BUNNY BOY di Lorenza Ghinelli - Abbiamo letto - ilRecensore.it
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BUNNY BOY di Lorenza Ghinelli

Bunny Boy – Le visioni di Nina – vol.2

Dicembre 2018. La testa di un uomo a cui sono stati asportati gli occhi viene ritrovata in un sacco di plastica ai piedi di un cassonetto. Il resto del corpo, privato anche del cuore e delle mani, viene scoperto il giorno dopo dentro un pozzetto dell’acqua piovana, in stato di decomposizione.

Nel frattempo Nina, undici anni, viene obbligata dai genitori a tornare in psicoterapia, per superare un trauma che sei mesi prima le è quasi costato la vita e a cui tutti imputano la sua attuale insonnia. In realtà, da quando è diventata sorda, Nina è afflitta da terrificanti visioni sonore, che altro non sono che presagi di morte; le sue notti sono tormentate da incubi ambientati proprio all’interno di un pozzetto dell’acqua piovana.

Mentre il killer – un ragazzino spezzato che crescendo si è trasformato in uno scuro e spietato vendicatore chiamato Bunny Boy – continua a uccidere, la bambina a poco a poco si rende conto di essere in qualche modo connessa a lui, e soprattutto di essere la sola a poterlo fermare. Per riuscirci, con l’aiuto di vecchi e nuovi alleati, si vede costretta a calarsi nel pozzo nero e profondo dei ricordi – fatti di suoni e di visioni – dell’assassino.

Insieme alle ormai diciannovenni Rasha e Nur e al diciassettenne Alfredo, suo fratello, la bambina si troverà catapultata in un’avventura che porterà ognuno di loro a confrontarsi con le ragioni del male. I quattro ragazzi si addentreranno in un territorio in cui l’infanzia può essere nera e cannibale, ma comunque degna di essere riconosciuta. Quello che non sanno è se gli sarà concesso di riemergerne indenni.

Bunny Boy il risultato di un’infanzia provata, privata… dissestata. 

«Sono tornata» dice ogni volta la vecchia. E Nina, come sempre, si era svegliata urlando.

Ritroviamo la piccola di casa Panni già nelle prime e intense pagine. 

Oggi Nina ha undici anni e si rivela un’altra volta essere più matura della sua età.

Nonostante abbia quasi del tutto elaborato, la seppur recente esperienza negativa avuta dopo il trasloco nella nuova casa, si ritrova ancora vittima inerme e sottomessa di sogni terrificanti che la inducono a sgambettare scalza, quasi sonnambula, fino alla cameretta e successivamente sotto il piumone di Alfredo Panni, suo fratello maggiore che non ha perso l’abitudine e l’affetto di proteggerla e rassicurarla. 

Nina quindi è cresciuta e si sta sviluppando a vista d’occhio.

Nel precedente romanzo – Tracce del silenzio – ha subìto un forte trauma psicologico. 

Nina oggi è ancora più speciale, si trova tra la “sensitività” e la “psicosi”. 

La scrittura di Lorenza Ghinelli si riconferma suggestiva e coinvolgente. 

Ma niente sconti o delicatezze, anzi questa volta osa ancora di più, rincara la dose e a tratti diventa quasi blasfema, ma soltanto quando è Bunny Boy a vagheggiare. 

Già il primo volume era risultato incisivo ma in questo nuovo episodio il lato violento, psicotico e sanguinolento è cresciuto ulteriormente d’intensità. 

Quindi stesso contesto ma tutt’altra storia per “Le visioni di Nina” volume 2, assolutamente autoconclusiva e godibile anche non avendo letto la precedente, sebbene, se non si è ancora capito, la sua lettura ne è sinceramente consigliata per gli amanti del genere thriller psicologico.

In Bunny Boy la scena principale viene spartita equamente tra la giovane protagonista e il ragazzo coniglio, un assassino seriale fortemente malato che difficilmente scorderete. 

Bunny Boy è un’anima spezzata già nella tenera età, che venera e vuol emulare il suo unico mito e punto di riferimento: Ken Shiro il fantastico guerriero… *

I soprusi domestici e gli efferati atti di bullismo patiti, fanno nascere nel ragazzo un istintivo senso di sopravvivenza figlio dell’odio, della lussuria e della cattiveria di alcuni compagni di scuola e soprattutto di suo padre; dei mostri quasi o come lui. 

Mentalità malate che generano mentalità malate, come dei virus che creano catene difficili da stroncare. 

Ma cosa c’entra Nina in tutto questo? 

Fino a che punto è diventata speciale? 

Una sciamana che non sa di essere un tramite per aiutare gli altri?

Da sottolineare che l’autrice, con abile maestria dona ampio respiro e porta ad evolvere nuovi e vecchi personaggi. 

Come accade in Casa Desiati, dove i protagonisti entrano in scena in modo fluido, quasi fossero delle biglie, che a volte si raggruppano armoniosamente tra di loro mentre in altre si scontrano con forza.

Bunny Boy è una favola nera, perfetto per gli amanti del thrilling, delle storie tese e intrecciate dai conseguenti e veloci sviluppi fino alla risoluzione finale. 

Chi è che rischia di più questa volta? Quanto dovrà esporsi Nina ed essere scambiata per pazza? Quanta importanza avrà l’amicizia, l’amore, la fiducia e l’altruismo? Questi sono i punti fermi della vita su cui Lorenza Ghinelli assegna forza e capacità di sopravvivenza, donandogli l’importanza che meritano. 

Un peccato svelare qualcos’altro ma rincaro la dose assicurandovi che il finale vi soddisferà appieno e nel mentre produrrà la curiosità necessaria a farvi leggere ancora questa serie. L’ultimo episodio delle visioni di Nina: “Ballata per Nina”.

“La gente vede il dolore di un figlio. La gente a quel dolore attribuisce un significato che la commuove.

La gente, d’altronde, non ha mai capito nulla.“

* Chi è Ken Shiro

Ken è il sessantaquattresimo successore della Sacra Scuola di Hokuto, l’arte marziale più letale del mondo, ed è un discendente del fondatore della Scuola stessa.

Dal carattere riservato e pacifico, di fronte ai soprusi commessi a scapito dei più deboli la sua ira esplode al punto di lacerare i suoi abiti e rivelare le sette cicatrici che porta sul petto e che formano l’ Orsa Maggiore,  la costellazione che protegge Hokuto: esse gli sono valse gli epiteti di “uomo dalle sette stelle” e “Uomo dalle sette cicatrici” . (wikipedia)

Un omaggio riuscito che esalta il suo mito e ricordo. Da scoprire assolutamente come il fantastico guerriero interagisce con Bunny Boy e quale sarà il suo “ruolo” fino alla fine.

#credit 

omaggio a Carrie di Stephen King tempestivo e galante come chi lo pronuncia! A voi la sua ricerca

Lorenza Ghinelli ha scritto Il Divoratore (venduto in sette paesi), La colpa (finalista al premio Strega), Con i tuoi occhi, Sogni di sangue, Almeno il cane è un tipo a posto (vincitore del premio Minerva), Anche gli alberi bruciano Tracce dal silenzio (Marsilio 2019, finalista al premio Scerbanenco). È stata soggettista e sceneggiatrice per la televisione e da anni collabora con la Scuola Holden come docente e tutor. Vive a Rimini.

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