Anna Vera Viva e tutte le sfumature di Noir

Anna Vera Viva torna in Libreria con il terzo romanzo dedicato a Padre Raffaele, Malammore, e noi de ilRecensore.it ne parliamo con lei.

Anna Vera Viva - a tu per tu con ilRecensore.it

Dopo le soddisfazioni raccolte a piene mani nel campo cinematografico, con la sceneggiatura di due cortometraggi in concorso al Premio David di Donatello (La consegna e Specchio delle mie brame) e i viaggi intorno al mondo, Anna Vera Viva si dedica completamente alla scrittura dei romanzi, che hanno tutti una caratteristica fondamentale: raccontano il nostro tempo senza lirismi, senza bugie, portando alla luce del sole quelle storie umane che la società preferisce ignorare.

Nasce così la serie noir iniziata con Questioni di sangue, che vede un pool di investigatori, decisamente sui generis, risolvere casi sempre più scottanti, in quello che è il Rione Sanità, ambientazione ricca di pathos e storia.

Ogni romanzo è una storia a sé, una luce su quello che sono le storture dell’umanità; dall’atrocità dell’Olocausto ne L’artiglio del tempo, alle derive dei rapporti di sangue, fino ad arrivare all’attualissimo Malammore e la sua tragica e indimenticabile eroina: Brunella

Cominciamo a tirare le fila …

Patty: Siamo al terzo appuntamento con Padre Raffaele e il lettore lo vive in un crescendo di personalità, di consapevolezza, ma come si è evoluto effettivamente questo personaggio?

Anna Vera: «All’inizio in Questioni di sangue, Padre Raffaele è sulla difensiva, perché sa inconsciamente che deve affrontare un mare di problemi: non è più la sua terra, non è più la sua gente, la riconosce, ma deve ancora familiarizzare con loro.

Pian piano prende confidenza e si rassegna ai sentimenti che all’inizio lui osteggia, è come se il sentimento che lo lega al fratello fosse inevitabile.

La compassione per l’umanità che ha intorno lo lega alle persone e lo induce sempre di più a lasciare il giudizio finale a Dio. Infatti, nonostante non fosse mai stato una persona giudicante, lo legava ancora un piccolo brandello che lo separa dagli altri ed è proprio questa piccola barriera che cade del tutto nell’arco dei tre romanzi. Lui ormai è i suoi fedeli, è come se non avesse più un pulpito.

In questi tre romanzi, Padre Raffaele, ha svelato così tante fragilità che non si sente assolutamente superiore ai suoi fedeli, anzi si mette al loro fianco per essere giudicato.

Lui non si sente superiore, non si sente migliore.

È questa la trasformazione più profonda di questo personaggio: la consapevolezza di essere imperfetto, fragile, esattamente come i suoi fedeli. Sempre più umano, talmente tanto che demanda ogni giorno di più a Dio il giudizio finale, non intendendo lui, così imperfetto, ergersi a giudice.»

Patty: In Padre Raffaele risuona netta la tua voce, ma c’è una parte nel suo personaggio che non ti appartiene?

Anna Vera: «No, non c’è nulla! Padre Raffaele mi assomiglia molto, soprattutto nel senso della giustizia, il suo senso etico. Viene sempre prima l’etica, poi qualunque tipo di legge… sociale, politica, morale… prima di tutto viene la visione etica.

Durante la presentazione de L’artiglio del tempo tornava spesso questo argomento: le leggi dell’uomo sono labili, cambiano nel tempo. La giustizia umana è effimera, cambia a seconda del tempo, degli usi, dei costumi. Ci deve essere qualcosa che è giusto ed è giusto sempre, al di là dei tempi e delle circostanze.

Anna Vera Viva

Cosa lede la dignità e l’integrità dell’essere umano? questa è la domanda che deve precedere ogni visione di giustizia.»

Patty: Trovo che sia un concetto che derivi da una visione molto ampia del mondo e delle persone. È come se Padre Raffaele fosse il concentrato di tutto ciò che hai vissuto viaggiando, ascoltando e incontrando il consesso umano.

Anna Vera: «Sì, è vero. È così che capisci che la giustizia è una sola, applicabile ovunque e sempre. Anche perché è sotto gli occhi di tutti quanto siano inique le leggi dell’uomo. Non c’è rispetto per la dignità, per la libertà, per nulla… »

Patty: Questo mi fa capire che in realtà i romanzi dedicati a Padre Raffaele abbiano una missione, o meglio donino al lettore una visione universale della giustizia. È un effetto collaterale, una sottotraccia studiata a priori, oppure padre Raffaele è stato creato solo come gioco intellettuale?

Anna Vera: «I personaggi vengono creati per svagare e per divertire e ci tengo che si sappia che non è assolutamente mia intenzione lanciare un messaggio, assolutamente! Scrivo perché mi piace raccontare una storia, inventare un mondo…

Patty: …mi viene subito in mente il pensiero di Nabokov, che non ha mai accettato l’idea che fosse compito dello scrittore migliorare i principi morali del proprio paese, ma piuttosto quella di creare mondi nuovi, che ci permettano di sollevarci un po’ più in alto della nostra normalità…

Anna Vera: «Io amo inventare mondi. Questo è il mio istinto. È talmente radicato in me che a volte si accavallano posti, persone, tra realtà e fantasia. Quindi io comincio sempre a scrivere perché voglio inventare una bella storia, un nuovo mondo, poi cerco sempre di fotografare la vita, senza avere mai l’intenzione di insegnare qualcosa a qualcuno.

È chiaro che quando scrivo viene fuori la mia visione del mondo, almeno in uno dei miei personaggi. Poi, come dico sempre, un bravo scrittore deve essere anche un bravissimo attore, altrimenti tutti i personaggi avrebbero un’unica voce, invece bisogna sapersi mimetizzare, ragionando di volta in volta come un bambino, una donna…

Ci sono casi in cui la bravura di uno scrittore risiede proprio nella capacità di creare personaggi completamente diversi da sé, talmente distanti che non hanno affatto la voce dell’autore. Per fare questo ci vuole una grande maestria.

Comunque trovo che la firma di qualunque autore è in ultima linea il suo senso di giustizia, ci si può inventare di tutto, ma su quello non si può mentire. Quella è la parte dello scrittore che viene sempre fuori.»

Patty: Alla fine mi pare di capire che Padre Raffaele abbia man mano preso la sua strada e si sia fatto portatore, indipendentemente dalla tua volontà Anna, di un messaggio di giustizia ben preciso; caratteristica che lo ha fatto avvicinare ancora di più al lettore.

Anna Vera: «Sì, è lui che ha un obiettivo e che non è il mio»

Patty: C’è invece un personaggio da cui sei molto distante?

Anna Vera: «Mah… in realtà capisco anche molto Peppino e Assuntina! sì, capisco anche lei, quell’amore e quell’accudimento sono magnifici. Probabilmente sono più distante da qualche personaggio secondario»

Malammore di Anna Vera Viva - ilRecensore.it
Patty: Arriviamo a Malammore, alla protagonista Brunella. Come per tutte le tue storie c’è tanta ricerca, ma in questo caso la conoscenza del mondo delle Drag Queen, dei femminielli, è stata diretta?

Anna Vera: «Ho frequentato il mondo delle drag e dei femminielli per quasi due anni!

Ho partecipato alle loro feste, frequentavo i loro camerini, ho visto queste magnifiche trasformazioni prendere vita.

Come in tutte le cose umane, anche qui ci sono gli ambienti in cui le drag guadagnano moltissimo, fanno questo mestiere per esprimere l’arte, girare il mondo ed esibirsi su palchi importanti e dove tutto è molto seducente e poi c’è un mondo completamente diverso, ben poco affascinante.

Man mano che si scende la scala della notorietà e della ricchezza si perde la componente raffinata del Glam e spesso si scade in spettacoli che fanno dell’eccesso la loro bandiera.

Ma sono tante le sfumature che si palesano nel mondo delle drag.»

Patty: non solo tra le pagine di Malammore si nota la familiarità con l’argomento trattato, ma sottotraccia si percepisce il gelo dei pensieri… come ogni buon noir, che sa spostare lo sguardo negli abissi dei sistemi umani e lasciare che gli occhi colgano le parole sussurrate sotto quelle sagaci lettere allineate…ma andiamo oltre per non spoilerare ,-) e parliamo del futuro

Anna Vera: «Allora nel futuro ci sarà ancora Padre Raffaele, che prosegue il suo cammino e ci sono tanti altri progetti che dovranno ancora trovare il loro momento … »

Patty: Padre Raffaele rimane nel Rione Sanità?
Delitto e castigo - citato da Anna Vera Viva - ilRecensore.it

Anna Vera: «Assolutamente sì, lì Padre Raffaele si trova sempre più a suo agio e cresce sempre di più il suo attaccamento»

Patty: una domanda a bruciapelo: scegli il libro che vorresti aver scritto tu

Anna Vera: «Delitto e Castigo!»

Patty: e si torna a quel senso di giustizia di cui parlavamo 😉

Anna Vera: « Forse anche per questo i miei noir sono stati definiti romanzi sociali, in qualche modo tutto torna»

Grazie mille Anna Vera Viva per questa brillante chiacchierata e ci vediamo presto nelle presentazioni in giro per l’Italia!

Autore

  • Patty

    Socia fondatrice della Rivista ilRecensore.it SEO Content Creator, traduttrice, Blogger e firma di interviste e recensioni su vari siti letterari. Cresciuta a Goethe e cioccolata, ho trascorso gran parte della vita tra l’Italia, la Germania e la Francia, apolide nel Dna tanto quanto nel Pensiero. Gli studi classici prima e Scienze Politiche poi, hanno sviluppato il mio senso critico, sfociato poi nella mia vita da BookBlogger. Sono sempre in cerca della storia perfetta. In borsa porto Joyce e Jackson, le penne che compro in giro per il mondo e tanta passione.

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