Chi dice e chi tace di Chiara Valerio
Chi dice e chi tace di Chiara Valerio

CHI DICE E CHI TACE di Chiara Valerio, finalista Premio Strega 2024

Chi dice e chi tace

Scauri, affacciato sul Tirreno, è l’ultimo paese del Lazio, un posto né bello né brutto, con una sua grazia scomposta. Qui negli anni Settanta si trasferisce Vittoria, è arrivata assieme a Mara, forse l’ha adottata, forse l’ha rapita, si dicono tante cose.

Vittoria, con la sua risata che comincia bassa e finisce acuta, è una donna distaccata e affabile, accogliente ed evasiva; ha comprato una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, ha aperto una pensione per animali quando in paese i veterinari si preoccupano solo di mucche e conigli. Vittoria non ha mai litigato con nessuno, non ha mai cambiato taglio di capelli.

La sua generosità è inesauribile, alcune sue abitudini sono diventate moda comune. Il paese non la capisce, eppure si sente attratto da lei. Vittoria viene ritrovata morta nella vasca da bagno, uno stupido incidente, una fine improbabile.

Il paese accetta, perché sa capire le disgrazie e tace, Lea Russo invece no. Lea, che fa l’avvocato, ha un marito, due figlie e una vita ricca di impegni, è sempre stata affascinata da Vittoria.

Non vuole accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Ciò che emerge della donna, del suo passato insospettabile, spinge Lea Russo lungo un sentiero su cui è difficile avanzare, e dal quale è impossibile tornare indietro.

Qui scopre l’evanescenza dell’identità, la sua e quella di tutti. Qui scopre, senza riuscire a contarle, quante sono le facce della violenza.

Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione.

In Chi dice e chi tace niente rimane mai fermo, le passioni, le inquietudini, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono del passato: tutto sempre si muove, tutto può sempre cambiare.

«Una delle scrittrici più eclettiche e coinvolgenti del panorama letterario italiano. Un ritratto di donne in costante mutazione, un’indagine tra silenzi e dicerie di provincia.»

Questo è quanto dice di Lei, ossia di Chiara Valerio, direttamente il suo editore. 

Un pensiero e parole impossibili da tralasciare perché la descrivono alla perfezione. 

Finalista Premio Strega 2024, successivamente terza classificata con questa narrazione degna di podio sicuramente.

Un romanzo all’avanguardia e contemporaneo, Chi dice e chi tace, seppur circondato da un piacevole alone retrò e da giardino inglese. Le erbe, le piante, le verdure, profumi e colori… il giardino di Costantinopoli.

La casa di Vittoria, soprannominata Costantinopoli, quella villa con la vasca da bagno in fondo al corridoio… 

L’abitazione fatale che vi sembrerà di conoscere tanto è ben descritta, tratteggiata e sfumata. Così ben raccontata da trasportare il lettore in quelle stanze e proprio in quel corridoio… 

“Nessuno sa cosa succede nelle case delle persone, figuriamoci nei letti.”

“Chi dice e chi tace” : personalmente è stato il titolo ad incuriosirmi, poi la sinossi e con quella vasca in copertina è arrivata l’inevitabile decisione di leggerlo. 

Però mai avrei pensato o scommesso di assorbire quelle pagine con così tanto entusiasmo e curiosità crescente.

Il lettore si ritrova a contrarre proprio la “febbre di Scauri” o meglio di Vittoria. La stessa febbre degli scauresi; perché Lei, Vittoria, è il soggetto attorno a cui tutto ruota, Lei che conquistava senza sedurre ed è quello che accade in questo romanzo e con chi decide di leggerlo. 

Valerio dimostra che non servono sfarzi per ammaliare, basta una personalità come Vittoria, una farmacista, una protagonista all’avanguardia in quella vita di provincia degli anni Novanta. Quella vita preziosa e transitoria allo stesso tempo e modo, quella vita e tutte le altre sono pure un vero gioco d’azzardo! Vittoria era pure brava… difficilmente perdeva a poker.

Vittoria e Mara assieme sono quel nucleo da cui tutto nasce.

Chi sarà mai Mara per Vittoria? Da quando arrivano in paese la curiosità dilaga.

La voce narrante invece è quella dell’avvocato Russo, Lea Russo, nonché amica di Vittoria e colei a cui quella morte assurda e inaspettata vuol dare un  senso e soprattutto un colpevole.

L’avvocato Pontecorvo, invece non si può smascherare, è sicuramente uno degli ingredienti più piccanti della storia, assieme a tanti altri personaggi; tutti funzionali e ben tracciati: come il marito di Lea, Luigi, o padre Michele e pure Rebecca, qui anche i ferrovieri con il loro circolo acquistano voce ed importanza. Ognuno ha da dire qualcosa, utile all’indagine, ma più che altro arricchente per il lettore.

Il “corpo di ballo” di Scauri si trasforma, sotto la penna di Chiara Valerio, in una metafora didattica ed esempio di come dovrebbe essere naturale poter parlare in segreto all’intimo custodito più o meno a fondo in ognuno di noi. 

Proviamo a riflettere.. o almeno, impariamo ad ascoltare.

Qualcuno l’ha descritto romanzo politico, qualcuno no, ma in fondo la vita è sempre e comunque una scelta e quindi una sorta di “politica”. 

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È l’amore che è terribile.

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La scrittura è cristallina sempre, incisiva quando serve, materna quando si volge al femminile, flessibile quando deve rapportarsi ai pregiudizi, ottimista e forte in ogni caso.  

Pertanto Chi dice e chi tace è un libro più che politico. E’ un modo peculiare di rivolgersi ai lettori, in quanto l’autrice ha scelto il genere investigativo, catturando l’attenzione, per poter scardinare con originalità quei dogmi imposti nell’infanzia da modelli educativi trogloditi figli soltanto della paura del diverso.

Ecco che la vita di Vittoria, rivelata man mano dalla voce di Lea con caparbietà, assume un significato ben preciso e provocatorio. Un messaggio importante di accettazione del diverso, un’originalità talmente affascinante da convincerci che forse il mondo può contemplare infinite combinazioni e colori. 

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Non c’entra l’amore in queste cose, Lea, è il senso della proprietà, l’occupazione del territorio. Lo sappiamo tutti, comincia in famiglia. Non sto dicendo che le famiglie creano per forza mostri. Sto dicendo che tutti, perché abbiamo vissuto in famiglia, sappiamo che il senso di colpa nasce dal pensiero che uno abbia una vita fuori, qualsiasi vita. Non parlo di tradimenti, basta un lavoro, un interesse. La prospettiva di un diploma, o di una laurea. 

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Il lutto e la sua elaborazione , il contesto sociale di un piccolo paese, la scelta di “abbandonare” la grande metropoli per la periferia, sono soltanto alcune delle tematiche importanti narrate dalla scrittrice Chiara Valerio che per rivelarsi a noi, anche in parte autobiograficamente, ha scelto di ambientare questa vicenda a casa sua, in quella Scauri, cittadina della costa laziale, dove anche il mare e i bagni occupano un posto speciale. 

Chiara Valerio è nata a Scauri nel 1978 e vive a Roma. 

Ha pubblicato saggi, romanzi, racconti, tra cui: La gioia piccola d’esser quasi salvi (2009), Spiaggia libera tutti (2010), Il cuore non si vede (2019), La matematica è politica (2020), Nessuna scuola mi consola (2021), Così per sempre (2022), La tecnologia è religione (2023).

Con Sellerio Chi dice e chi tace (2024).

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