Malammore di Anna Vera Viva - recensione ilRecensore.it
Malammore di Anna Vera Viva - recensione ilRecensore.it

Malammore. Una chimera tra i vicoli di Napoli di Anna Vera Viva.

Malammore: una nuova indagine per Padre Raffaele

Da molti anni Antonio Capasso è Brunella, una creatura della notte il cui fascino è incontrastato nel mondo delle drag queen. Quando il suo corpo viene trovato senza vita nel suo appartamento del Rione Sanità, appare subito chiaro che non si tratta di morte naturale.

Una ferita profonda alla base del cranio mostra il segno del colpo inferto alla vittima. Ancora una volta padre Raffaele, ritornato dopo quarant’anni nel quartiere, si troverà coinvolto in un’indagine complicata che lo porterà a nuovi scontri con il fratello Peppino, il boss della Sanità, e a nuovi incontri con un’umanità piena di miserie che dietro la facciata di una vita borghese nasconde vizi e ossessioni inconfessabili.

Dai vicoli della Sanità alle strade del centro e ai locali notturni, il prete percorrerà la città in lungo e in largo alla ricerca della verità nascosta nel passato recente e lontano di Brunella e tra le violente passioni che riusciva a scatenare.

Così, ancora una volta, grazie al suo intuito e all’aiuto prezioso della sua perpetua, scoprirà chi si è arrogato il diritto di spegnere la vita di una chimera.

Era finita, ogni pericolo sfumato in una fitta nebbia di sangue. Il sangue. Un tributo dovuto alla sua salvezza. E la sua salvezza la meritava. Le chimere, prima o poi, si disfacevano in un orrendo falò.

Torna Anna Vera Viva, dopo Questioni di sangue e L’artiglio del tempo, a incantare i lettori con il suo Malammore, che ci catapulta, già dal titolo, nelle tonalità dei vicoli di una Napoli rutilante, dalle note stridenti, ma drammaticamente affascinanti.

Ad accompagnarci tra i segreti sempre più torbidi di questo angolo di mondo, c’è Padre Raffaele, personaggio di punta di questa fortunata serie noir, che dovrà fare i conti con i dissesti della sua anima.

È inverno a Napoli e il gelo entra nella Canonica, fra i pensieri, tra le paillettes dei costumi delle Drag Queen e si cristallizza nel sangue, in mille piccoli aculei.

Padre Raffaele, sempre più a suo agio tra i vicoli e i pettegolezzi del Rione Sanità, si troverà al centro di un’indagine spinosa, che metterà in crisi la sua imparzialità e la tolleranza che lo contraddistingue.

In scena si svolge la commedia della vita: tra ipocrisie e falsità si svelano le ombre che ci appartengono, srotolano lungo la traccia narrativa le nostre mancanze e cadono pian piano i contrafforti che reggono i castelli di carta.

C’è un urlo sincopato che accompagna ogni sillaba.

È un rantolo di dolore, d’ingiustizia, che chiede di essere ascoltato, capito, difeso. 

Tra le pieghe di un’esistenza ai margini c’è l’universo dei femminielli ed è tra questi corridoi, tra fiori posticci e impietosi specchi, che Raffaele scoprirà la parte più umana del suo essere uomo di chiesa. Qui incontra Brunella, che irrompe nella scena come un terremoto, capace di mettere a soqquadro ogni parvenza di equilibrio. Lei è indimenticabile.

La verità era che Brunella era un mistero.

Vittima o carnefice che fosse, ogni sua azione rimaneva inspiegabile.

I passaggi e le svolte della sua vituperano oscuri sembrava avesse, di proposito, fatto in modo che rimanessero tali 

L’indagine porterà a galla le turpitudini e gli inganni della nostra società, dove  il politico di turno veste i panni ereditati da secoli di corruzione, il buon padre di famiglia nasconde i suoi più cupi desideri dietro bianchi sorrisi e la malvagità s’insinua tra parole compassionevoli.

Tanto Questioni di sangue  è solare, caldo, verace, tanto Malammore è cupo, ghiacciato, raggelante.

Due facce della stessa medaglia: la Napoli che dà e quella che toglie.

Se Questioni di sangue si concentra sul potere salvifico dell’amore, Malammore ci svela il lato più turpe dell’amore, il fango che sporca l’anima e non riesce a proteggere neanche i sentimenti più puri.

…solo un travestito. Si sentiva ribollire il sangue al ricordo di quell’osservazione.

Ipocriti dalle vite malate dagli animi bui, che assisti sul pulpito del loro finto perbenismo, sentenziavano su chi ritenevano inferiore solo perché non era stato in grado di costruirsi una facciata altrettanto finta.

Anche Raffaele e Assuntina si sporcano, si rivelano nei loro difetti e mostrano le crepe della loro sostanza…

Ma è giusto così, perché questa è la natura umana.

Come sempre nelle storie di Anna Vera Viva, risuona potente la grande carica umana che sottende ogni frase, ogni immagine, così vivida e feroce nella sua verità.

L’arguzia e la compassione sussurrate sottotraccia donano a questo romanzo un’eco emotiva che risuona a lungo. E quando le storie riecheggiano nel cuore e nella mente sono storie che meritano di essere lette.

Gelido, dannatamente umano, splendido.

Anna Vera Viva è un’autrice italiana. Salentina, si trasferisce a Napoli nel 1982. Scrive da molti anni ed è sceneggiatrice di docufilm e cortometraggi tra cui La consegna e Specchio delle mie brame, candidati al David di Donatello. Con Garzanti ha pubblicato Questioni di sangue (2022), il primo capitolo delle indagini di padre Raffaele e L’artiglio del tempo. Un mistero tra gli oscuri vicoli di Napoli (2023).

Autore

  • Patty

    Socia fondatrice della Rivista ilRecensore.it SEO Content Creator, traduttrice, Blogger e firma di interviste e recensioni su vari siti letterari. Cresciuta a Goethe e cioccolata, ho trascorso gran parte della vita tra l’Italia, la Germania e la Francia, apolide nel Dna tanto quanto nel Pensiero. Gli studi classici prima e Scienze Politiche poi, hanno sviluppato il mio senso critico, sfociato poi nella mia vita da BookBlogger. Sono sempre in cerca della storia perfetta. In borsa porto Joyce e Jackson, le penne che compro in giro per il mondo e tanta passione.

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