Con me si va al mare! Vivo in una località di mare tutto l’anno, Trieste, e d’estate se non c’è il mare per me non esiste Vacanza!
Ho scelto quindi di raccontare un po’ Lignano, una località balneare, frazione di Latisana in provincia di Udine della regione Friuli Venezia Giulia, con la speranza di suggerirvi una nuova destinazione di viaggio, tra la sabbia ma anche tra le pagine di un grande autore del noir qual è Giorgio Scerbanenco.
Partiamo quindi ma con ordine…
Lignano è una meta particolarmente eclettica, perché una volta raggiunta si può scegliere il proprio modo di viverla. In base alla nostra età, alla nostra attitudine o meno al consumismo e alla voglia di relax o silenzio.
La cittadina infatti si divide geograficamente in Sabbiadoro, Pineta e Riviera; si estende dalla laguna di Marano fino al punto in cui il fiume Tagliamento arriva al mar Adriatico.
Diverse sono le spiagge e lungo la costa di questa piccola penisola si può decidere come trascorrere le proprie giornate di libertà.
Partendo dal fiume e dalla località Riviera si vive in maniera più riservata, privata e nella natura d’altri tempi. Successivamente s’incontra la Pineta, una via di mezzo sia per collocazione ma anche per stile di relax e divertimento. Infine, si raggiunge Sabbiadoro dove si può trovare la vera movida e un’infinità di negozi e locali.
Lignano è bella per questo: racchiude in sé molte anime accontentando le diverse esigenze di ognuno di noi.
Il nucleo storico, a differenza di quello che vien da pensare, è proprio Sabbiadoro con il suo viale centrale, il suo faro rosso e la Terrazza a Mare. Proprio quest’ultima, è impressa sullo sfondo della nuova edizione firmata La nave di Teseo del romanzo di Scerbanenco “La sabbia non ricorda” pubblicato nel lontano 1963 e oggi quindi qui riscoperto.
Ma chi era Giorgio Scerbanenco?!? E perché se non è nativo di Lignano viene ricordato proprio qui?
Scerbanenco è stato uno scrittore nato a Kiev, Ucraina, ma cresciuto fin da piccolo a Roma e poi a Milano. Inizialmente fu redattore nel settore periodici Rizzoli e collaborò con diverse riviste femminili scrivendo racconti e romanzi rosa fino al 1940 anno in cui esordì con il suo primo romanzo giallo “Sei giorni di preavviso”. Il genere poliziesco lo porterà alla fama e con la successiva serie dedicata a Duca Lamberti verrà riconosciuto come il creatore del noir italiano perché arricchirà i suoi gialli di dramma, violenza e disperazione.
Scerbanenco trascorse gli ultimi anni della sua vita proprio a Lignano Sabbiadoro dove sua figlia Cecilia poi donò alla biblioteca comunale tutto l’archivio dello scrittore.
Molti dei suoi romanzi furono pubblicati postumi e dagli anni Novanta è stato oggetto di una riscoperta. Grazie anche al fatto che nel 1993 fu istituito il premio letterario Giorgio Scerbanenco, premio per il genere giallo/noir italiano assegnato ogni anno da allora nell’ambito del Noir in Festival (Como – primi giorni del mese di dicembre).
*credit per istigarvi a scoprire ulteriori titoli.
Il primo premio Scerbanenco della storia è stato vinto da Renato Olivieri con “Madame Strauss”; mentre l’anno scorso il trofeo è stato assegnato a Bruno Morchio con il romanzo “La fine è ignota”, Il primo caso per Mariolino Migliaccio.
Quindi ben trentun anni di titoli a cui ispirarsi con garanzia.
Se vi ho incuriositi, come spero, potreste accostarvi all’opera di questo rinomato autore magari proprio con un suo romanzo autoconclusivo ambientato a Lignano Sabbiadoro o in modo ancora più appagante leggendolo durante un soggiorno in questi luoghi.
“La sabbia non ricorda”
È l’alba del 23 giugno a Lignano. Giannuzzo Masetta giace disteso sulla spiaggia, morto da diverse ore, con un coltello accanto. Così lo trova Gertrude Leuter, una giovane turista tedesca in vacanza nel vicino campeggio. La donna conosceva bene Giannuzzo, un uomo soltanto all’apparenza innocuo. Dopo aver gettato in mare quel coltello così minaccioso, Gertrude parte precipitosamente per la Germania: teme di essere accusata dell’omicidio, perché avrebbe avuto diversi motivi per ammazzare Masetta.
Ma quello che più la spaventa è un dettaglio che ha notato sulla sabbia, accanto al cadavere. Chi ha ucciso Giannuzzo? Il ragazzo ha un passato poco limpido e molti possibili nemici: una donna sedotta e abbandonata, diversi creditori, un uomo venuto dal sud per un regolamento di conti. Anche gli innocenti come Gertrude mentono, o tacciono. Ciascuno ha un motivo per nascondersi. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto da una rete di omertà, l’assassino attende con pazienza che passi la tempesta, ma la sabbia di Lignano non può non ricordare.
Torna in libreria un giallo dimenticato di Giorgio Scerbanenco, ambientato nel 1960, in cui il maestro del noir italiano gioca con il lettore, lo depista, lo inganna, lo abbaglia, sulle tracce di un colpevole che sembra scomparso tra le onde del mare. “Spesso i critici si interrogano sulle origini dello Scerbanenco noir, dopo che per tanti anni era stato quasi esclusivamente autore di narrativa sentimentale.
Penso che questo romanzo sia una pietra miliare del suo percorso. Qui ha già compreso che un crimine ci sa raccontare chi siamo quanto, e forse meglio, di una storia d’amore.” Dalla prefazione di Cecilia Scerbanenco.
Un romanzo noir in stile classico, dalla scrittura scorrevole e dinamica che tratteggia alla perfezione ogni singolo personaggio.
I protagonisti sono proprio un punto di forza in quanto riescono ad appassionare il lettore ognuno a modo suo con le proprie e diverse peculiarità.
Diverse sono le piste su cui tentare di indagare ma nessuna riuscirà a svelare l’arcano di questo omicidio fino alle ultime pagine emozionanti anche a livello sentimentale.
L’ambientazione prende forma tra le parole dell’autore già dal titolo e non abbandona mai. In tutta l’opera si respira quel mare e quella natura restituendo in modo perfetto il clima naturale e non, che si viveva negli anni Sessanta, ma anche la geografia del luogo che si respira tutt’oggi. Nonostante ciò la trama e l’intreccio è narrato con una prosa asciutta e senza inutili orpelli stilistici. Tutto coincide e nulla è superfluo come dev’essere nei romanzi gialli d’alto livello.
I rapporti, soprattutto sentimentali, prendono grandi spazi senza mai cadere in una sfumatura rosa eccessiva o melensa, anzi, sono funzionali e perfetti se si vuol accostare alle indagini uno studio dell’animo umano e dei suoi impulsi, nei quali possiamo riconoscere le radici sociali, purtroppo attuali, che degenerano nella violenza domestica e nei confronti delle donne.