scrittura mi porta via, comanda. È un luogo magnifico, il posto dove mi sento meglio, mi fa stare bene. Benissimo.»

2 – Da parte di madre è il tuo recente romanzo in cui racconti la tua vita e quella di tua madre ed è anche, come dici,  un romanzo sulle donne. Un libro per metterti a nudo e per scoprire qualcosa di te stessa oppure una testimonianza preziosa per altre donne?

«Credo entrambe le cose. Ma che sia stato importante per le altre persone, l’ho scoperto solo dopo l’uscita del libro.

È una storia molto particolare la mia, eppure ricevo un quantitativo di messaggi impressionante dove (soprattutto le madri, le figlie) mi ringraziano, mi raccontano che hanno capito delle cose di loro stesse, del rapporto con la madre, del rapporto con la figlia. Questo è stato stupefacente, miracoloso, magnifico.»

3 – Nel tuo libro il sesso è un ingrediente fondamentale; quello che ti confidava tua madre, quasi come se tu fossi una sua amica del cuore (penso che i figli un po’ lo debbano essere nella vita con i propri genitori). Il sesso è sicuramente uno degli argomenti più ostici tra genitori e figli…questa naturalezza e libertà di pensiero ha condizionato  il tuo rapporto col sesso e cosa provavi quando tua madre ti faceva quelle confessioni? pensi che la società abbia ancora il grande tabù del sesso? 

«Mia madre era invasiva con i suoi racconti. Io ero troppo piccola per ricevere certe confidenze e sono dell’idea che la vita sessuale di un genitore non sia un tabù ma un mondo privato dal quale un figlio andrebbe escluso.

Ciò detto, penso che abbia influito sulla mia vita sessuale senz’altro, lei era una donna abbastanza libera e altrettanto mi sono sentita io.

Quanto alla società di oggi, credo sia capitalizzata dalla sessualità.

Tutto ruota intorno al sesso e aggiungerei anche con una certa insistenza abusiva. Gli ormoni sono nel commercio industriale come caramelle: chakra, Viagra, terapie sostitutive, pillole anticoncezionali, testosterone, ecc. Motori di ricerca come You porn, capitalizzano i numeri più alti di visualizzazione.

La pornografia confonde le idee dei giovani che perdono spontaneità.

Può essere terrorizzante. Gli adolescenti sono in crisi, le persone mature non sono arrese ai cambiamenti fisiologici. Il sesso è un’esperienza intima, privata, meravigliosa che non dovrebbe sposarsi con il pensiero di essere fatto a tutti i costi e in un modo emulativo.» 

4 – “La consapevolezza della morte è come il centro di ogni tipo di scrittura” afferma E.Trevi. Nel tuo libro affronti anche il tema della morte con la malattia e la scomparsa di tua madre. Una tematica che alza il velo di Maya e permette ai tuoi lettori di riflettere. Nella tua scrittura la morte è un tassello della vita o il modo per sconfiggere l’oblio?

«La morte è un tassello della vita.

Per gli occidentali, sia la morte che la malattia sono la fine di tutto, per gli orientali no. Non voglio fare un discorso cattolico né mistico, è un passaggio obbligato senza il quale, la vita non avrebbe senso.

La morte di mia madre, nella fattispecie mi ha svegliato da una specie di torpore nel quale abitavo. Ho scritto il mio primo libro dopo che lei è mancata. Ho trovato la forza di farlo perché ho capito che la morte poteva arrivare da un momento all’altro e che io continuavo a vivere rimandando.

Mi sono sentita improvvisamente viva.» 

5 – Ci sono gesti, momenti, occasioni o circostanze in cui hai pensato che tua madre ti fosse più vicino di quanto tu pensassi? 

«Mia madre è morta che io avevo trent’anni e sono diventata madre a quaranta. La sua presenza è divenuta molto cospicua dentro di me, mi sono ritrovata a fare gesti e partorire pensieri che le appartenevano, anche cose che mi davano fastidio.

C’è stato un avvicinamento fortissimo, un’immedesimazione verticale.

E poi un episodio. Durante il primo Covid, quando eravamo tutti fortemente spaventati, una sera mi sono addormentata accanto a mia figlia, aveva undici anni. Nel dormiveglia ho sentito le sue mani sulla mia testa, ma ero assolutamente persuasa che fossero quelle di mia madre. Sono rimasta con gli occhi chiusi a sentire le dita tra i capelli.

Il suo tocco era inequivocabile e indimenticabile. La notte che le mani di mia figlia si sono confuse con quelle di mia madre, ho sentito che era assolutamente accanto a me. A noi.» 

6 – Si dice che la propria vita è inevitabilmente l’archivio di storie preferito di ogni scrittore, ma non sempre è facile da gestire. Dal micro al macro, cosa pensi che possa lasciare la tua storia al lettore?

«Un pensiero sulla maternità. Su questo legame così importante. Universale, imprescindibile, totalizzante.

Nel libro dico che mia madre è stata la mia prima casa, tutti ne abbiamo avuta una.» 

7 – La “biondezza” e la bellezza è un’arma vincente; soprattutto in ambienti televisivi e cinematografici. Federica; sei innegabilmente una bella donna, oltre che un’autrice affermata, quindi ti chiedo se l’aspetto esteriore ti ha avvantaggiata oppure è stato un intralcio nel tuo percorso letterario e umano?  

«Nessuno mi ha mai dato fastidio, nessuno mi ha favorita.

Non sono caduta in nessuna trappola. I maschi sono predatori per natura ma si possono tenere a distanza. Una volta però un uomo legato all’editoria mi ha detto: “Federica devi decidere se sei testa o gambe”. In che senso? Un altro mi ha detto “Il tuo IG sembra quello di una modella”. Nel mio IG ci sono gli articoli, i libri, i ritratti, i premi letterari, i paesaggi… insomma c’è tutto. Come quello degli altri scrittori.

La bellezza può confondere le acque se fai questo mestiere. Sei bella e sei pure intelligente? Comunque – per non sapere né leggere né scrivere ☺ – alle presentazioni mi metto i pantaloni.»

8 – Se avessi scritto un libro che non porti la tua firma, quale sarebbe stato?

«Avrei potuto scrivere Jane Eyre da ragazza, ero totalmente immedesimata nell’eroina letteraria.

Peccato non aver avuto la penna della Brontë!»

9 – Da parte di madre è suddiviso in capitoli che portano il nome delle case in cui hai vissuto con tua madre; qual è quella di cui conservi i ricordi più belli e in quale di queste, se ne avessi la possibilità,  torneresti?

«Tornerei nella terza casa, Via Banti 34 (seconda volta). Lì arriva una sorta di rivincita, riesco a diplomarmi, a dimagrire, trovo un centro.

E mia madre finalmente conclude la sua storia d’amore con il fisico, si libera dalla sua sofferenza.

È la casa delle nuove possibilità.» 

10 –  Isak Dinesen sosteneva che «Ogni pena può essere sopportata se la si narra, o se ne fa una storia», sei d’accordo anche tu che la fantasia narrativa può essere curativa? Sia per chi scrive e anche per chi legge.

«Certo. Scrivere, leggere, appartenere ad altri mondi o diversamente immergersi nelle proprie sofferenze, nei propri desideri, negli impacci è un modo per riflettere, comprendere e anche spurgare.

Il grande potere della letteratura è che ogni storia in mano a chi la legge, cambia, assume le sembianze del lettore. È dirompente. L’io narrante ci conduce inevitabilmente dentro noi stessi.»

11. Infine chiudiamo con due inviti. Il primo: Consigliaci tre libri che secondo te tutti dovrebbero leggere e un autore da scoprire o riscoprire.

«Pastorale americana” di Philip Roth. “Anna Karenina” e “My Sister my love” di Joyce Carol Oates sono libri che ho letto con un’avidità sfrenata.

Tre grandi storie, diversissime e meravigliose. Per non parlare di “Vite che non sono la mia” di Carrère.

Quanti ce ne sono? Recentemente ho letto “Triste Tigre” di Neige Sinno (ilRecensore.it ha recensito il libro QUI) è un libro su l’abuso, l’autrice racconta di essere stata violentata dal suo patrigno per molti anni.

È un libro folgorante, rivelatorio, intelligentissimo.

Un libro che dovrebbero leggere tutti, anche i ragazzi.»

12. Non abbiate timore dell’assurdo; non indietreggiate dinanzi al fantastico” diceva Karen Blixen. Lasciaci con un pensiero che senza cadere nelle trappole della speranza o della disperazione ci aiuti a mettere in fila i nostri passi anche domani.

«I miei genitori mi hanno lasciato in eredità due frasi.

Mia madre (e questa è nel libro) diceva: “Piangi, sennò la volta dopo piangi il doppio”, significa che bisogna sentire il dolore quando arriva, ascoltarlo, tirarlo fuori. Non è un esercizio così scontato, eppure è fondamentale.

Quanto a mio padre, mi ha sempre ripetuto: “Tra andare e non andare è sempre meglio andare”.

Io sono andata. Io vado. Sempre.»

Grazie mille per la disponibilità Federica 🙂

Autore

  • Gabriel Uccheddu

    Gabriel Uccheddu nasce a Roma in una caldissima giornata di agosto. Nel 2020 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Mancavi solo tu’’ ispirato alla sua attività di volontariato di clownterapia che conduce negli ospedali di Roma; a questo è seguito un breve racconto pubblicato in self-publishing: “L’anima salvata’’. Attualmente sta concludendo gli studi del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università di Tor Vergata (Roma Due), dove ha modo di approfondire tematiche importanti sotto ogni punto di vista. Le sue passioni sono i libri, la scrittura e il cinema. Ama il contatto con il pubblico e gestisce un blog Instagram dove intervista autori e promuove la lettura. Ama stare a contatto con la natura e cucinare ottimi piatti della tradizione romana mentre sorseggia un calice di vino rosso. Seguimi su Instagram https://instagram.com/bribooks.ufficiale?

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