Marginalia 2024 – con Eugenio Monti, Max Baroni e Maddalena Marcarini
Il 23-24 marzo, “Casa dei Giochi” a Milano, ospiterà una nuova fiera del libro che farà la felicità di tutti gli appassionati di letteratura gotica, horror e Weird… Parliamo di Marginalia due giorni all’insegna di panel tematici con professionisti del settore, editori, autori self e molto altro.
Cosa c’è di meglio che scoprirne di più se non attraverso le parole delle sue menti organizzative?
Assolutamente niente. Diamo quindi il benvenuto su ilRecensore.it a Maddalena Marcarini e a Max Baroni ed Eugenio Monti di Alcatraz Edizioni.
1. Marginalia, come un’opera di Edgar Allan Poe e come le annotazioni, i commenti a margine di un libro. Perché avete scelto un nome così particolare per una fiera di settore? Quale messaggio volete trasmettere a partire dal nome dell’evento?
MADDALENA: «Il nome è stata un’idea mia, o forse di Edgar, che mi squadrava torvo già da qualche mese dalla costa del suo volume Marginalia sistemato su uno scaffale.
Il nome è perfetto per veicolare il nostro messaggio, perché descrive tutto ciò che si svolge lontano dai riflettori, tutto ciò che non “rientra nel canone”. Lo stesso concetto di margine comunica una classificazione, un confine, una terra interamente mappata, conosciuta e per questo confortevole, oltre cui c’è solo ignoto.
Ebbene, gli autori e gli editori che parteciperanno a Marginalia esplorano questo ignoto ogni giorno e ce ne riportano cronaca, attraverso storie non convenzionali, prospettive ribaltate e messaggi coraggiosi. Marginalia nasce per ricordare a tutti i lettori che oltre i margini, oltre la zona di comfort, le possibilità sono infinite!»
2. In Italia, si sa, i generi horror, gotico e Weird sono spesso bistrattati e considerati di serie B. Perché avete deciso di creare una fiera interamente dedicata a questo mondo? Cosa vi augurate per Marginalia e per questa letteratura di genere?
MADDALENA: «Dal basso della mia esperienza di appassionata, autrice e lettrice, ho sempre trovato paradossale e quasi buffo che i generi letterari più cupi siano anche i più rifuggiti dal lettore italiano medio, nonostante praticamente in ogni casa sia presente almeno un romanzo di Stephen King…
L’ombra affascina tutti, ma nessuno sembra volerne davvero parlare, e questo forse accade perché questi generi non coccolano il proprio lettore; la letteratura “buia” non è fatta per rassicurarci, ma per stimolarci, provocarci, metterci davanti a verità spesso scomode.
Molte opere ascrivibili a questo genere ci dicono le classiche cose che non vorremmo sentirci dire, e nonostante sappiano dircelo anche toccando vette altissime (esistono romanzi di genere facilmente annoverabili nella cosiddetta “alta letteratura” nonostante la crudezza dei loro temi), restano dei riti di passaggio impegnativi e, talvolta, dolorosi.
Proprio questo rende questi generi preziosissimi e legati a filo doppio all’esplorazione del sé, al pensiero critico, alla riflessione e alla crescita; perciò ci auguriamo che, seppur di nascosto, seppur “ai margini”, questo tipo di letteratura continui a prosperare come già sta facendo!»
MAX: «Per quanto riguarda la presunta serie B o l’essere bistrattati, la mia idea è che si debba un po’ uscire da questa narrazione che onestamente trovo auto-castrante.
L’horror e il Weird oggi godono di ottima salute, hanno uno zoccolo duro di appassionati, una pluralità di voci e di suggestioni che di rado si è vista con questa potenza.
Al posto di guardare nel giardino degli altri, o sperare di fare il cosiddetto “botto grosso nel mainstream” (vogliamo davvero scendere a quei compromessi?), vediamo di coltivare – e bene – il nostro orticello e di trarne frutti sempre più succosi. Le potenzialità ci sono, sostenete chi pensate sia meritevole e i risultati si vedranno.»
3. Marginalia ospiterà sia le case editrici indipendenti, che ormai sono un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti del genere nel nostro paese, sia per gli autori self publishing. Come mai la scelta di aprire le porte anche alle auto-pubblicazioni? Quanto sono importanti oggi in Italia?
MADDALENA: «Occorre partire con un’affermazione schietta e sincera: il mercato editoriale italiano sta vivendo anni di grande saturazione, per tutti i target e per tutti i generi. Ci sono quasi più scrittori che lettori e il fenomeno sempre più diffuso dell’autopubblicazione permette virtualmente a chiunque di mettere in commercio la propria opera. Va da sé che tutti possono provare a scrivere, ma non tutti sono scrittori, editor o revisori, e la mancanza di “filtro” da parte di professionisti del settore fa sì che sul mercato approdino molti lavori di bassa qualità.
Ciononostante, ogni scrittore pubblicato da casa editrice è stato in un certo senso un “self”, prima che il suo lavoro venisse notato, e questo significa che esistono esordienti con grande potenziale e storie di qualità anche nel panorama delle autopubblicazioni. Da qui l’idea di dare anche agli autori self l’occasione di misurarsi con il pubblico di lettori in un evento fisico, in una fiera di settore che permetta loro di proporsi come quella che è ormai a tutti gli effetti una realtà consolidata del panorama editoriale.
Marginalia vuole essere un terreno neutrale e fertile, un punto di incontro per sinergie, collaborazioni e dialoghi, in cui tutti possono mettersi in gioco e avere occasione di dimostrare il proprio valore.»
4. Il mercato italiano è un mercato editoriale complesso e in cui sembrano prevalere sempre alcuni generi e alcuni editori. Cosa ne pensate? Qual è il cambiamento che vi auspicate per il settore e per le nicchie come la vostra?
MAX: «Premesso che, per quanto mi riguarda, tutto il “sistema editoria” in Italia andrebbe riformato dalle fondamenta (basta una veloce ricerca per capire come veramente funzionano le cose e rimanere inorriditi), dipende a quale mercato editoriale si fa riferimento.
Come accennavo, le nicchie sono mondi a parte, spesso orgogliose della propria indipendenza, e sanno come proporre lavori di qualità per i propri fanatici, a prescindere da cosa va di moda in un dato momento.
Detto ciò, sarebbero auspicabili innanzitutto un aumento generale dei lettori, cosa che faciliterebbe la sopravvivenza delle piccole case editrici; poi un acquisto più “etico” se si comprano libri di piccoli editori (meno Amazon e librerie di catena, più acquisti diretti alle fiere e sui singoli siti o nelle piccole librerie); e magari – sognare non costa nulla – una minor ingerenza di un mainstream che quando fiuta l’affare spreme la nicchia sino all’ultima goccia, e quando è finito il succo la getta via senza remore. E se sopravvivi, poi ti tocca pure ricostruire.»
5. In occasione della prima edizione di questa fiera è stato indetto il premio La Chiave d’Argento: volete raccontarci un po’ di cosa si tratta e in cosa consiste?
MADDALENA: «Marginalia vuole esaltare la letteratura di genere e contribuire a donare linfa a una scena che diventa ogni anno più forte, grazie ai suoi rappresentanti e a eventi già ben noti (uno su tutti, il mitico Stranimondi). Quale modo migliore dunque di onorare questa letteratura, se non premiando chi l’ha creata per noi?
La Chiave d’Argento è un concorso letterario dedicato a opere già edite, sia di case editrici, sia di autori autopubblicati. Due giurie separate composte da bookblogger e professionisti del settore valutano “al buio” gli estratti in gara, resi completamente anonimi, ed eleggono la migliore opera pubblicata da editore e la migliore opera self. Per entrambi i vincitori è previsto un premio in denaro.
Stiamo peraltro chiudendo proprio in questi giorni le votazioni degli interessanti candidati in gara… I nostri temibili giurati sono in fermento! »
6. Da addetti del settore, quali sono le vostre percezioni sull’andamento delle nicchie editoriali italiane? Cosa servirebbe per valorizzare meglio generi che sono considerati minori o sembrano faticare ad arrivare al grande pubblico? Quanto contano le fiere e gli eventi di settore nel cambiare le cose?
EUGENIO: «Sicuramente le nicchie restano uno degli ultimi baluardi a difesa delle piccole case editrici indipendenti specializzate, spesso gestite da persone che guardano più al contenuto che al profitto. Ma i libri vanno anche venduti, e vista la difficoltà ad arrivare nelle librerie, anche per quelli che sono riusciti a farsi rappresentare da promozioni e distribuzioni di carattere nazionale, le fiere di settore diventano un elemento fondamentale per arrivare a un pubblico che sarebbe difficilmente raggiungibile in altro modo.
Sono gli stessi numeri a parlare e capita spesso di vedere titoli quasi introvabili sugli scaffali delle librerie di catena – e non di rado difficilmente reperibili anche su quelli delle librerie indipendenti – riscuotere un notevole interesse in manifestazioni anche molto piccole, soprattutto se ben promossi attraverso i social e il passaparola dei lettori, che ancora oggi rimane uno dei migliori canali promozionali.»
MAX: «Penso di aver detto ampiamente la mia in altre due risposte poco sopra. Se in un momento di grazia come questo certe cose non arrivano al grande pubblico, forse è perché al grande pubblico non importano. E piuttosto che scendere a compromessi pur di raggiungerlo, forse è meglio così. Questo però non vuol dire che non si debba sempre cercare di ampliare il parco dei potenziali lettori e fanatici, soprattutto se si propongono cose poco note o di culto; e quindi ben vengano eventi come Marginalia, o Stranimondi, e tutti gli sforzi che si fanno per proporre il genere senza sacrificarne l’integrità.»
7. Secondo voi quanto è diversa all’estero la situazione per gli autori/autrici di horror, gotico e Weird? Come da noi sono ancora generi prevalentemente maschili o spiccano anche le donne?
MAX: «Qualitativamente parlando, le donne sono sempre spiccate. Senza stare a fare nomi, sono molte le autrici di genere che hanno avuto – e hanno – una marcia in più rispetto a un gran numero di loro contemporanei. Purtroppo, è assolutamente vero che in questo ambito (ma non solo) ha imperato per tantissimo tempo un pregiudizio, tanto diffuso quanto stupido, che vuole gli autori uomini migliori delle donne.
Oggi, complice il numero sempre crescente di autrici, la percezione sta lentamente cambiando, anche se ancora si incappa in robuste sacche di questa mentalità retrograda e ignorante.
Tocca lavorarci molto, in primis noi uomini, che dovremmo iniziare a fare un po’ di sana autocritica.»
MADDALENA: «Non posso che concordare con quanto detto da Max. Posso forse aggiungere che, nel mio piccolo, nonostante abbia avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino persone meravigliose per cui il mio genere non è mai stato e mai sarà rilevante in ambito professionale, mentirei se dicessi che non ho mai riscontrato resistenze, diffidenze o palesi mancanze di rispetto basate solo e soltanto sul mio involucro di donna, sia in quanto autrice, sia in quanto organizzatrice fieristica.
Mi fa sempre molto effetto dover riconoscere ad alta voce questo paradosso di una scena che amo, composta di menti brillanti, rivoluzionarie, che spesso prendo a esempio e per cui nutro una profonda stima; è forse proprio questo ad avermi reso certi episodi ancor più deludenti e dolorosi.
Si tratta di un argomento delicato e complesso, che peraltro verrà affrontato anche a Marginalia in un panel apposito, gestito da personalità femminili del settore che ci racconteranno entrambi i volti di questa luna che è “la donna nel fantastico italiano”, soprattutto paragonata alle proprie colleghe estere.
Tuttavia, voglio concludere con la consapevolezza che questa tendenza alla chiusura, seppur forse lentamente, si sta invertendo, e moltissime donne della scena, inclusa io, ne siamo felici e fiduciose testimoni!»
8. Marginalia sarà a ingresso gratuito per tutti. In un momento che vede in atto grandi dibattiti su altre kermesse letterarie come mai avete deciso di permettere a tutti di partecipare senza un biglietto d’ingresso?
MADDALENA: «A questa domanda esistono due tipi di risposte, una da inguaribili romantici, l’altra più da logici vulcaniani, ed entrambe sono vere.
Noi di Marginalia crediamo nella diffusione della cultura a tutti e per tutti e vorremmo che anche il “semplice” curioso di passaggio avesse l’occasione di entrare alla Casa dei Giochi il 23 o il 24 marzo senza l’impegno di un costo di ingresso, sulla fiducia, per poi magari scoprire e amare un mondo a cui, per dirla vintage, “non avrebbe dato due lire”…
Il motivo prettamente pratico dietro questa scelta è che Marginalia è per gli autori e gli editori, perché possano avere uno spazio in cui i riflettori sono puntati su di loro e le possibilità di raggiungere nuovi lettori siano al massimo; va da sé che togliere il costo di un biglietto si traduce, auspicabilmente, in più soldi da spendere in libri una volta entrati!
Mantenere l’evento gratuito per i visitatori non è ovviamente semplice: per questo motivo abbiamo deciso di aprire un CrowdFunding rivolto a tutti coloro che vogliano sostenere il nostro progetto a proprio modo e secondo le proprie possibilità.
Chiunque abbia voglia di supportarci e di portarsi a casa i nostri splendidi gadget (tra cui una maglietta ideata dall’illustratore e copertinista horror David Fragale) può trovarlo a questo link: https://www.gofundme.com/f/marginalia-2024
Stiamo ricevendo un grande supporto dalla scena e questo ci rende veramente felici!»
9. Cosa deve aspettarsi il pubblico che verrà a trovarci il 23 e 24 Marzo a Milano? C’è qualche sorpresa che volete anticipare?
MADDALENA: «A brevissimo sarà disponibile online il programma completo della manifestazione; oltre alle interviste a editori e autori self published, Marginalia ospiterà ben tre panel e una masterclass gestiti da personalità di spicco del settore, che accompagneranno il pubblico alla scoperta delle molte facce della letteratura fantastica e perturbante. Non vogliamo scendere troppo nel dettaglio, ma possiamo assicurare che si preannunciano due giorni intensi ed estremamente interessanti!»
10. Quanto è difficile oggi per la micro e media editoria resistere al cambiamento di piattaforme come Amazon e alla concorrenza dei grandi gruppi che fanno di hype e titoli best-seller i loro cavalli di battaglia? Cosa può fare davvero la differenza?
EUGENIO: «Sicuramente il gioco si fa ogni giorno più difficile, e non nascondo che sia demoralizzante trovarsi in mezzo al fuoco incrociato di gruppi major che appena fiutano del potenziale in un settore che hanno sempre trascurato, perché considerato irrilevante dal punto di vista commerciale, ci si buttano a capofitto mettendo in campo mezzi molto superiori alle possibilità di tutti quei piccoli editori che quel settore hanno contribuito a costruirlo mattone su mattone.
Quello che possiamo fare noi e tenere alta l’asticella della qualità, ben consapevoli del fatto che si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente. Ci piace pensare, però, che rimanere concentrati su quello che sappiamo fare bene, senza farci incantare dalle tendenze del momento, alla fine paghi sempre.
E, se vogliamo essere ottimisti, magari quando l’interesse dei più grandi svanirà, perché succederà, forse lasceranno qualche nuovo appassionato in più, che grazie a loro avrà scoperto anche noi.»
11. Per una fiera come Marginalia e per gli editori e autori di settore quanto è fondamentale il passaparola e quanto contano i social network per farsi conoscere e apprezzare? Per imporsi come una nuova realtà solida e credibile?
MADDALENA: «Malgrado la mia generazione sia in piena era “social network” fin dall’adolescenza, l’esperienza mi ha insegnato che una forte presenza sui social e solidità/credibilità non sempre hanno correlazione (anzi…!).
Tuttavia, piattaforme quali Facebook, Instagram e TikTok sono ormai predominanti nella nostra fruizione quotidiana di contenuti.
Ci lasciamo invogliare da reel promozionali, impariamo dai tutorial di novanta secondi e condividiamo pensieri e opinioni con chiunque, in tutto il mondo, nel giro di pochi istanti.
È superfluo rimarcare come questi media abbiano rivoluzionato il nostro concetto di società e ne stiano, per molti versi, alla base.
l mondo dell’editoria non può esimersi dall’avere una presenza costante su queste piattaforme, per farsi conoscere e apprezzare da più utenti possibili; resta tuttavia fondamentale ricordarsi che i social sono mezzi neutri, e in quanto tali, sono connotati dall’uso che se ne fa.
Chiunque decida di affacciarsi al mondo del web tramite i social, nell’editoria come in qualsiasi altro ambito, dovrebbe fare del proprio meglio per promuovere contenuti virtuosi, informati, consapevoli e rispettosi di tutto il pubblico.»
EUGENIO: «Io, che sono parecchio più vecchio di Maddalena, ho un approccio ai social sicuramente diverso, e non nascondo che ultimamente, a livello personale, cerco di tenermene lontano il più possibile.
Ma certamente riconosco che sono uno strumento che, usato nel modo corretto, è estremamente importante, probabilmente fondamentale, per comunicare quello che facciamo a un pubblico potenzialmente universale, che non avremmo mai potuto raggiungere con i mezzi che avevamo a disposizione prima dell’era social se non a fronte di investimenti insostenibili per realtà piccole come la nostra.
In questo senso possiamo dire che hanno in qualche modo “democraticizzato” la comunicazione, anche se l’altra faccia della medaglia è che hanno dato voce anche a chi avrebbe fatto meglio a tacere.
È fondamentale, però, resistere alla tentazione di abusarne, tenendo sempre ben presente che siamo responsabili dei messaggi che trasmettiamo e del modo in cui lo facciamo.»
MAX: «Detto ciò, come non concludere invitando i lettori a seguirci sui canali social di Marginalia? Ci trovate su Instagram come @marginalia_fiera e su Facebook come Marginalia Fiera (https://www.facebook.com/p/Marginalia-Fiera-61552097400068/), ma ovviamente preferiremmo incontrare tutti di persona il 23 e 24 marzo alla Casa dei Giochi!»