Amélie Nothomb è una scrittrice belga di lingua francese, nota per il suo stile distintivo e le sue trame spesso surreali. Nata a Kobe, in Giappone, nel 1966, ha vissuto in diversi paesi a causa della carriera diplomatica del padre. Queste esperienze globali hanno influenzato profondamente la sua scrittura, rendendola una delle autrici più originali e apprezzate della letteratura contemporanea.
Temi ricorrenti nella Poetica di Amélie Nothomb
Nothomb esplora spesso la ricerca di identità e il senso di alienazione, esaminando come i personaggi si relazionano al mondo circostante e a se stessi.
Le sue opere spesso indagano le dinamiche di potere, sia nei rapporti personali sia nei contesti sociali più ampi.
La scrittrice utilizza spesso elementi surreali e situazioni assurde per svelare verità profonde sulla condizione umana.
Unica la sua capacità di mescolare autobiografia, fiction e filosofia
Dialoghi Ingegnosi, Struttura Concisa e Struttura Concisa
I dialoghi nei libri di Nothomb sono incisivi e spesso contengono giochi di parole e ironia che offrono una visione acuta dei suoi personaggi.
I suoi romanzi sono noti per la loro brevità e densità, riuscendo a trasmettere storie complesse in poche pagine.
Non teme di affrontare argomenti controversi con un tono provocatorio, stimolando riflessioni profonde nel lettore.
Amélie Nothomb continua a sorprendere e affascinare i lettori con la sua capacità di intrecciare storie avvincenti e riflessioni profonde. La sua poetica unica, caratterizzata da una combinazione di surrealismo, introspezione e critica sociale, la rende una delle voci più distintive della letteratura moderna.
I suoi titoli più rappresentativi

Igiene dell’assassino
Siamo nel 1992, Amélie torna dal Giappone consapevole di non aver trovato il suo posto al sole e inizia a scrivere, sempre all’alba e seguendo una rigida routine, che non abbandonerà più
“La scrittura praticata con la dovuta intensità, è il più folgorante dei mezzi di chiarificazione”
Il romanzo d’esordio di Nothomb, in cui un giornalista intervista un famoso e misantropo scrittore in punto di morte, esplora temi di potere e controllo attraverso dialoghi taglienti e una struttura narrativa avvincente. Sarà un fenomeno editoriale e l’inizio di una carriera divenuta già leggenda.
Stupore e tremori

È l’8 Gennaio del 1990 e Amélie ha firmato un contratto di un anno come traduttrice per la ditta Yumimoto di Tokyo. È un sogno che si realizza, vivere finalmente in Giappone, sua patria d’elezione. Peccato che l’attende un anno di umiliazioni e sconfitte.
L’incapacità di adeguarsi allo spietato automatismo di “una delle aziende più grandi dell’universo”, la porterà a vivere un’esperienza degradante e umiliante. A illuminare le sue giornate dietro una scrivania che la ripudia, è la sua capa Fubuki, estremamente bella, tanto quanto è spietata.
Nothomb esplora in questo libro le dinamiche culturali e le difficoltà di adattamento in un ambiente lavorativo rigido e gerarchico.
“Se perfino la sfera più intima e insignificante della tua esistenza è sottoposta a una regola, figurati quale sarà la vastità degli obblighi, che a maggior ragione, peseranno sui momenti essenziali della tua vita”
Cosmetica del nemico

In questo romanzo, un uomo si trova costretto a confrontarsi con un estraneo che sembra conoscere i dettagli più oscuri della sua vita. La storia gioca con il concetto di nemico interno ed esterno, mantenendo il lettore in uno stato di tensione psicologica.
“Non si deve mai rifare quello che è stato perfetto. Si rischia la delusione.”
Inizia così questo dialogo che avvinghia e non lascia scampo.
Diretto, incisivo… uno di quei libri brevi con una voragine di riflessioni in cui tuffarsi. Bisogna prestare attenzione perché la sua lettura potrebbe rivelarsi perpetua e catartica.
Un gioiello da gustare tutto d’un fiato ma non in sala d’attesa, mi raccomando, potreste venir coinvolti in un omicidio.
La scrittrice sbatte in faccia la nostra alessitimia e allo stesso tempo ve la cura.
“niente malattia, niente guarigione”
Né di Eva né di Adamo

Se in Stupori e tremori Amélie racconta il suo calvario lavorativo, in questo libro ritorna al suo periodo giapponese per narrarne l’aspetto privato.
In Né di Eva né di Adamo, Nothomb esplora il tema dell’identità e delle differenze culturali attraverso la sua esperienza di vita in Giappone. Il romanzo è un racconto autobiografico che narra la storia d’amore tra l’autrice e un giovane giapponese, Rinri. Tra momenti di comicità e introspezioni profonde, l’opera riflette su come le barriere culturali possano influenzare le relazioni e la scoperta di sé.
Un resoconto bizzarro e insieme poetico, sotto il segno del piacere, dell’umorismo e della rapidità.
Il delitto del Conte Neville

“Se avessero detto al conte Neville che un giorno si sarebbe recato da una veggente, non ci avrebbe creduto.”
“(Lui) che non credeva alle predizioni a meno che non lo riguardassero”.
L’aristocratico Henry Neville, ormai in bancarotta, è costretto a vendere il suo amato castello nelle Ardenne perché per lui “l’onore non tollera il furto”.
Prima però decide di ospitare una sfarzosa festa d’addio all’antico maniero.
Ripercorrendo le tracce di Oscar Wilde, Amélie Nothomb riuscirà a sottrarre il nobile conte dalla nefasta previsione in merito all’ultimo grande ricevimento?!?
Riccardin dal ciuffo
“Riccardin dal ciuffo”, retelling della celebre fiaba di Perrault, è un romanzo breve con un inizio dinamico e adrenalinico; l’autrice non divaga e inchioda immediatamente il lettore alle sue pagine.

Siamo in una sala parto, in procinto di veder nascere Deodato, un dono di Dio, ma Onorato ed Enide devono fare i conti con una realtà anomala.
Enide impietrita : “Dottore, per carità, è orrendo.”
Ecco che leggendo non ci si può fermare… trascinante!?!
“…ogni persona è un linguaggio specifico e (…) tale linguaggio può essere appreso a condizione di ascoltarlo con la più estrema apertura di cuore e di sensi.”
Intanto, dall’altra parte della Senna, viene al mondo Altea, una neonata con il visetto e lo splendore da bambola… dotata di “quel non so che”.
L’autrice regala un punto d’osservazione intelligente, acuto e brillante che descrive gli arcani dell’animo umano e del sentimento d’amore.
“A volte è proprio l’assenza di qualsiasi riflesso che permette di sentirsi belli.”
Un gioiellino.
Sete
Sete è un’opera che rivisita la storia della Passione di Cristo dal punto di vista di Gesù stesso. Nothomb si addentra nei pensieri e nei sentimenti di Gesù durante le sue ultime ore, offrendo una riflessione profonda sulla condizione umana, il dolore e la spiritualità. Il romanzo invita i lettori a considerare nuove prospettive su temi universali come il sacrificio e la redenzione.
“Provate a fare questa esperienza: dopo aver patito a lungo la sete, non bevete l’acqua del vostro bicchiere d’un fiato. Prendetene un sorso, tenetelo in bocca per qualche secondo prima di mandarlo giù.Prendete coscienza di questa meraviglia. Questa sensazione abbacinante è Dio. Non è la metafora di Dio, lo ripeto. L’amore che state provando in quel preciso istante per il sorso d’acqua è Dio. Io sono colui che prova questo esatto amore per tutto l’esistente. Questo è essere il Cristo”
A scardinare i precetti evangelici come ci sono stati tramandati da secoli, Amélie reinterpreta il conflitto fra Spirito e corpo, ristabilendo un equilibrio cosmico a favore di un corpo che ama, che sente, che prova, sottolineando quanto sia stato imbecille il sacrificio della crocifissione.
Illuminante!
Primo sangue

Vincitore, insieme a Punto di fuga di Mikhail Shishkin, del Premio Strega europeo per l’anno 2022, Primo sangue è il trentesimo romanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb.
In Primo sangue, Amélie Nothomb racconta la storia di suo padre, Patrick Nothomb, scomparso nel 2020, anno in cui il Covid non le ha permesso di assistere al suo funerale.
Un affresco intimo che mescola la memoria famigliare e la storia personale. Attraverso la narrazione, emerge il ritratto di un uomo complesso, con le sue sfide e conquiste. Il romanzo esplora il tema della memoria e dell’eredità, interrogandosi su come le esperienze dei nostri antenati influenzino la nostra identità.
Un libro in cui risuona forte la voce di un padre che si mostra presente nella sua assenza, la cui ascendenza si palesa in pochi e raffinati gesti quotidiani, nel solco di quelle parole importanti dette al momento giusto.
Commovente nella sua balsamica leggerezza.
«Primo sangue è un libro di vita. Tra tutti i libri che ho scritto è quello che più trabocca di vitalità»
Psicopompo
Questo romanzo è un regalo per i cultori della poetica di Amélie Nothomb, un libro chiarificatore, che mostra la realtà dietro il sipario.
Pagine intrise di intimità per il romanzo più personale e autobiografico della pluripremiata e amatissima scrittrice.

Psicopompo è un’opera che si addentra nei territori dell’inconscio e della fantasia. Il titolo stesso fa riferimento a figure mitologiche che guidano le anime nell’aldilà. Nothomb, attraverso una narrazione ricca di simbolismi, affronta il tema della morte e del viaggio spirituale. Il romanzo è un’indagine sulla natura dell’anima e sul mistero della vita oltre la vita, offrendo una prospettiva unica e affascinante.
Amélie ci parla del suo amore per gli uccelli e per il loro volo, della sua infanzia a rincorrere una stabilità che le veniva negata, ci racconta del suo amore per la sorella, per la scrittura, divenuta una disciplina dal potere salvifico. Tra le righe ci sono i momenti più bui dell’anoressia e dell’autodistruzione dopo la violenza subita solo dodicenne, ma tutto viene raccontato con una leggerezza inusitata, insperata, che irradia il suo calore anche lì dove c’è solo tenebra.
La scrittura ha qui il suo momento cardine, in queste pagine mostra tutta la sua potenza e la sua capacità di trasformare una vita in un capolavoro.
“Scrivere è il privilegio assoluto. Non esiste grazia più sublime”
L’impossibile ritorno è il suo trentatreesimo romanzo , che trovate recensito QUI