‘’DONNE E DOLORI: FERZAN OZPETEK INCANTA CON DIAMANTI’’
Diamanti è l’ultimo lavoro dell’acclamato regista Ferzan Ozpetek.
Regia: Ferzan Özpetek
Durata: 2h15min
Genere: Drammatico,Commedia, Sentimentale
PIATTAFORMA: AL CINEMA
TRAMA
Un cineasta convoca le sue interpreti predilette, quelle con cui ha collaborato e quelle che ha amato. Vuole realizzare un film sulle donne, ma rivela ben poco: le osserva, trae ispirazione, si lascia suggestionare, finché la sua immaginazione non le trasporta in un’altra epoca, in un passato in cui il suono delle macchine da cucire riecheggia in un ambiente lavorativo gestito e abitato da donne, dove gli uomini ricoprono ruoli secondari e marginali, e il cinema può essere raccontato da una prospettiva diversa: quella dell’abbigliamento. Tra solitudini, passioni, inquietudini, assenze laceranti e legami indissolubili, realtà e finzione si intrecciano, così come l’esistenza delle attrici con quella dei personaggi, la rivalità con la complicità, il tangibile con l’impalpabile.
RECENSIONE
Diamanti è la storia della sartoria Canova e di tutte le donne e gli uomini che gravitano attorno.
Il film è nelle sale italiane dal 19 dicembre 2024 ed è distribuito da Vision Distribution.
Il cast scelto da Ozpetek è di grande spessore. In ordine alfabetico: Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Lorenzo Franzin, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Antonio Adil Morelli, Antonio Iorio, Milena Mancini, Vinicio Marchioni, Paola Minaccioni, Valerio Morigi, Edoardo Purgatori, Luisa Ranieri, Carmine Recano, Elena Sofia Ricci, Dario Samac, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Edoardo Stefanelli, Erik Tonelli, Jasmine Trinca, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic.

Dove c’è la mano di Ferzan, esistono e coesistono amore, libertà, vita, speranza e luce.
I “Diamanti” sono le sue donne, e la storia che racconta è essa stessa un “diamante” della cinematografia italiana. Quest’ultimo film è la summa di tutti i lavori del regista. Un cast mozzafiato, attori e attrici di grandissimo spessore. Un film irripetibile, irresistibile: di una bellezza e profondità rara.
Nel film spiccano sicuramente Alberta (Luisa Ranieri), direttrice della sartoria insieme a sua sorella Gabriella (Jasmine Trinca). Alberta è un personaggio duro, difficile, una padrona inflessibile. Comanda, si dilegua e poi crolla quando una parte del passato le si palesa davanti, inaspettatamente. Gabriella, d’altro canto, compensa e mitiga la parte spigolosa di sua sorella. Gabriella (Jasmine Trinca) è un personaggio presente ma, per un grande dolore che si porta dentro, è assente. Silenziosa, una donna piegata dalla vita, sempre racchiusa in sé stessa, all’angolo.
Fausta (Geppi Cucciari) è intelligente e ironica: una grande performance! Nina (Paola Minaccioni) è una mamma che soffre e combatte. Un’attrice che fonde, nella mimica facciale, sorrisi e preoccupazioni. Paolina (Anna Ferzetti) è delicata, pura, una mamma pronta a farsi carico di un duro lavoro per sostenere la crescita di suo figlio.
Diamanti è il film più bello (a mio modesto parere) di Ferzan Ozpetek. Una grande prova registica che conferma il suo talento e la sua maestria nel rendere protagonisti tutti gli addetti ai lavori. Non mancano scenografie accurate, una colonna sonora struggente e costumi da far girare la testa agli spettatori.
Un film sulle donne, per le donne, ma anche per tutti quegli uomini che, ancora oggi, si permettono di rubare e strappare il futuro alle donne.
Notevole la performance di Milena Mancini, alias Nicoletta, combattente e resiliente, che a denti serrati lotta per la sua vita, per il suo genere. Vanessa Scalera interpreta i panni di una costumista premiata con l’Oscar. È una donna esigente, che mostra tutta la sua rabbia e la sua aggressività quando serve, ma che al contempo riesce a trascinare con lucidità, quasi febbrilità, le sarte dalla sua parte. Tutte ascoltano, tutte sono attente a ciò che richiede Bianca Vega (Vanessa Scalera). Un personaggio impetuoso, carismatico, indomabile.
Diamanti è la prova di quanto un film ben diretto possa segnare i cuori di tanti spettatori. Un diamante scintillante nel lavoro registico di Ferzan Ozpetek.
Nella colonna sonora del film si alternano le intramontabili Mina, Patty Pravo e Giorgia.
Ferzan mette in scena il femminile: le movenze, la gestualità, il lavoro, la forza di lottare e affermarsi. Tutto questo grazie alla sua sensibilità, che da sempre lo distingue. La sartoria Canova è un mondo fatto di mille tessuti colorati, storie pregne di dolore, sconfitte e sogni, ma anche di sana ironia tagliente (Geppi Cucciari e Paola Minaccioni hanno mostrato tutta la loro bravura). È un film che sembra un banco di prova per tutti gli addetti ai lavori. Una prova superata alla grande!
Il grande cinema italiano, credo fermamente, debba molto a Ferzan Ozpetek: l’estetica e la cura dei suoi film sono un dono prezioso, uno spettacolo per gli occhi. Le sue storie non sono mai scontate, vuote o prive di sentimenti.
Un film corale: il regista crea atmosfere familiari ornate da momenti di convivialità. Ciò che colpisce nelle sue pellicole sono le grandi tavolate imbandite di cibo, di sorrisi, e quell’istante di condivisione in cui ogni risentimento sembra assopirsi. Il cibo fa da collante, da spartiacque. Le sue tavolate sono un’opera d’arte, un quadro perfettamente dipinto. Özpetek mette in scena il “NOI” e non opta mai per il singolo. La comunità.
“Quando ci si vuole bene, non è necessario vedersi”: il regista gioca molto sul sentimento, ma non cade mai in una retorica altisonante. È sempre profondo; i suoi dialoghi contengono quasi sempre una sorta di sacralità.

Elena Sofia Ricci splende raggiante in un vestito brillante nel finale: commovente, metaforico, pieno di sfaccettature.
Özpetek è una rarità: sa raccontare il femminile con delicatezza e sensualità, senza mai trascendere nel volgare o nello stereotipo. È come se fosse detentore di un certo potere magico; le sue muse — le attrici — possono rimanere immobili, fisse come statue di ghiaccio di fronte alla macchina da presa, ma l’emozione arriva comunque.
E questo è il lavoro di un bravo regista: cogliere quello sguardo, quella minuziosità. Ferzan, in questo, è maniacale. Un vero maestro. I suoi film sono mondi a parte, universi che solo un’anima così profonda può creare e animare.
Ogni personaggio ha il suo spazio, e tutti, nessuno escluso, sono stati messi in risalto.
Diamanti non si guarda, ma si vive sulla pelle, rimane attaccato addosso e non c’è modo di scrollarselo. Impossibile dimenticare l’emozione di averlo visto per la prima volta: si rimane estasiati, e questo accade solo con i grandi capolavori.
Buona visione a tutti!