Storie su storie, personaggi che arrivano senza lasciare traccia e altri destinati a rimanere per sempre, libri, saggi, romanzi, poesie … un mondo di parole che ogni anno si fanno spazio nella nostra personale biblioteca. Ma nel tempo di tutta questa montagna di lettere, di righe tirate a lucido, cosa resta?
Resta l’emozione, rimane il brivido che solo quelle pagine hanno saputo donarti.
Noi de ilRecensore.it a Natale ti regaliamo un’emozione
STUPORE
Dono “La giovinezza di Martin Birck” perché Martin Birck si presenta come un essere umano qualunque a caccia di risposte. Hjalmar Söderberg ha dato vita a un personaggio che, toltogli il nome, potrebbe essere chiunque di noi. Parte dalla sua giovinezza, dalle sue aspirazioni, e viene mosso a ogni passo, a ogni età, da un’assidua ricerca sul senso della vita. Ora, non ha tanto importanza se la vita abbia un senso a priori o se questo vada creato giorno dopo giorno.
Quello che stupisce è riuscire a trovare le parole, frasi che riorganizzano pensieri che non sapevamo di avere, che forse non avremmo mai chiarito o abbiamo eretto in malo modo. Martin Birck è un sognatore, da grande vorrebbe fare il poeta, vorrebbe aprire gli occhi all’umanità sul senso della vita.
Martin Birck è un essere umano calato in un’epoca che non gli appartiene e forse è proprio questo che gli consente di vedere e di essere tra i precursori, per certi aspetti, di alcuni temi che a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento forse cominciavano a essere accennati. Forse è questa la fortuna, l’insegnamento, la ricerca da mettere in atto: essere costantemente scollati dalla vita per poter vedere meglio le cose.
E questo è l’augurio di Natale e di inizio anno nuovo: che tu possa trovare una fede per cui vivere, una stella su cui fare rotta, un nesso nelle cose, un senso e uno scopo. Che tu possa, cara lettrice/caro lettore, riconoscere il luogo della vita vera.
by Luca de Vincentiis
HEIMWEH
Ci sono parole che racchiudono un diorama di emozioni, termini stranieri spesso intraducibili. Heimweh è una parola tedesca che esprime quella malinconia che si acuisce nel momento delle feste, è la nostalgia dei propri cari, dei momenti perfetti, del luogo che chiamiamo casa ed è lontana.
Come ogni Natale torno alle mie radici, spesso solo con il pensiero, come fanno tante persone che vivono all’estero ed è in quel momento che sento la potenza di questa emozione, dolce e triste assieme.
Un’emozione che vivo come un dono, perché mi riporta al calore di un luogo e alle persone che l’hanno condiviso con me, un’emozione che insegue la protagonista di un piccolo gioiello letterario: A casa di Judith Hermann.
La ricerca di un’identità, di un luogo di ancoraggio e di appartenenza dove sentirsi A Casa, è il motore narrativo di questo racconto intimo e sobrio di Judith Hermann, autrice di spicco nel panorama letterario tedesco. Un romanzo che consiglio per la sua potenza evocativa e per la perfezione del suo linguaggio.
By Patrizia Picierro
GELOSIA
Dono Dalla parte di Swann perché Proust descrive la gelosia non come effetto ma come causa dell’amore. Questo tema, ripreso ne La prigioniera, viene qui narrato nella sua essenza più ‘oggettiva’ – perché vissuta non dall’io narrante ma da una sua trasfigurazione: Charles Swann.
Swann, colto, brillante, ricco e donnaiolo impenitente, perde la testa e la reputazione per una cocotte, Odette de Crecy. La lunga sezione intitolata Un amore di Swann è un monumento all’insondabile incomprensibilità di questo sentimento. Eppure la prima volta che Swann vide Odette trovò la sua bellezza anonima. Il sintomo di quella malattia inguaribile che per Proust è l’amore fu solo quando una serata in cui lui arrivò in ritardo nel salotto dei Verdurin, lei era già andata via.
Lui allora costrinse il cocchiere a girare per tutta la città, nei posti in cui lei avrebbe potuto trovarsi. L’assenza di quella donna che gli era indifferente, gli provocò un “bisogno ansioso”, che divenne malattia manifesta la notte in cui, passando sotto casa di Odette, vide le finestre della camera da letto illuminate. Inizia così il tormento di Swann, a cui si accompagna la gelosia retrospettiva: lui vuole sapere tutto, anche i particolari più scabrosi del passato di Odette.
Ne La prigioniera, Proust dirà che l’amore è un male incurabile, ma è proprio nell’impossibilità di possedere l’interezza della persona, la sua “essenza”, che risiede l’origine dell’amore. Generato dal desiderio e mantenuto dall’angoscia della gelosia.
By Deborah Donato
FELICITÀ
“Se c’è una cosa che non sopporto è la mediocrità. A me piace avere presa sulla vita – in modo da intensificare le cosiddette piccole cose – così che tutto diventi davvero significativo”.
Il calice di felicità di Katherine Mansfield
Nelle parole inviate in una lettera del 1908 all’amico Garnet Trowell c’è, in sintesi, la postura esistenziale di Katherine Mansfield, che ritroviamo intatta nella bella raccolta curata da Sara De Simone e Nadia Fusini “Pura felicità”.
Le due curatrici hanno tradotto così il ben più impalpabile “bliss”, l’estasi, la gioia, il godimento che nascono dal sentire la vita, nella sua totalità, con i sensi spalancati. I racconti, accorpati secondo quattro nuclei tematici (“Il romanzo familiare”, “Amiche, amanti, sorelle”, “Donne sole”, “La vita e la morte”), si presentano come quadri impressionistici, punteggiati da luminescenze, abiti, arredi, cibo, animali, alberi, fiori.
I temi trattati sono quelli dei legami familiari, dell’amore e dell’odio coniugale, delle convenzioni sociali, della solitudine, del mistero della vita e della sua fine (“Va tutto bene, diceva quel volto addormentato. Tutto è proprio come dev’essere. Sono contento”). Il tutto colto con uno sguardo benevolo, compassionevole, e una lingua metafisica, che scivola sulla superficie delle cose per coglierne il palpito vibrante, “la vita della vita”. Forse l’eredità più preziosa che una scrittrice predestinata come Katherine Mansfield poteva lasciarci.
By Donatella Vassallo
SORPRESA
Se, come chi scrive, siete immuni all’atmosfera festiva, agli scampanellii e ai luccichii del Natale, regalate (o regalatevi) 160 pagine di sorpresa: l’unico modo di descrivere Membrana di Chi Ta Wei.
Si tratta di un’opera di narrativa speculativa, ambientata in un 2100 durante il quale gli esseri umani sono stati costretti a vivere in fondo agli oceani per sopravvivere ai cambiamenti climatici e alle guerre che si combattono in superficie. La trama danza continuamente con la tematica del doppio: i binomi maschio/femmina, naturale/artificiale, passato/presente, reale/fittizio confondono le frontiere in una grande questione identitaria di stampo queer, transgender, ecologista e pacifista.
Ancora più sorprendente risulterà pensare che l’opera, pubblicata in Italia solo nel 2022, risale in realtà al 1995 e, a quasi trent’anni dall’esordio, appare ancora tanto attuale. La protagonista, Momo, è un’estetista introversa e riservata, con un conto aperto con il passato: la madre, con cui non ha contatti da vent’anni, è una donna in carriera troppo presa dal proprio lavoro per interessarsi alla vita di sua figlia.
Ma è davvero così che stanno le cose? Per scoprirlo, lasciatevi meravigliare dalle poche, densissime pagine di questo romanzo, da leggere e poi rileggere alla luce di una nuova consapevolezza.
By Samira Shabana
TURBAMENTO
Come reagire quando tutte le tue certezze si sgretolano all’improvviso? Quando tutto ciò che credi vero e
granitico si scioglie come neve al sole?
In un mondo fatto di menzogne la giovane Lea cercherà di fare chiarezza, di ridare senso alla sua vita e di ricostruire la vera storia della sua famiglia e del paese che abita. Lea Ypi, raccontando la sua infanzia, apre uno squarcio su un tempo recente e un mondo che noi italiani conosciamo poco nonostante l’Albania ci sia così vicina in termini geografici.
E’ ciò che succede a Lea, una bambina cresciuta nel Socialismo reale dell’Albania degli anni “80, un mondo fatto di regole precise a cui tutti si sono conformati… o almeno così sembra. Già, perché quando il regime cade nel 1990 gli adulti cominciano a parlare e a comportarsi in modo completamente diverso dal passato, e Lea scopre che anche la sua famiglia ha sempre mentito per proteggerla.
Il suo racconto è pieno di turbamento e di ironia e il suo sguardo acuto ci permette di capire meglio ciò che è successo ai nostri vicini di casa e di giudicarlo con maggiore obiettività ed empatia.
“Libera. Diventare grandi alla fine della storia” di Lea Ypi. Una lettura consigliata!
By Ambra Devoti
AMMIRAZIONE
Vi dono “Pista nera” di Antonio Manzini con la speranza d’infondere e cospargere questo Natale 2024 di AMMIRAZIONE.
Ma perché ho accostato questo libro a quest’emozione? Ebbene, se ancora non conoscete l’alter ego di Manzini: il vicequestore Rocco Schiavone; potete approfittare di farvelo donare per le festività.
Schiavone è da ammirare per moltissimi motivi, in primis, perché è raccontato divinamente dalla penna del suo creatore; poi in lui si trova intelligenza, arguzia, amore e ironia; inoltre, malinconia, superbia, impazienza e sicuramente poco ritegno. Ammirazione quindi per la scrittura che descrive questo uomo genuino che sempre e comunque continua la sua vita lavorativa e non, combattendo di volta in volta e ad ogni modo rialzandosi sempre!
Al di là della trama, un ottimo romanzo giallo più volte approvato dalla critica, “Pista nera” è ambientato in Val d’Aosta quindi in uno scenario invernale perfetto ma ancor di più l’ho scelto per suggerirvi di scoprire e recuperare i romanzi polizieschi di Manzini e questo titolo è proprio il primo, della lunga serie.
Attenzione: i casi investigativi sono risolti sempre in modo autoconclusivo quindi continuerete soltanto se vi conquisterà!
Cari amici vi auguro un felice e sereno Natale, poi se leggerete un bel libro blu Sellerio fatelo sapere alla redazione ed io vi ammirerò! MERRY CHRISTMAS
By Ambra Ravalico
DESIDERIO
L’ALBA DI AVALON
Un Sogno Tra le Nebbie.
A tutti coloro che, come me, hanno sentito il richiamo della nebbia che avvolge Avalon, a coloro che sognano di camminare sulle sue rive e di respirare l’aria incantata dei suoi boschi…
Immagina di aprire uno scrigno antico. Questo scrigno custodisce l’alba della leggenda di Avalon.
“So tutto delle fini. Sono gli inizi che non conosco“E in queste poche parole si cela una verità profonda. Accompagnati dalle parole di Morgaine, ci addentreremo in un mondo fatto di leggende e di miti, di lotte per il potere, dove gli dèi camminano tra gli uomini e dove la natura è un’entità viva e pulsante.
Aprire ‘L’Alba di Avalon‘ è come aprire uno scrigno antico, intarsiato di gemme e sigillato con misteriose scritture. All’interno, un tesoro di conoscenze dimenticate, di leggende millenarie e di una magia ancestrale che incanta e intimorisce allo stesso tempo.
Pagina dopo pagina, ci ritroviamo a risalire il corso del tempo, la perduta Atlantide, due due donne magiche e potenti, e a scoprire le origini di un mito che ha affascinato, per molto tempo, chi ha creduto nella magia dell’isola di Avalon.
By Nicoletta
Rabbia e paura
Rabbia e paura sono due emozioni che noi donne purtroppo ci troviamo a sperimentare spesso nella vita. Per questo ho deciso di “regalarvi” Trofeo di Emanuela Cocco. Una lettura veloce ma devastante che fa a brandelli minuscoli l’anima di chi si avventura tra le sue pagine.
Un mondo in cui le parole hanno vita propria, un peso specifico micidiale che arriva potente al cuore. In questo racconto i trofei sono un feticcio, i simboli che il mostro tiene con sé per ricordare i suoi crimini violenti e impetuosi. Solo il suo compiacimento emotivo e sessuale è il ricordo macabro di vite spezzate per sempre.
Il potere di Cocco è di creare una storia in cui la narrazione è violenta e poeticamente meravigliosa insieme. Il male viene espresso in modo chiaro, diretto e peculiare da testimoni senza volto che racchiudono in sé la memoria e si ritagliano uno spazio in modo prepotente e delicato al tempo stesso.
Un tema tristemente comune e attuale diviene altro da sé e per questo ancora più vero e toccante. L’autrice riesce con una prospettiva originale e nuova a donare linfa oscura al tema della violenza sulle donne rendendo il suo lavoro un grido senza voce che spacca la barriera del suono. Impossibile non udire il suo canto funebre.
Per Natale regalate e regalatevi questa lettura indelebile che vi cambierà dentro in modo ineluttabile e scoprire una penna eccezionale per potenza espressiva ed emozionale.
By Laura Gobbo
FIDUCIA/SPERANZA
Nei momenti di dolore, di avversità o di crisi, solo alcune persone reagiscono. Altre cadono nella disperazione più nera, nella depressione, nell’immobilismo, aspettando che qualcuno risolva tutto. Altre ancora attraversano entrambe queste fasi.
È in questi casi che l’uomo mette in campo una stupefacente capacità di reazione o di resistenza, utilizzando doti che nemmeno sospettava di possedere.
Ed è qui che la fiducia nelle proprie risorse e capacità ci fa andare avanti, la fiducia nella vita, che ci fornisce tutto l’equipaggiamento necessario per crescere, per confrontarci con ogni evento, per risolvere ogni problema. La fiducia in noi stessi ci spinge a non lasciarci andare.
E la fiducia viene supportata dalla speranza, speranza per un futuro migliore.
Ecco quello che vi dono oggi, FIDUCIA e SPERANZA, con il romanzo di Roberta Recchia Tutta la vita che resta, che è un romanzo di speranza per Tutta la vita che resta dopo un evento tragico quale è quello che capita ai protagonisti di questa storia.
“Arriverà il momento in cui sapremo che tutta l’ingiustizia, la sofferenza, non sono state che un’insignificante granello nel perfetto equilibrio delle cose?”
Questo romanzo è una storia d’amore, un romanzo poliziesco, un ritorno all’età adulta, una saga familiare piena di intrighi e segreti di famiglia, con relazioni complicate e molta suspense. Un racconto di dolore e di violenza. È anche e soprattutto una storia di speranza.
By Tiziana Ricci
FIDUCIA
Il saggio di Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, mi è stato regalato tanti anni fa da una ragazza… Era il suo libro preferito e, piena di fiducia, pur non conoscendo molto di me e dei miei gusti in campo letterario, me ne regalò una copia.
Fiducia è un termine che viene poco utilizzato ma ha un significato profondo: si intende instaurare con qualcuno un rapporto intimo, di affinità. Nel saggio della Woolf la fiducia che percepisco è quella in noi stesse e nelle nostre capacità. In esso, la scrittrice, si pone una domanda importante: un donna come poteva e può (anche oggi, intesi) scrivere e coltivare questa passione senza una base economica e una stanza tutta per sé?
La stanza non è un capriccio: la stanza è quel luogo dove ci isoliamo dal mondo per creare, dedicando anima e corpo a qualcosa. Le abitudini sono cambiate e la stanza, ahimè, si è trasformata in un angolino e continuiamo a essere distratte dalle esigenze degli altri.
Una stanza tutta per sé è quel libro da regalare alla persona che lotta per avere quell’angolino tutto suo per progettare e creare i propri sogni, quella persona che, anche in tutte le avversità della vita, riesce sempre ad avere fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità.
By Samanta Giambarresi
AMORE
Nel romanzo Un’ora di Christian Bergamo, l’amore non si manifesta nei modi tradizionali. Non è una storia di passioni brucianti o di dichiarazioni eclatanti, ma un sottile fil rouge che attraversa il tempo e lo spazio, disegnando una dimensione sospesa dove l’affetto si fa eterno. L’incontro tra Diego e Camilla, segnato dalla ritualità di quell’ora “che non esiste”, diventa una metafora potente dell’amore stesso: qualcosa che non appartiene pienamente né al passato né al futuro, ma che vive in un presente assoluto, fatto di gesti, silenzi e sguardi.
La magia di questa storia risiede nel suo paradosso: l’amore di Diego e Camilla è tanto più intenso quanto più è rarefatto, come una fragranza che si avverte solo per un istante, ma che lascia un segno indelebile. Ogni incontro è una piccola eternità, un universo concentrato in sessanta minuti, e proprio come l’amore vero, non può essere misurato dal tempo lineare.
L’amore qui è un “qui e ora”, un richiamo alla filosofia esistenzialista che ci invita a vivere nel presente, a cogliere l’attimo senza affannarci dietro ciò che è stato o ciò che sarà. Diego e Camilla incarnano questa saggezza, consapevoli che l’amore non sempre ha bisogno di parole, di spiegazioni o di continuità. È sufficiente un luogo sicuro, un rifugio temporaneo dove il cuore possa respirare.
L’amore qui è un sentimento che vive di attese, di sospensioni e di spazi vuoti, che però non sono mai sinonimo di assenza. E qui sta la sua bellezza: un amore che trova la sua forza nella delicatezza, nella scelta di non occupare tutto il tempo, ma di bastare a se stesso, come un segreto che non ha bisogno di essere svelato.
By Gabriel Uccheddu
Compassione
Un sentimento ingiustamente dimenticato, secondo me, è la compassione non intesa come velata forma di disprezzo ma, nel suo senso più profondo, di comprensione dell’altro, di un sentimento di fraternità che deriva dal condividere un medesimo destino, un tempo limitato, le comuni esperienze di dolore, smarrimento, gioia, amore.
Gran parte della letteratura, se non tutta, muove forse dalla necessità di raccontare punti di vista diversi dal nostro. Leggere non è solo una forma di telepatia con cui autori defunti da secoli creano oggi immagini nella nostra mente: ci permette anche di commuoverci per cose che non sono accadute a noi, spesso cose che non sono accadute affatto, consentendoci persino l’assoluta vertigine di provare nostalgia per le vite che non abbiamo vissuto e quelle che non potremo vivere.
Tra i tanti libri che trasudano di umanità, in ogni suo aspetto anche tragico o grottesco, forse il mio preferito è la raccolta Nove racconti, di J.D. Salinger. Un classico della letteratura che si apre con Un giorno perfetto per i pescibanana, il racconto che cambiò la sua carriera.
By Giovanni