Leggere Dante a Tor Bella Monaca: quando la poesia incontra la periferia
Sinossi
In una scuola della periferia romana, in un quartiere noto per l’alto tasso di criminalità e per essere una piazza importante dello spaccio di droga, ecco arrivare, quasi per caso, la lettura di Dante Alighieri, la sua biografia, la sua opera, i versi immortali della Divina Commedia, utili anche a strappare un sorriso, ad alleggerire la giornata, perché Dante è un fuoriclasse come Totti, un numero 10 come lui, anzi di più: basta riuscire a dimostrarlo.
Proviamo a uscire dall’Inferno, per inseguire il Paradiso. Seguiamo il Sommo poeta in questa storia di coraggio e umiltà ai giorni nostri.
Alla fine di una delle strade di Tor Bella Monaca c’è una scuola. Qui si incontrano le storie di una classe di studenti e studentesse di terza media inevitabilmente segnati dal luogo in cui sono nati, dall’ambiente che li circonda, dal contesto familiare in cui vivono.
C’è molto da fare in una scuola come questa, tormentata da una percentuale alta di abbandono scolastico, con un livello di scolarizzazione sempre troppo basso, costretta a fare i conti con quanto accade fuori, per non lasciarlo entrare dentro. Il prof di italiano cerca di assolvere al suo ruolo seguendo non tanto le indicazioni nazionali o le circolari ministeriali, che si moltiplicano spesso inutilmente, ma attraverso ciò che può consentire di nutrire un rapporto con degli adolescenti portati dalla vita a diventare già grandi, e che in molte situazioni possono insegnargli più di quanto lui possa insegnare loro.
Nel complesso, portare Dante a Tor Bella Monaca potrebbe rivelarsi una scelta azzardata, da qualche collega viene criticata, perché poco funzionale rispetto alle priorità da affrontare. Eppure funziona; Dante, con le sue infinite possibilità di temi, spunti e suggestioni, con la sua insuperata immaginazione e creatività, ancora una volta compie il miracolo di coinvolgere mondi apparentemente lontani, diversi ma non per questo irraggiungibili, permettendo allo stesso tempo di raccontare la storia della lingua e della letteratura italiana.
Recensione
Avete mai fatto caso a come le periferie si assomiglino tutte da Nord a Sud? Nate spesso nel dopoguerra, sviluppatesi durante il boom economico; palazzi che sembrano scatoloni di cemento, dormitori, creati ad hoc per stipare più persone possibili, spesso spostate da altri quartieri e prese di mira per altri progetti di speculazione edilizia.
Persone usate come oggetti e portate in un quartiere diverso, lontano, con la promessa di una nuova vita. E quella nuova vita è fatta di tante sfaccettature: all’inizio tutto lontano, servizi nati in maniera disordinata, piene di confusione e traffico, progetti per riqualificare, una scuola di periferia che viene additata come “speciale” perché frequentata dai figli di “reietti”. Di solito sono solo persone che non hanno avuto la possibilità di scegliere, nessuno che li aiutasse, altre sono state artefici del proprio destino.
I nomi dei ragazzi sono spesso particolari: Kevin, Nicholas, Dylan, Chantal, scelti da madri molto giovani che giocano a fare le donne, che dopo la terza media invece di continuare a studiare, hanno scelto un ragazzo, un loro principe, per vivere una storia d’amore come quella dei film o i telefilm con protagonista un Kevin o un Nicholas o un Dylan! Deluse e già stanche a trenta anni. E il circolo vizioso continua di generazione in generazione. Dimenticate e snobbate da chi potrebbe fare qualcosa.
In questo breve romanzo di Emiliano Sbaraglia, Leggere Dante a Tor Bella Monaca, si narra di ragazzini disillusi già a dodici anni, che sembrano sapere tutto dalla vita, che non hanno speranze e credono di avere il destino già segnato.
Tor Bella Monica è un quartiere di Roma, nato come borgata tra gli anni venti e trenta ebbe una maggiore espansione a partire dagli anni Sessanta. È uno dei quartieri italiani con la maggior percentuale di case popolari.
Tra lunghi dialoghi con i ragazzi, riflessioni e uno sfogo sulla situazione scolastica italiana, Sbaraglia ci porta dentro la vita di alcuni ragazzi della periferia romana, che spesso non sanno esprimersi bene in italiano, hanno uno slang particolare che il prof cerca di decifrare, provando ad offrire un linguaggio comune e tale linguaggio lo trova attraverso La Divina Commedia di Dante.
Dante diventa strumento per affrontare le giornate scolastiche; giornate non facili da affrontare, fatte da assenze, abbandono scolastico e dispersione.
E ancora ritardi e uscite anticipate. Svolgere una lezione per un insegnante che ama il suo mestiere e che spera di poter dare una mano agli alunni, non è facile e l’aiuto delle famiglie e dei colleghi è importante.
Ma la poesia, i versi, un poeta vissuto tra il 1200 e il 1300 può aiutare un professore a creare un piccolo spiraglio di luce?
I ragazzi chiederanno una cosa al loro Prof, lo chiederanno avvicinandosi alla cattedra, qualcosa che nelle altre scuole avviene normalmente, qualcosa che per molti è scontato, ma da loro no perché “particolari”. Una gita scolastica, come una comune classe di terza media, un soggiorno di pochi giorni a Firenze, nella città in cui è nato Dante.
Dante che non era nel piano di studi, Dante lontano anni luce da questi ragazzi, diventa collante tra i ragazzi e il professore: una piccola gita, un modo per evadere da una realtà che sta stretta già a tredici anni.
«Ci salutiamo, ci abbracciamo, c’è posto anche per qualche lacrima, ma non si può dire, non si può far vedere. Siamo gente forte, gente dura, abituata a vivere sulla strada. La solita strada»
Leggere Dante a Tor Bella Monaca è un racconto reale e sincero, un saggio che diventa un’iniezione di fiducia: quando la poesia incontra la periferia.
Titolo: Leggere Dante a Tor Bella Monaca
Autore: Emiliano Sbaraglia
Editore: Edizioni e/o
Genere: narrativa italiana, saggio
Autore
Dottore di ricerca in Letteratura italiana, Emiliano Sbaraglia ha pubblicato tra gli altri un saggio-intervista sulla figura di Piero Gobetti (Cento domande a Piero Gobetti, Non Luoghi, 2003), uno studio su Enrico Berlinguer (Incontrando Berlinguer. Passioni e parole di un leader scomodo, Non Luoghi 2004), il reportage I sogni e gli spari. Il ’77 di chi non c’era (Azimut 2007).
Nel 2025 per E/O è uscito Leggere Dante a Tor Bella Monaca. Tra le sue collaborazioni ricordiamo quelle con le riviste Nuovi Argomenti, Sincronie e Micromega.