Ciao Gaetano, innanzitutto voglio darti il benvenuto su questa nuova rivista letteraria che vuole fornire contenuti di alta qualità ai propri lettori e voce a tutti coloro che compongono la filiera dell’editoria.
Gaetano Lamberti nasce nel 1989 in una piccola cittadina della provincia di Salerno, tra il mare e la montagna. Ha pubblicato nel 2019 il romanzo Le janare e alcuni suoi racconti sono apparsi su riviste online. Nella vita si occupa di Tutela Ambientale.
Leggo sul tuo Blog la tua Bio: “Vado per boschi in cerca di funghi e a fotografare fiori. Leggo libri in gran quantità e provo a camminare come Henry David Thoreau.”
Inoltre, sul tuo profilo Instagram di definisci Papà di #naturalibri, Lettore, Auror ed Esploratore.
1 – Iniziamo subito da una domanda d’obbligo. MrTannus, un nome molto curioso. Da dove deriva questo nome e perché l’hai scelto? Auror ed Esploratore, ossia?
«Come prima cosa voglio ringraziarvi per questa opportunità. Mi sorprende sempre sapere che c’è qualcuno incuriosito da MrTannus.
Il nome MrTannus giunge da un lontano Tanus, uno dei protagonisti di un libro che lessi quando frequentavo le scuole medie e che mi affascinò tantissimo: Il dio del fiume di Wilbur Smith. Tanus Harrab è un giovane guerriero egizio e il suo nome, all’epoca, mi ricordava vagamente il mio diminutivo Tano, come venivo chiamato dagli amici; un po’ speravo di essere lui.
Decisi da allora di portare avanti questo nome e consolidarlo, tanto che i miei genitori iniziarono a usarlo quando si rivolgevano a me. Con gli anni, sbarcando sui social ho pensato di aggiungere un Mr davanti a Tanus, perché mi sembrava altrimenti spoglio e per finire ho aggiunto – anni dopo – una “n” per evitare qualsiasi caso di omonimia.
Sul profilo Instagram ho aggiunto alcune definizioni, appunto “Auror” che richiama il mestiere a cui Harry Potter ambisce, un cacciatore dei maghi oscuri, e “Esploratore” che evoca la mia indole curiosa, soprattutto in campo naturale, e il piacere che provo nel passeggiare nella Natura, soprattutto nei boschi alla ricerca di funghi.
Da bambino ho sempre preferito i documentari naturalistici ai cartoni animati »
2 – BookInfluencer nel DNA mi verrebbe da dire, condividi nei post la tua passione per i libri. BookInfluencer si nasce? Mi racconti i tuoi primi passi nella BookCommunity?
«Ho perso il conto degli anni ormai, ma su Instagram ho iniziato a parlare di libri circa otto o più anni fa, ed è stato per puro caso.
Avevo pubblicato una foto dell’ultimo libro che avevo letto, Stoner di John Williams, ricevendo alcuni commenti da persone che lo avevano letto.
Fu uno scambio sorprendente, è difficile trovare persone che siano non solo lettori/lettrici forti, ma che abbiano anche letto il tuo stesso libro.
Da quel momento decisi di pubblicare con costanza le mie letture e feci anche una ricerca per scovare pagine social che parlassero di libri. Eravamo pochissimi! Ci contavamo sulle dita, non di una, ma di due mani. Ci conoscevamo tutti ed eravamo molto affiatati, senza nessuna competizione, se non tanta voglia di parlare di libri.»
3 – Il tuo regno narrativo fa spesso riferimento a tema natura. Io stessa, grazie a te, ho iniziato a leggerli e a partecipare ai tuoi gruppi di lettura su questo tema. Com’è nata questa tua passione? Ce ne consigli qualcuno per iniziare ad affrontare questo genere?
«Come dicevo prima, da bambino preferivo i documentari ai cartoni animati e le passeggiate in collina con la sorella di mia nonna ai videogiochi. Credo sia una passione innata, ho sempre coltivato piante, catturato insetti, disegnato animali, sfogliato albi, fatto esperimenti.
Come regalo chiedevo spesso a papà di costruirmi una piccola fattoria di legno, ogni regalo un pezzo per comporla. È indicativo il fatto che il primo libro che ho letto e scelto (avevo otto anni) è stato La fattoria degli animali di George Orwell.
Ho iniziato ad appassionarmi al Wild, alla Natura selvaggia, in maniera più consapevole, anni dopo, con il libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer. Quindi perché non consigliarlo? È una buona base di partenza per poi passare a libri più specifici sulla Natura.»
4 – Da tempo condividi la tua passione per la lettura organizzando Gruppi di Lettura a tema natura con il tuo #naturalibri, sempre molto ben frequentati. La lettura condivisa è la variante più virtuosa del bookstagram, arrivare a coinvolgere così tante persone … qual è il segreto?
«Non conosco nessun segreto e nessun incantesimo, anzi spesso mi sorprendo che ci sia qualcuno che con estrema dedizione e caparbietà mi stia dietro e si fidi ciecamente. C’è chi non ha perso nessun libro del gruppo di lettura.
Posso essere sincero?
Mi è capitato a volte di pensare di non essere all’altezza delle aspettative.
L’unica costante, che forse ha favorito il legame con chi mi segue, è che leggo quello che mi piace, senza ansia di star dietro alle mode e ai contenuti virali. La lettura e il creare contenuti rappresentano per me l’espressione della mia personalità, il modo che ho per capirmi ed evolvermi.
E se vado a ritroso, dal primo post su Instagram all’ultimo, noto un enorme cambiamento, sia nel modo di fotografare che di scrivere. Sono cambiato e mi vedo migliorato, a livello personale è una bella soddisfazione.»
5 – Oltre a parlare di libri, sei famoso sul bookstagram per i tuoi post sulle tue passeggiate immerso nella natura come un Thoreau moderno in cerca di funghi e giardini segreti. Quanto ti appassiona tutto ciò? Hai mai trovato in questo tuo pellegrinare qualcosa di particolare e/o inaspettato che ti ha colpito?
«Le passeggiate sono parte di me, sono il mio modo per evadere dai palazzoni della grande città e sentirmi di nuovo leggero.
Ci sono tante cose inaspettate che ho incontrato durante le passeggiate nella Natura, animali, piante, scorci di una bellezza unica, ma come insegna anche Thoreau, la cosa più sorprendente è scoprire gli aspetti Naturali presenti nel luogo dove vivi e questo capita quando si passeggia senza meta, con la testa alta, le braccia dietro la schiena e finalmente riuscendo a osservare davvero.
È un allenamento, un giorno scovi un albero di ginkgo proprio dietro casa, il giorno dopo capisci che gli alberi piantati lungo il viale asfaltato e che percorri ogni giorno hanno un nome, sono dei siliquastri.
Un altro giorno capisci perché quella cornacchia vola fino all’ultimo piano del palazzo e lascia cadere noci e l’orario esatto del tramonto in cui passa lo stormo di pappagalli, e si va avanti così, e cambiano le stagioni, noti i cambianti e impari a essere parte del mondo e a meravigliarti.»
6 – Oltre a essere bookstagrammer e bookblogger, sei anche uno scrittore – il tuo romanzo Le janare (che ho avuto il piacere di leggere!) che parla di antiche credenze popolari. Attivo nei social, sempre pronto a buttarti in qualche progetto che ti permetta di condividere la passione che hai per la lettura. Dal Social alla pubblicazione del tuo libro: rappresenti la meta a cui agognare? Hai in progetto altri romanzi?
«Probabilmente ogni lettore e lettrice cova nel cuore il sogno di scrivere e trovare in libreria il proprio romanzo. Così è stato per me.
Ho scritto Le Janare, però, non per raggiungere un’eventuale fama (anche se la speranza non muore mai), ma perché sentivo di avere una storia molto personale da buttare fuori, una palla di pelo da vomitare.
È stata una cura, l’ennesima trasformazione di una parte di me in qualcosa di più evoluto. Ho tante idee, alcune le ho anche appuntate, altre sviluppate, chissà, è una possibilità che non mi nego, ma voglio che sia qualcosa di più razionale.
Voglio imporre dei margini al fiume in piena, per evitare disastri.»
7 – Parliamo di soddisfazioni, quelle che arrivano dopo tanto lavoro e tanta passione, la più sorprendente per te quale è stata?
«La cosa che più mi commuove è il senso di comunità che si è creato e il rispetto reciproco. Alle fiere incontro molte persone che mi seguono, il poter abbracciarle e chiacchierare sono la gratificazione più grande, non però come bookinfluencer e il suo seguace, ma come connessione e comunione di intenti.
A essere sincero non mi sono mai sentito un bookinfluencer, anche se è così che sono definito a rigor di logica; non sono su Instagram per influenzare, considero il social soltanto come il mio terreno, il mio spazio creativo per espormi.»
8 – I tuoi Post sono piccoli gioielli grafici, esteticamente e concettualmente. Paga il lavoro che c’è dietro ogni singolo scatto?
«Instagram, come altri social, danno riscontro non alla qualità, ma al grado di viralità del contenuto, non importa se la linea dell’orizzonte è completamente storta.
Nessuno dei miei contenuti è diventato virale, ma non me ne sono mai fatto un cruccio. Non sono un professionista, impiego più cuore che bravura nelle cose che faccio, fortunatamente ho un altro lavoro che mi assicura la serenità e che mi permette di utilizzare il social come mezzo creativo.
Perché devo pubblicare un post se questo non mi soddisfa e non ha acquietato il mio bisogno di creare?
Credo però che chi mi segue lo percepisca, e lo capisco dal fatto che spesso mi ritrovo taggato in storie in cui c’è un libro che ho consigliato anni fa.
C’è una traccia lasciata, tangibile.»
9 – Cos’hai sul comodino da leggere in questo momento? Sono curiosa!
«Ci sono più libri, ma sto letteralmente divorando Le schegge di Bret Easton Ellis.»
10 – Concludiamo questa intervista con questa frase. Poniti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
«Credo che nessuno mi abbia mai chiesto: “perché leggi?”. E forse avrei risposto, ma senza dire tutta la verità.»