Kukum di Michel Jean - Abbiamo letto - ilRecensore.it
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Kukum di Michel Jean

Kukum: vita e morte di una comunità indigena nel racconto di Michel Jean

Almanda ha solo 15 anni quando si innamora di Thomas. Orfana, di origine irlandese, lascia zia e zio adottivi per tuffarsi assieme a lui in una vita nomade. Impara a cacciare e pescare, amare, sopravvivere. Spezza le catene imposte alle donne aborigene, diventa una lettrice vorace. Attraversare il lago Pekuakami, risalire il fiume Peribonka, essere tutt’uno con la natura circostante sono fonte di felicità. Ma sempre più coloni reclamano la terra per sé. Le segherie distruggono le foreste, il rafting intasa i fiumi, gli innu sono costretti a entrare in un mondo che di loro non vuol sapere nulla. Un romanzo lungo un secolo, lirico e drammatico, che racconta la scomparsa di un popolo autoctono, e il disperato tentativo di una donna coraggiosa di difenderne la dignità.

Nelle nostre vite c’è spesso un prima e un dopo, uno spartiacque da superare. Oltre quella soglia non saremo più quelli di un tempo.

In questo libro, Kukum, Michel Jean ci racconta la linea del fuoco oltrepassata dalla bisnonna Almanda dal momento in cui si innamora di Thomas Siméon, un innu abitante del Québec degli inizi del Novecento.

La prima parte di Kukum racconta l’acquisizione da parte di Almanda delle tradizioni degli indigeni canadesi, le abitudini della famiglia del marito, le battute di caccia, le uscite in canoa, il rispetto per i ritmi della natura, gli stretti legami familiari.

Non c’è edonismo nelle descrizioni dei paesaggi di quelle terre estreme, dove è la Natura a dettare legge e gli uomini costretti ad adattarsi a essa. Almanda scoprirà il legame che unisce tutti gli esseri viventi: “ Provenivo da un mondo in cui si pensava che l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, regnasse in cima alla piramide della vita. La natura offerta in dono andava dominata. Ed eccomi ora calata in un nuovo ordine delle cose, dove tutti gli esseri viventi sono uguali e l’uomo non è superiore a nessuno”.

Imparerà la lingua degli innu, le tecniche di caccia e di lavorazione degli animali, le tradizioni dei clan, le danze e i racconti intorno al fuoco. Respirerà la libertà che aveva cercato fin da bambina. Nuove vite nasceranno dentro l’accampamento, altre periranno: “La vita seguiva il suo corso, sempre lo stesso cerchio che dettava l’ordine delle cose”.  

Dopo la morte del suocero Malek, il paesaggio comincia pian piano a cambiare, come se la fine del patriarca avesse segnato la fine di un’epoca: iniziano i primi disboscamenti per far posto alle industrie del legno, si costruiscono ferrovie, empori, negozi, arrivano i turisti, i bambini vengono portati nei collegi, dove si consumano violenze e angherie.

Molti indigeni cominciano a bere e a picchiare le mogli, tanti si suicidano. Un intero mondo scompare davanti gli occhi di Almanda, che assiste impotente all’avanzare della legge del profitto.

Per la prima volta nella nostra storia, i giovani innu non si rivolgevano più agli anziani per imparare. Peggio, ne diffidavano, perché i professori gli avevano insegnato che i loro genitori, incapaci di leggere, erano dei selvaggi, degli analfabeti, dei primitivi. A forza di sentirselo ripetere, avevano finito per crederci”.

Il processo di occidentalizzazione è avviato, non c’è modo di fermare l’avanzare del “progresso”, resta la nostalgia, mancano le parole.

Toccherà al nipote scrittore tornare alle origini, per rendere omaggio alla bisnonna Kukum (così Michel Jean chiamava la bisnonna) e alla sua storia d’amore per Thomas e per il suo popolo. 

Michel Jean è nato ad Alma, in Québec. Giornalista d’inchiesta e scrittore pluripremiato, ha esplorato la storia e la cultura degli indigeni canadesi, che conosce da vicino essendo lui stesso un innu della comunità di Mashteuiatsh. I suoi romanzi sono stati pubblicati con successo in Québec, nel Canada anglofono, negli Stati Uniti e in Europa.

Kukum evoca un mondo scomparso, visto con gli occhi di una donna eccezionale: Almanda Siméon, bisnonna dell’autore. È stato il libro più venduto in Québec nel 2021.

Autore

  • Donatella Vassallo

    Insegnante di professione, con una lunga carriera come giornalista, coltivo da sempre l’arte del dubbio e del silenzio. I libri mi permettono di entrare nelle vite altrui e di esplorarne i confini. Quando non leggo, cammino, corro o medito, nel tentativo di gustare fino in fondo ogni attimo del mio tempo. Sono molto selettiva nei gusti letterari: se vi consiglio un libro, vuol dire che mi ha fatto vibrare l’anima. E lo stesso vorrei succedesse anche a voi.

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