I delitti di Livorno
SINOSSI
Botteghi sta vivendo una profonda crisi autodistruttiva.
Il rimorso per la morte della moglie e la paura che a causa sua altre persone care possano subire la stessa sorte, lo stanno consumando al punto di recidere qualsiasi legame.
Quando però una donna lo supplica di indagare sulla morte apparentemente casuale del suo amante, venuto in possesso di un diario segreto appartenuto a Gustavo Corridi, il commissario non riuscirà a resistere e verrà risucchiato in una nuova indagine, legata al misterioso e irrisolto delitto del vecchio barone avvenuto secoli prima.
Scoperto un elaborato enigma creato da cinque personaggi vicini a Corridi, allo scopo di proteggere una sua favolosa scoperta, il commissario dovrà fare i conti con chi ancora oggi è disposto a uccidere pur di mettere le mani sull’antico segreto del barone.
In una frenetica corsa contro l’assassino, alla ricerca di indizi sparsi tra monumenti e ville storiche di Livorno, Botteghi dovrà anche fare i conti con i suoi tormenti, per ritrovare una propria dimensione; sarà disposto a scendere a patti con la parte più oscura della sua anima pur di riuscirci?
RECENSIONE
“ «Come osi parlarmi così?» si adirò l’altro, avanzando infuriato fino a ritrovarglisi praticamente addosso.
«Nessuno si permette di parlare così al Corridi ! Specie tu, dopo tutto quello che…»
Una lama sgusciò veloce da sotto il cappotto scuro del misterioso personaggio e lesta penetrò il panciotto del barone, strozzandogli le parole in gola.
Livorno, 27 febbraio 1867
Inizia così la sesta indagine del commissario Botteghi, protagonista di una serie di storie noir ambientate a Livorno e dall’inebriante retrogusto storico.
Strapazzato dalle angherie del passato, dalla morte di sua moglie Nadia e l’allontanamento della figlia Valentina, ritroviamo Mario Botteghi alla deriva, preso a calci dai sensi di colpa e dal tormento per quelle decisioni mai prese.
“ avevo tradito le persone più fidate che avevo e questo mi stava distruggendo”
Gli serviranno tutte le pagine de I delitti di Livorno per ricostruirsi, disintossicarsi dai pensieri auto-distruttivi e dall’alcool e accorgersi che la sua è una solitudine molto affollata.
Molti sono infatti gli amici che l’hanno sempre supportato e che pagina dopo pagina avranno l’occasione per dimostrarlo; dai fidati agenti Busdraghi e Mantovan, all’amica ristoratrice Mariella, dall’intrigante Su, a Ettore Marchetti, giornalista appassionato di storia labronica e su tutti Vittoria, la promessa di un futuro.
Ogni personaggio troverà il suo spazio e il suo tempo per farsi apprezzare e per diventare solido, in una trama che non lascia indietro nessuno.
L’indagine si dipana su due piani temporali differenti, intrecciando un cold case del passato livornese, con un’incidente mortale decisamente sospetto.
“ «Chi lo uccise?» chiesi incuriosito
«Bella domanda» sorrise l’amico. « Sei di fronte a uno dei più famosi omicidi irrisolti nella storia di Livorno». ”
La morte del barone Corridi, figura di spicco dell’élite livornese, stuzzicherà le sinapsi di Botteghi e lo condurranno ad un’intricata ed intrigante caccia al tesoro, la cui ricompensa è la scoperta dell’assassino.
Una morte eccellente, un cadavere sul ciglio della strada, un enigma da risolvere e un diario a dipanare la matassa.
Tutti gli ingredienti sono serviti e imbandiscono una tavola ricca di gustose pietanze, tanto apprezzate dai cultori del crime.
Ad impreziosire questo lauto banchetto c’è l’amore di Diego Collaveri per la sua città: Livorno.
Multietnica e poliedrica, Livorno ci abbraccia nel suo profumo salmastro e ci accompagna durante la lettura regalandoci un tour virtuale per le strade della città.
“Ci sono zone di Livorno che ti ingannano al punto di farti credere di trovarti in un’altra epoca”
Nostalgico lo sguardo di Botteghi, che respira tramonti, “lasciai passare quei minuti che valevano più di qualsiasi tesoro”, e ripercorre tracce di memorie perdute, facendo rivivere un passato illustre, pagine della nostra storia italiana degna di essere tramandata.
« Le radici sono importanti »
I delitti di Livorno è un Noir caldo, avvolgente, attraversato dalla tipica ironia della gente di Livorno e avvincente come un buon giallo classico.
Puntellato da una struttura narrativa camaleontica, il romanzo mescola le carte del Noir mediterraneo e sconfina nei territori del Whosdunit e del tipico romanzo sociale, disegnando attorno al personaggio principale un back ground emotivamente potente.
Fluido e intimo lo scorrere del racconto, che riesce in pochi passi a coinvolgere il lettore, anche qualora fosse il primo incontro con il commissario Botteghi.
Un noir contemporaneo dalle tinte mediterranee, ricco di interessanti contaminazioni storiche e sociali.
Ogni tassello trova la sua collocazione e gli enigmi svelati a tempo debito ed intanto il sole tramonta e si risveglia, ricordandoci la fugacità dei nostri tormenti e l’importanza delle nostre radici.
«Solo assieme alle persone che ci vogliono bene e a cui se ne vuole, si riescono a superare anche le difficoltà più insormontabili. Farlo da soli significa aver già perso»
TITOLO: I delitti di Livorno – Il commissario Botteghi e l’omicidio del Barone Corridi
AUTORE: Diego Collaveri
EDITORE: Fratelli Frilli Editori
Genere: Giallo
AUTORE
Diego Collaveri è stato musicista e arrangiatore professionista, prima di approdare come sceneggiatore a diverse società di produzione. Docente saltuario di sceneggiatura e storia del cinema, critico cinematografico a tempo perso.
Attivo nel settore editoriale dal 2009 con diverse pubblicazioni, tra le quali Fango (La Corte Editore) e Nel Silenzio della Notte (Mursia) nel 2021, ha ricevuto numerosi premi per la narrativa crime.
Per Fratelli Frilli Editori è autore della saga del commissario Botteghi: L’Odore Salmastro dei Fossi, Il Segreto del Voltone, La Bambola del Cisternino, Il Commissario Botteghi e il Mago – l’ultima illusione di Wetryk, Il Passato ha un Prezzo.
I delitti di Livorno è il sesto episodio della serie del commissario Botteghi.
Livorno rosso sangue. Botteghi e l’ultimo viaggio della Adelina il nuovissimo episodio dedicato al commissario Botteghi.