A tu per tu con le libraie della Libreria la Ciurma di Como
Bentrovati amici e amiche de ilRecensore.it, oggi vi portiamo a scoprire una libreria indipendente nata a Como nell’ottobre del 2023. Una scelta coraggiosa quella di Laura&Laura, di dar vita a uno spazio letterario a 360 gradi che ospita un club del libro, numerose presentazioni e anche laboratori interattivi più per i piccini.
Venite con noi a conoscere la libreria “La Ciurma” attraverso le parole delle sue fondatrici Laura Aspa e Laura Seveso.
1. In un mondo dove il mercato dei libri è sempre più nelle mani dei grandi distributori online e dei franchising legati alla grande editoria cosa spinge due ragazze così giovani ad aprire una libreria indipendente e a dedicarvisi anima e corpo? E perché avete scelto proprio un nome che rimanda al mondo dei pirati?
«Eravamo già libraie e colleghe all’interno di una libreria di catena, ma ci siamo rese conto della nostra necessità di avere maggior indipendenza, da qui la scelta di metterci in gioco.
Il nome deriva dal fatto che abbiamo sempre associato la libreria a una nave, in cerca di tesori e avventure.
Cosa meglio di un libro, del resto, ci permette di viaggiare?
La nave non è mai costituita da un unico capitano, ma dal suo equipaggio, così come una libreria è fatta dai suoi lettori.
“Ciurma” è proprio un omaggio a loro, ai lettori.
Il riferimento pirata è legato al concetto che ci piace soprannominare “anarchia letteraria”: ognuno nella Ciurma è libero di leggere ciò che vuole, senza alcun pregiudizio, ma anzi, vige apertura mentale e gli scambi di idee sono all’ordine del giorno.»
2. Quanto è stato difficile farsi conoscere e farsi accettare come nuovo punto di riferimento editoriale in una città come Como?
«Ci stiamo ancora facendo conoscere, è un lavoro che si porta avanti pian piano ogni giorno.
Noi infatti vediamo la libreria come una realtà focale all’interno della città, un centro culturale dinamico e attivo che possa dare il suo contributo alla vita cittadina.
Siamo estremamente grate del passaparola che in questi primi mesi ci ha tanto aiutato così come dell’opportunità di partecipare alla Fiera del Libro di Como.»
3. Per fare questo lavoro l’amore per i libri deve essere qualcosa di viscerale e innato. Com’è iniziata la vostra avventura come lettrici? Quali sono i vostri generi preferiti e il vostro libro del cuore?
«Eravamo entrambe molto piccole, sin da subito il mondo del libro ha esercitato il suo fascino, e non ne siamo più uscite!
Leggiamo principalmente narrativa, una delle due Laure ha una predilezione per i fantasy nel mese di agosto.
Non sapremmo focalizzarci su un unico libro, ma per fare qualche esempio una Laura adora “Il mio albero di arance dolci” di José Mauro De Vasconcelos, l’altra ha passato mesi in un tunnel senza fine chiamato Amèlie Nothomb.»
4. Quando avete capito che leggere non vi bastava più e che i libri potevano essere davvero la vostra vita, trasformando una passione in un lavoro? E perché avete deciso di fare proprio le libraie e non che ne so scrittrici, editor, agenti letterarie?
«Tutto è nato quasi per caso, ci siamo ritrovate entrambe a lavorare nella stessa libreria, ma non era l’obiettivo primario di nessuna delle due. Semplicemente, ci siamo rese conto di amare il lavoro da libraia e di aver trovato il nostro posto.»
5. Siete molto attive con eventi e presentazioni. Come risponde il pubblico alle vostre iniziative? Qual è stato l’evento più emozionante che avete realizzato a oggi e quello che vorreste tantissimo riuscire a organizzare?
«Eventi e presentazioni fanno parte della vita stessa della libreria nella nostra ottica, sono imprescindibili, creano rete e dialogo. Al tempo stesso sono un bel plus che vogliamo che i nostri lettori abbiano.
Ogni iniziativa a modo suo è emozionante per noi perché non sappiamo mai cosa ci riserverà e dove ci porterà, quali incontri, quali idee, quali amicizie ci regalerà.»
6. Nella vostra libreria dedicate una grandissima attenzione al lavoro di ricerca letteraria, portando anche titoli di piccole e piccolissime case editrici indipendenti e spesso poco note al grande pubblico? Cosa vi ha spinte a rischiare con titoli che non sono mainstream e come reagiscono i clienti davanti a queste proposte meno commerciali?
«Assolutamente sì, noi amiamo la piccola editoria e le case editrici indipendenti, si rischia di perdere grandi titoli a causa della scarsa visibilità a cui spesso sono costretti.
Crediamo sia sempre bello e stimolante per un lettore entrare in libreria e trovare dei volumi mai visti prima.
È infatti anche per far conoscere queste realtà che abbiamo inaugurato “Rotte indipendenti”, il nostro club del libro in cui leggiamo solo editoria indipendente. Quando ci troviamo per commentare insieme la lettura fatta, lo facciamo confrontandoci proprio con l’editore, che è il super ospite della serata.»
7. Oggi i social sono molto importanti per farsi conoscere e trovare, che approccio usate verso questi canali comunicativi? Quanto contano per voi? E cosa vi piacerebbe che cambiasse in questo senso?
«È vero, siamo completamente d’accordo, in tanti ci hanno scoperto tramite i social.
La nostra strategia è di rimanere sempre naturali e di mostrarci così come siamo davvero. Vogliamo “svecchiare” l’idea di libreria che troppo spesso circola, noi in libreria ci divertiamo e sulla pagina Instagram ve lo dimostriamo!»
8. A proposito di Social… sono in continua crescita i vari profili che consigliano letture e recensiscono libri. È un modo per far arrivare la narrativa anche a chi non ha mai aperto un libro oppure è solo un mero esercizio estetico?
«No, crediamo che, se usati con criterio, i social siano un mezzo di comunicazione davvero molto efficace. Nel caso specifico potrebbero arrivare a chi è lontano dalla carta stampata e magari far nascere qualche curiosità in più sul mondo dell’editoria.»
9. Dopo quasi un anno di attività e la partecipazione alla fiera del libro cittadina, come definireste la vostra clientela? Sono più persone adulte e lettori consapevoli o giovani che stanno tornando ad approcciare il medium libro? Quali saranno secondo voi le evoluzioni future da questo punto di vista?
«La nostra clientela è in realtà piuttosto variegata, obbiettivo che ci siamo poste fin dall’inizio, cercando di costruire una libreria che potesse essere per tutti i gusti e tutte le età.
Abbiamo lettori molto forti sia tra i piccoli filibustieri della Ciurma sia tra i nostromi più esperti. Ci sono anche tanti giovani che hanno sbloccato la lettura grazie a quello che può sembrare un luogo comune, “il libro giusto al momento giusto”.
Spesso è così. Da non sottovalutare inoltre il magico mondo dei fumetti. Dalla nostra prospettiva, ci piace lavorare con i ragazzi, navigare insieme alla scoperta di ciò che possa loro piacere; al tempo stesso la gioia più grande di un libraio è sempre quella di scambiarsi consigli di lettura con i lettori più affamati.»
10. In un’intervista avete detto che avete aperto una libreria “di resistenza”. Qual è il vostro obiettivo, il vostro sogno? Cosa vorreste creare nei prossimi anni con la vostra attività?
«L’obbiettivo è riuscire a ritagliarci il nostro spazio.
In un mondo in cui tutto è digitale e veloce, vorremmo essere una realtà solida per quei lettori che rimangono fedeli alla carta, si riservano del tempo per scambiare due chiacchiere con il libraio e tornano da lui per dare il parere sulla lettura fatta.
Vorremmo creare uno spazio sicuro in cui poter scambiare idee e consigli, persino fare amicizia, per esempio durante i corsi che organizziamo, che siano di uncinetto, arte o inglese.»
11. Non possiamo salutarci senza prima avervi chiesto un titolo che assolutamente tutti dovrebbero leggere o che secondo voi è intramontabile e sempre attuale. E magari qualche consiglio a chi vuole intraprendere questo lavoro.
«Un titolo che vi consigliamo di sfogliare che siate lettori o meno e qualsivoglia siano i vostri gusti è “Vedere il giorno” di Emma Giuliani, un piccolo albo illustrato, una perla che ci racconta con poche misurate parole, disegni e intagli meravigliosi, la vita, con le sue fasi e la sua delicata poesia.
Consigli per chi desidera avventurarsi in questo mondo sono invece quelli di fare quanta più pratica possibile perché il mestiere del libraio nasconde lati che spesso non sono contemplati dall’idea generale che se ne ha e poi… Buttarsi!»
La redazione de ilRecensore.it ringrazia Laura&Laura per la gentilezza e l’entusiasmo nel trasmettere quella che è una bellissima passione!