Corto Maltese e Irene di Boston: un incontro voluto dal destino
Sinossi
Un dialogo surreale tra il naufrago Corto Maltese e il relitto di un veliero dal passato glorioso. Come può ricominciare la vita quando tutto sembra finito? Come superare le avversità dell’esistenza dopo le tempeste? Una favola poetica e appassionata in cui le risposte alle domande sono nella capacità dell’uomo di tornare a sognare.
Dopo la scomparsa di Hugo Pratt, Corto Maltese si interroga sul proprio futuro: c’è ancora una strada per lui?
Dopo una tempesta finisce su una spiaggia della Sicilia, accanto a quello che rimane di una nobile barca a vela che si chiama “Irene di Boston”, anche lei desiderosa di tornare a solcare i mari. Il dialogo è un sogno dentro un sogno tra l’incontro con il corvo Puck, l’apparizione di Bocca Dorata e quella di una misteriosa ragazza irlandese dai capelli rossi. “Le meraviglie del mondo sono tre: un cavallo che corre, una ballerina che danza e una vela sul mare” dice Corto.
Il sogno prosegue con l’amico maledetto e prediletto del Maltese: Rasputin che lo salva e lo fa salire a bordo della propria barca verso nuove avventure e nuovi orizzonti, anche dopo la scomparsa del proprio padre di matita.
E sarà proprio il 1 novembre di chissà quale anno, il giorno di Tarowean – lo stesso in cui iniziò tutto con “Una ballata del mare salato” – che Corto e Rasputin si ritroveranno su una “Irene di Boston” tirata a lucido. Sarà “Il giorno delle sorprese” con un gabbiano ad accompagnare la nuova rotta. Un gabbiano dagli occhi “azzurri come il mare”, proprio come quelli del Maestro Veneziano.
Recensione
“Ci sono momenti sospesi nel tempo, ognuno di noi c’è passato, un bel giorno arriva qualcuno che scombina le cose, il nastro dei minuti e degli incontri si inceppa e una faccia strana sbuca fuori dalla fila di marionette impolverate. Quel folletto ci guarda, fissa le carte allineate sul tavolo, ci rivolge un sorriso maligno, poi le raccoglie, le mischia con calma e le distribuisce di nuovo.
Tutto ricomincia o tutto finisce?
Nessuno lo sa.
Semplicemente il gioco diventa diverso.”
Anche i marinai più navigati si smarriscono e Corto Maltese non fa eccezione.
L’avventuriero nato dall’inchiostro di Hugo Pratt, che si era inciso con un rasoio la linea della fortuna e aveva affrontato mille tempeste, si ritrova all’improvviso solo come un naufrago. Così lo cogliamo nelle pagine iniziali di “Corto Maltese e Irene di Boston. La storia di un appuntamento quasi impossibile”: spiaggiato sulle coste di Pozzallo, in Sicilia.
Corto aveva incontrato Hugo Pratt sull’isola di Pasqua per l’ultima volta, visitato un continente sconosciuto e attraversato un mare sconfinato. Poi tutto era sparito, come in un sogno, di cui restano brandelli, suoni, immagini. Le parole del suo creatore: «l sogno più vero è quello più distante dalla realtà, quello che vola via senza vele né vento». E la visione del suo incontro iniziatico con Shamaël, il diavolo, che, agitando il bastone, gli urla: «Il vuoto non è il nulla! Il vuoto è una nuova possibilità!».
Sulla spiaggia, sospeso in una dimensione tra sogno e realtà, vede un relitto: è “Irene di Boston 1914”, un veliero con un’anima che riesce a sentire le cose. Intanto Corto si addormenta, il suo risveglio è segnato dalle parole sibilline di Puck, il corvo che aveva incontrato per l’ultima volta a Stonehenge.
“Dove sono finito, Puck?”
“Non sei affatto finito e questa storia è appena incominciata. Lo sai cosa diceva un tuo amico?”
“Quale amico?”
“Jack London”.
“Non lo so”.
“Le più belle storie cominciano sempre con un naufragio”.
Come in una quinta teatrale, personaggi entrano ed escono dal palcoscenico. Puck vola via e Corto resta da solo a fissare il mare e lanciare sassi, quando all’improvviso sente una voce: era quella del relitto. Con il veliero comincia a parlare di sogni, della nostalgia verso i viaggi in mare, della comune difficoltà a ricominciare, a riprendere il viaggio. Irene gli racconta di un marinaio, Tom, con il quale aveva navigato. Poi il cielo si annuvola e da una nuvola appare Bocca Dorata con i suoi grandi orecchini a cerchio.
Mentre la sua figura diventa evanescente, sulla spiaggia compare una bellissima donna dai capelli rossi con un lungo velo bianco ad avvolgerle il corpo. Lo spirito di Irene?
Corto è certo di aver già visto quella donna, ma non ricorda dove, la fissa, i suoi capelli hanno il profumo della nostalgia. Lei gli racconta la sua storia, che è quella del veliero, dell’uomo che l’aveva costruita, dei marinai che aveva trasportato verso la guerra, di Tom, il marinaio sognatore che voleva regalare un destino diverso ai suoi figli e, che, dopo un viaggio in Ecuador, la vende e sparisce nel nulla. Delle sue cicatrici.
Mentre i due parlano, appare un gabbiano, le cui ali all’improvviso si trasformano in vele e l’ammasso di legni in un grande catamarano. Il gabbiano era Rasputin, che lo incoraggia a ripartire.
Corto e Rasputin si mettono in viaggio bevendo e chiacchierando. È d’obbligo un brindisi alla follia: “Perché è una delle strade da percorrere per raggiungere il sogno. A noi non serve ricordare, noi dobbiamo inventare strade e rotte nuove”.
La narrazione si sfrangia, evoca più che descrivere, non segue un filo logico, il linguaggio è sinestetico, immaginifico.
Improvvisamente siamo con Rasputin dentro una taverna sulle coste della Cornovaglia schiaffeggiata dalla pioggia. Bicchieri di whisky, sigari, chiacchiere di marinai…
Comincia a piovere. Corto si perde nei suoi ricordi. Rivede Cordoba, il suo maestro, la lezione su Parmenide: “Il leggero è positivo, il pesante è negativo. Sarà questo il tema, ma l’hai già ascoltato e penetrato. Capirai che la ragione non basta, la sfera non è perfetta. Soltanto così riuscirai a staccarti dal tempo, dovrai scorgere la visione dall’alto, dalla distanza.”
Il viaggio extra temporale si conclude, Corto si ritrova sul veliero “Irene”, a bordo non c’è più nessuno, solo il gabbiano, con i suoi occhi azzurri come il mare. Uguali a quelli di Hugo Pratt.
Titolo: Corto Maltese e Irene di Boston. La storia di un appuntamento quasi impossibile
Autore: Testi di Marco Steiner, disegni di Hugo Pratt
Editore: Cong Edizioni
Autore
Marco Steiner è un autore italiano, nato a Roma nel 1956. Di professione medico, ha conosciuto alla fine degli anni Ottanta Hugo Pratt che gli affidava le ricerche filologiche per conferire maggiore realismo alle vicende di Corto Maltese. Nel 1996 ha pubblicato Corte Sconta detta Arcana, romanzo lasciato incompiuto da Pratt e nel 2006 ha scritto L’ultima pista, ideale prosecuzione di Tango. Nel 2014 pubblica presso Sellerio Il corvo di pietra.