Abbondanza di Jacob Guanzon- Abbiamo letto - ilRecensore.it
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Abbondanza di Jacob Guanzon: l’America degli esclusi

Abbondanza

Sfrattati dalla loro casa-roulotte la notte di Capodanno, Henry e il figlio Junior sono costretti a vivere in un pick-up, lavandosi nei bagni pubblici e mettendo da parte le bustine di ketchup come riserva di zucchero per i momenti peggiori.

Sei mesi dopo, mentre le tasche di Henry sono quasi vuote, un barlume di speranza compare all’orizzonte: nonostante i precedenti per droga che gli hanno sempre impedito di trovare un lavoro, Henry ottiene un colloquio per l’indomani. Un’altra buona ragione per festeggiare oltre a quella principale: il compleanno di Junior.

Le esigue finanze rimaste permettono una cena da McDonald’s e una notte in un motel, finalmente in un letto vero e proprio. Mentre Junior guarda la tv e Henry si esercita ad apparire un impiegato affidabile, sembra che per i due le cose volgano al meglio, ma una lite violentissima che Henry ha nel parcheggio del motel e un malore improvviso di Junior li restituiscono alla notte e alla loro battaglia quotidiana contro un destino e un paese ingiusto.

Nel 2020 è uscito in Italia per Edizioni Clicky il libro-inchiesta «Nomadland» di Jessica Bruder – diventato poi famoso per l’omonimo film di Chloé Zhao, interpretato da Frances McDormand, vincitore di tre Premi Oscar. In questo libro Bruder aveva annotato le sue disavventure guidando su e giù per l’America e vivendo realmente in un furgone.

Nel 2023 è uscito per Neri Pozza Demon Copperhead di Barbara Kingsolver: ambientato nel Sud degli Stati Uniti, il romanzo Premio Pulitzer 2023 getta una luce sull’epidemia di oppioidi che ha colpito gli Stati Uniti, l’indifferenza dei servizi sociali e l’impossibilità di riscatto per coloro che il sistema si rifiuta di vedere. 

Infine, sul finire del 2024 è uscito in Italia per Marsilio Abbondanza/Abundance di Jakob Guanzon, il suo primo romanzo, finalista al National Book Award – in realtà il libro è uscito in America nel 2015.

Ecco un fil rouge di libri che raccontano senza sconti l’America degli esclusi; l’America, il paese più ricco del mondo, dove sempre più persone si trovano a dover scegliere tra pagare l’affitto, mettere il cibo in tavola e curarsi, mandando in fumo i risparmi di una vita; o dove i ragazzi muoiono di fentanyl… tutte storie di povertà che riflettono le disuguaglianze del mondo contemporaneo.

E se nel 1957 Jack Kerouac, con il suo indimenticabile libro On the road, aveva fatto viaggiare i lettori di tutto il mondo attraverso un’America appassionata e piena di speranza, quello di Henry – protagonista del romanzo Abbondanza – è un viaggio in un paese cupo e depresso in cui i sogni si spengono molto prima del risveglio.

E ogni mattina il risveglio di Henry, e di suo figlio Junior, ha il sapore dei soldi che ha in tasca e la cui cifra dà il titolo a ogni capitolo di Abbondanza.

Jakob Guanzon, una delle giovani voci più talentuose della letteratura americana contemporanea, firma un romanzo struggente, in cui grandi magazzini e fast-food fanno da sfondo a un’esistenza vissuta a perdifiato, tra tentazioni, cadute, sogni e delusioni.

Sfrattati dalla loro casa-roulotte la notte di Capodanno, Henry e il figlio Junior sono costretti a vivere in un pick-up, lavandosi nei bagni pubblici e mettendo da parte le bustine di ketchup come riserva di zucchero per i momenti peggiori.

“…lì, nel parcheggio per roulotte, l’immondizia non aveva altro luogo se non gli spiazzi stretti, che erano più discariche che prati. Passò davanti a un divano sbiadito dalla pioggia. Materassi piegati e legname deformato. Girandole e gnomi da giardino. Carrelli per la spesa rovesciati. Sedili d’auto. Incarti di fast food in decomposizione dall’autunno dell’anno prima. C’era un che di onesto in tanto spudorato disprezzo nei confronti dell’ordine e dell’apparenza. Era così serenamente desolato che sembrava un posto in cui lui poteva passare inosservato, indisturbato, e quindi, per questo motivo, un luogo che Henry avrebbe potuto considerare casa.”

Sei mesi dopo, mentre le tasche di Henry sono quasi vuote, un barlume di speranza compare all’orizzonte: nonostante i precedenti per droga che gli hanno sempre impedito di trovare un lavoro, Henry ottiene un colloquio per l’indomani. Un’altra buona ragione per festeggiare, oltre a quella principale: il compleanno di Junior.

“La prospettiva del benessere. Un briciolo di speranza. È buffo – non triste, decide – che gli basti questo per far diventare tutto più poetico.

La speranza potrebbe essere un’impresa ardua, ma il benessere sembra abbastanza raggiungibile. Si chiede, ammesso che un giorno riesca a riportare nella sua vita un benessere costante, se si guarderà intorno con lo stesso, sbigottito stordimento. Oppure è stato solo un incidente? Farà la fine di tutti quegli sconosciuti – gli occhi infossati in mezzo la traffico, che si lamentano in fila alle casse, curvi sui carrelli – gonfi di supponenza? Entrerà a far parte del loro gregge stremato?

Tutti ad arrancare dietro l’unica cosa che resta: il di più”.

Le esigue finanze rimaste permettono una cena da McDonald’s e una notte in un motel, finalmente in un letto vero e proprio. Mentre Junior guarda la tv e Henry si esercita ad apparire un impiegato affidabile, sembra che per i due le cose volgano al meglio, ma una lite violentissima che Henry ha nel parcheggio del motel e un malore improvviso di Junior li restituiscono alla notte e alla loro battaglia quotidiana contro un destino e un paese ingiusto…

Questa è una storia senza un lieto fine e se c’è qualcosa che può andare storto nell’incedere della storia, state sicuri che andrà storto – a conferma della legge di Murphy!

E Henry non è di certo il protagonista che vorresti che fosse: diciamo che se le tira dietro. Ma si fa comunque il tifo per lui, se non altro per Junior, che non ha nessuna colpa.

Questo è un libro che lascia il lettore con l’amaro in bocca, soprattutto sul finale… 

Ma com’è nato questo libro? Ascoltiamo le parole dello stesso scrittore.

«La struttura mi è apparsa ben prima della storia stessa: in un istante, dentro un supermercato. Mi trovavo nell’Upper West Side di New York, un quartiere che è stato lo scenario borghese per la maggior parte dei film di Woody Allen ed è molto, ma molto diverso da dove vivo io, ad Harlem, per non parlare del mio Stato d’origine, il Minnesota. Ero stato invitato ad una festa ed ero in coda per pagare un cartone di birre. È in quel momento che ho visto una donna, almeno settantenne e visibilmente senza casa. Sul bancone c’era una manciata di monetine che lei stava contando diligentemente, tremante, centesimo dopo centesimo per pagare un pezzo di pane. Aveva bisogno di aiuto, solo di un briciolo di dignità, eppure tutto ciò che la gente poteva vedere era un’intollerabile interruzione del proprio comfort. La disumanità di tutto ciò ha rotto qualcosa dentro di me. Da quando mi ero trasferito a New York stavo imparando che non ha senso discutere delle disparità assolutamente rivoltanti di ricchezza di questa città attraverso le astrazioni della statistica quando accanto a noi c’è tutto ciò. Come scrittore ho capito che c’era una storia che aveva bisogno di essere raccontata in una nazione che misura non solo il successo ma anche il valore umano in potere d’acquisto, nel dollaro Onnipotente, fino al centesimo». (da Il manifesto, 26 ottobre 2024).

Jakob Guanzon è cresciuto in Minnesota e oggi vive a New York. Ha conseguito il dottorato in Lettere alla Columbia University e ha lavorato a Madrid come docente, editore e traduttore. Abbondanza, finalista al National Book Award, è il suo primo romanzo.

Autore

  • Titty

    Socia fondatrice della Rivista IlRecensore.it e social media manager, Blogger, bookstagrammer e speaker radiofonica. Gli studi classici mi hanno aperto la via ai libri e da allora non ho più smesso. Accumulatrice seriale di libri, non mi bastano 24 ore al giorno per leggere tutti i libri che vorrei leggere e, soprattutto, non mi bastano le librerie che ho in casa!

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