Cucinare un orso
SINOSSI
Corre l’anno 1852 e nel profondo nord della Svezia tuona la parola di Læstadius, carismatico pastore di origini sami che ha fondato un rivoluzionario movimento spirituale in lotta con le autorità libertine del distretto. Al suo fianco Jussi, un ragazzo lappone dal tragico passato che lui ha accolto e istruito come un figlio ma che tutti chiamano con timore e disprezzo noaidi, lo sciamano
La tensione tra il pastore e i suoi nemici sale quando una giovane serva viene trovata morta nella foresta. Il giudice Brahe dichiara subito che è stato un orso, ma Læstadius, che è anche un esperto botanico, abituato a osservare i più minuziosi dettagli del paesaggio, trova diverse tracce riconducibili a un assassino. Uomo di fede e di ragione, letterato e biologo teso a indagare la natura quanto l’anima per elevare lo spirito umano, il predicatore si fa ingegnoso detective per ricercare la verità, mentre il male che vi si annida travolge sempre più Jussi – il diverso, l’indifeso, il capro espiatorio designato – facendo vacillare ogni fiducia nella giustizia umana e divina.
Le atmosfere del Nome della rosa rivivono in questo romanzo ispirato da un personaggio storico che attraverso l’istruzione e il potere della parola scritta ha cercato di dare voce e riscatto alla bistrattata minoranza sami.
Visionario, crudo, lirico, pulp, con fulminanti incursioni nel sapere scientifico ottocentesco e nell’estasi mistica, Cucinare un orso ci irretisce in un universo narrativo tanto audace quanto capace di proiettarci nel cuore vivo di un’epoca e di una terra ai margini artici del mondo – eppure così vicina alla nostra – dentro una storia di irresistibile forza epica.
RECENSIONE
QUANDO CLASSIFICARE UN ROMANZO DIVENTA RIDUTTIVO: ANTROPOLOGICO!
“Scrivo due rime – Il bosco mi culla – Tu canti serena mia bella fanciulla – Dentro al tuo cuore voglio abitare – Pene d’amore dovrai provare”
Svezia, 1852, atmosfere che sovente riportano alla mente Guglielmo da Baskerville de “Il nome della rosa”, anche se in altri tempi e in diversi luoghi ma con la stessa forza evocativa.
Un viaggio di lettura nelle terre del profondo nord svedese. Un’opera epica – Cucinare un orso – molto intensa che affronta diverse tematiche con un cast di personaggi indimenticabili.
Questo romanzo è una vera esperienza!
Abbandono, lutto, amori segreti, vita di paese, spiritualità, storia, botanica; il tutto, inglobato in una caccia all’orso che in realtà è soltanto una “forma” dietro a cui si cela, per merito dell’ignoranza di alcuni, un efferato e animalesco serial killer.
Di base infatti, Cucinare un orso trattasi di un libro giallo, quasi un thriller ma a conti fatti, la sua lettura, regala anche l’esperienza di un ottimo romanzo storico ottocentesco.
Bisogna sicuramente avvisare il pubblico, segnalando e allertando gli stomaci più deboli, perché in alcuni momenti e passaggi si rivela d’essere sorprendentemente crudele, non soltanto per quanto riguarda le scene degli omicidi.
La grandezza dei personaggi e lo spessore con cui si presenta il carismatico protagonista, il pastore sami, sono elementi che conquistano e decretano che questa lettura può facilmente venir segnata come indimenticabile.
Il protagonista indiscusso si chiama Læstadius e assieme al suo fidato Jussi sono una garanzia di successo per questo libro, seppur molto cupo, coinvolgente, appagante e scorrevole.
Maestro e allievo, detective e assistente; quasi padre e quasi figlio.
Læstadius è carismatico, colto, malinconico, arguto e di buon cuore, un pastore luterano.
Jussi è lappone, quello che gli altri con ribrezzo chiamano lo “sciamano”, ma in realtà è il reietto, lo sventurato, l’ingenuo, il figlio della strega, sostanzialmente quello da maltrattare.
Una coppia suggestiva che rende la lettura di forte impatto emotivo e, come ho già sottolineato, difficile da scordare.
L’aspetto filosofico e profondo della scrittura di Niemi aggiunge magia, i capitoli brevi e la sua prosa sublime ne esaltano la bellezza.
Le donne non sono delle protagoniste, ma Hilda, Brita, Maria e tutte le altre, sono assolutamente funzionali alla storia e ricoprono dei ruoli molto importanti, sia per l’evolversi della vicenda, sia per il significato che le loro azioni rappresentano.
Fin dal primo assassinio, quando una giovane ragazza viene trovata uccisa nella foresta, quei segni lasciati sulla vittima non convincono i due protagonisti e non sembrano del tutto riconducibili alla ferocia di un orso.
L’intelligenza di uno e le visioni mistiche dell’altro li portano a “vedere” dove nessuno potrebbe mai volgere lo sguardo.
“Ma se esistono le biblioteche… abbiamo davvero bisogno di chiese?”
“Cucinare un orso”, titolo assolutamente originale che si rivela impeccabile e geniale!
Allora, siete curiosi e convinti di scoprire chi è il vero mostro?
Non sarà così semplice e immediata la sua risoluzione e la ricerca del brutale colpevole vi terrà incollati alle pagine.
Credit:
Lars Levi Læstadius è stato veramente un pastore luterano, scrittore e botanico (moltissima flora si scopre tra le righe) svedese di origini sami.
A partire dal 1840 diventa il leader del Lastadianesimo, movimento religioso da lui stesso fondato.
Titolo: Cucinare un orso
Autore: Mikael Niemi
Editore: Iperborea
Genere: Giallo, Romanzo Storico
Traduttore: Alessandra Albertari, Alessandra Scali
AUTORE
Mikael NIEMI
Nato nel 1959 a Pajala, cittadina svedese al confine con la Finlandia, Mikael Niemi ha raggiunto il successo con Musica rock da Vittula. Il romanzo, vincitore del Premio August nel 2000, ha superato le 700.000 copie ed è diventato uno dei romanzi più amati e letti in Svezia negli ultimi anni. Iperborea ha pubblicato anche Il manifesto dei cosmonisti, L’uomo che morì come un salmone e La piena.